Dettagli Recensione
Littell, il grande enigma.
Littell è considerato nella comunità ebraica di New York come "il grande interrogativo occhialuto".
Oltreoceano non sbagliano affatto.
Il ragazzo, che scrive peraltro prima in francese e poi in inglese, ha esordito con "Le benevole", romanzo? che io ho trovato spettacolare nella sua investigazione del profondo; viaggio agli inferi con biglietto di ritorno per stomaci forti che, da molti, è stato salutato come opera non solo di fantasia.
C'è qualche critico americano che addirittura sostiene "Le benevole" adattamento in forma di prosa di una reale intervista ad un reale estremo rappresentante delle famigerate SS...
Poi è arrivato il terribile, ma esaustivo "Il secco e l'umido", anche in questo caso quasi una risonanza magnetica di imbarazzante realismo circa il fascismo belga, il rexismo e l'estremo confine della contorsione mentale umana.
Ora persiste nel saggio.
Ma lo fa con una certa emotività, perchè l'argomento gli risulta più scivoloso del "Secco e l'umido".
Bello l'escamotage quasi lermontoviano dell'inizio testo.
Poi si perde in tante supposizioni che, per quanto brillantemente supportate, lasciano in bocca l'amaro dell'ipotesi.
Eh, Littell, Littell!
Personalmente mi attendo grandi cose da te.
Torna al romanzo, però...fidati.