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La disobbedienza civile
Una delle pietre miliari del pensiero politico quella di Henry David Thoreau il quale senza mezzi termini invita alla disobbedienza civile. Nella realtà americana ancora immersa nello schiavismo e nelle guerre di conquista lo scritto spiega perché lo Stato debba limitare al minimo il suo intervento sulla società. Senza arrivare sulle posizioni degli anarchici o degli utopisti Thoreau immagina uno Stato ultraleggero, quasi invisibile, senza mai parlare di sua futura estinzione, ma con la sola grande prospettiva di diventare migliore. Ma da subito e non aspettando che arrivi il momento come fanno i riformisti i quali nel frattempo si adeguano al sistema. Al governo della maggioranza propone quello della coscienza con forme di lotta che contemplano anche lo sciopero fiscale a costo di andare in prigione. Perché con uno Stato simile è meglio stare in prigione. Posizioni senz’altro radicali e critiche nei confronti di una democrazia incompiuta. Tra citazioni evangeliche e cattivi esempi di politici conservatori Thoreau afferma di non ritenersi migliore degli altri e di trovarsi in una minoranza che però se lotta compatta può diventare irresistibile. E’ una chiamata alla lotta, alla resistenza attiva contro chi crede che si possa cambiare con il solo esercizio del voto o esaltando la virtù guardandosi bene dal diventare virtuoso. Lo Stato dovrà arrivare a trattare i cittadini nello stesso modo in cui si tratta un vicino. Un pensiero che ha ispirato e che mantiene intatta la forza del suo messaggio