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un testo che risveglia le coscienze
Questo è l’ultimo quaderno scritto dal premio Nobel Josè Saramago prima di morire pochi mesi fa nella sua amata Lanzarote. Leggere Saramago è, ogni volta, un’esperienza nuova, vivificante, tanto è l’impegno sociale vero e vissuto che traspare dalle sue parole, corroborate sempre da un’onestà cristallina e da una rettitudine morale di raro riscontro. Sotto forma di diario, l’Autore annota giorno dopo giorno, mese dopo mese (siamo nel 2009) pensieri, considerazioni e riflessioni ora gioiose, ora indignate sulle realtà del mondo d’oggi. E’ noto che Saramago è sempre stato impegnato politicamente (si iscrisse al partito comunista nel 1969, quando il Portogallo era governato dalla dittatura di Salazar) ed ha avuto sempre atteggiamenti anticlericali ( si leggano Caino e Il Vangelo secondo Gesù Cristo) : le sue posizioni ideologiche però non fanno mai velo alla sua scrittura limpida e onesta, dalla quale risalta sempre, senza ipocrisie, la sua condizione di scrittore intimamente connessa alla sua coscienza di cittadino. Nel quaderno sono ricordati, talora con grande affetto, colleghi e amici : incontriamo il grande poeta portoghese Fernando Pessoa, lo scrittore uruguayano Eduardo Galeano (costretto in esilio dalla dittatura militare in Argentina prima e in Spagna poi), il famoso poeta uruguayano Mario Benedetti ( anche lui esiliato), il drammaturgo spagnolo Alfonso Sastre (promotore di un teatro social rivoluzionario e antimilitarista). Il narratore e saggista argentino Ernesto Sabato (autore del Famoso testo Nunca mas ricco di documenti sulle persecuzioni della dittatura argentina negli anni ’70), e tanti altri tra cui i nostri Dario Fo e Umberto Eco, la pittrice Sofia Gandarias, il regista Almodovar, il chitarrista Carlo Paredes, il grandissimo Gabriel Garcia Marquez….Il ricordo degli amici si alterna a memorie d’infanzia, a riflessioni sull’ambiente e sul futuro del pianeta, a critiche sull’ingerenza della chiesa cattolica nella nostra vita d’ogni giorno, sino ad invettive vere e proprie contro personaggi politici attuali verso i quali, quale novello Cicerone, scaglia il lapidario monito Usque tandem Catilina, abuteris patientia nostra…(lascio individuare il personaggio alla curiosità dei lettori). Da apprezzare la campagna di Saramago contro il barbaro spettacolo della corrida , dove “ il popolo è felice mentre il toro tenta di sfuggire ai suoi carnefici, lasciandosi dietro rivoli di sangue…”, ed i suoi più che attuali interrogativi sui compiti dell’università, che non deve limitarsi a formare l’individuo allo svolgimento di una professione, ma deve prima o poi dedicarsi anche ad un’altra formazione, “..quella dell’individuo, della persona, del cittadino, questa trinità terrestre, tre in un corpo solo…”. Leggere e meditare Saramago, centellinando le sue parole, non può che far bene, al cuore e all’intelletto.
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Il suo amico Ernesto Sàbato è morto sabato scorso. Ricordato da pochi purtroppo. Grande il suo contributo sulla questione dei desaparacidos.
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Complimenti!