Dettagli Recensione
Occhi vitrei
L’ho scelto perché sembrava un romanzo, invece si è dimostrato tutt’altro: una storia vera, mille storie vere. E’ la storia di una donna che, inaspettatamente, vede alla televisione un servizio, che le sconvolge la vita, sul Congo, “il posto peggiore del mondo dove essere donna”. Queste immagini la colpiscono nel profondo, al punto da spingerla a fare “qualcosa”, a fare tanto, per queste donne vittime della guerra civile. Proprio lei che, di fronte alle torture che queste donne hanno subìto, si sente insignificante e impotente, reagisce e fa loro del bene, tanto bene. Sono donne che hanno subìto ogni genere di violenza, sono donne che hanno tanto sofferto da non sentirsi quasi più esseri umani. Il loro sguardo esprime torpore completo, o paura, o sofferenza, perché la mente, molto spesso, guarisce più lentamente del corpo. Ma queste donne sono anche un mosaico di foulard e di abiti colorati. Sono donne che hanno una forza e una bellezza interiore, che nessun esercito può cancellare. E negli occhi del Congo il lettore trova tanta forza e tanto amore per la vita, nonostante tutto.