Dettagli Recensione
Un testo per l'ennesima volta coraggioso dall'eroe
Eroe personale, eroe nazionale. Dategli il premio Nobel per la Pace e quello per la Letteratura, per favore.
Più leggo Roberto Saviano e più mi sembra che sia diverso dagli altri. Non è la sua voglia di portare a galla la verità, non è il suo senso di giustizia che trapela in ogni intervista, è la luce che ha negli occhi quando parla. E’ il suo modo di sacrificarsi per il bene comune. E’ il suo modo di dire la dura, durissima verità ma di farlo con il sorriso, tipico di un uomo che spera e sa che la situazione si può cambiare. Basta volerlo.
Ed è qui che entra in gioco la sua ultima pubblicazione. Che parla certamente di camorra, ma che non è essenzialmente il fulcro del libro. Il tema centrale è il potere della parola.
Della sua parola.
Senza arroganza, Saviano ci spiega perché i suoi articoli, le sue interviste e soprattutto la sua ‘Gomorra’ hanno scatenato il panico all’interno del sistema camorristico.
Perché si può eliminare fisicamente Saviano, ma ormai tutti sanno. Puoi eliminare chi sparge la voce, ma non quella voce.
Perché grazie a lui determinati concetti - anche ripetuti fino alla nausea (e questo lo sa chi lo segue giornalmente) – sono diventati un tatuaggio sulla pelle, si sono sedimentati e li abbiamo fatti nostri.
Parlo al plurale, forse sono ottimista. Ma sono convinta che presto tutti più o meno grazie a lui formeranno una coscienza tale da cominciare a lottare davvero contro la realtà della mafia e i suoi affini.
Perché anche se abiti in Trentino non sei immune. Perché anche se vivi in Germania non sei salvo da questa realtà, ahimè, dilagante. Dovremmo essere tutti uniti contro la stessa malattia sociale.
Non dovrebbe solo Saviano a farlo. E quando leggo una frase come questa, mi viene voglia di mollare tutto e cominciare a fare lo stesso lavoro di Roberto: “e tu, perché non racconti?”.
Ancora non racconto, ma ho voglia di farlo. E sono sempre più convinta che Saviano vada necessariamente introdotto come libro di testo fin dalle scuole elementari.
“Ogni lettore che fa sua una storia, ogni lettore che protegge un libro, che osserva, che ascolta, sta facendo moltissimo. Sta facendo moltissimo perché permetterà a quell'autore di continuare a lavorare e soprattutto contribuirà a diffondere le sue parole, a renderle strumenti pericolosi. Anche criticando, anche non condividendo, anche facendone semplicemente argomento di discussione, farà si che le tante vicende avvolte dall'ombra possano diventare invece storie degne di essere raccontate, che i tanti morti diventati semplicemente un numero possano tornare ad essere persone, che i molti sogni rimasti a margine, possano tornare a essere possibilità reali."