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La manomissione delle parole
In questo libro Carofiglio analizza il "linguaggio del potere", ovvero sviluppa una analisi lessicale del linguaggio politico utilizzato da Berlusconi e del suo impatto sulle masse.
E' un libro interessante, che analizza la comunicazione come strumento di potere, gioca a scomporre e ricomporre il significato delle parole, tenta di ridare un contenuto a parole ormai vacue, svuotate di ogni significato.
Questo viaggio nelle parole della lingua intaliana passa inveitabilmente per il linguaggio giuridico, articolato, ostico, reso impermeabile alle masse dall'uso di parole e periodi fini a se stessi.
Un ibro di grande interesse, che aiuta a rivalutare alcuni termini di cui oggi la società abusa.
Dette questo non posso esimermi da alcune doverose critiche: innanzzi tutto non mi sento di imputare tutto questo alla singola persona di Berlusconi, come invece fa Carofiglio, ma estenderei queste riflessioni a tutto il mondo politico. Il termine "politichese" è stato coniato ben prima che Berlusconi andasse al governo ed è un male che affligge il paese da tanto, troppo tempo.
In secondo luogo credo che lo stesso Carofiglio, con questo libro, si macchi degli stessi "crimini" che lui stesso condanna, fornendo un testo di grande interesse, ben strutturato e logicamente ineccepibile, ma anche un testo fazioso, schierato, dove non solo restituisce alle parole il giusto significato, ma le carica della sua personale interpretazione politica, inevitabile per uno nella sua posizione.
In generale, al di là di ogni considerazione politica, un saggio interessante.