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La tragedia che ha il volto di tutti e di nessuno
È il 2 Settembre 2015, siamo sulla spiaggia turca di Bodrum: l’istantanea di Alan Kurdi, il piccolo profugo siriano di tre anni riverso senza vita sul bagnasciuga, sta facendo il giro del mondo.
Un’immagine fortissima, devastante, dalla quale Khaled Hosseini parte per vestire i panni di un padre senza nome, vedovo e protagonista di questa tragedia, che scrive un monologo dedicato al suo piccolo Marwan: un tributo accorato, tanto breve quanto intenso, privo di retorica e di espliciti riferimenti politici, che scava nella singolarità dell’Io, nell’esistenzialismo e che tocca persino la filologia, accompagnato dalle delicate e dolcissime illustrazioni dell’artista londinese Dan Williams e destinato a scuotere in modo vigoroso l’onestà intellettuale di ciascuno di noi.
Si parte dalla meravigliosa e toccante introduzione di Saviano, nella quale ci ricorda che '… la storia, oggi, ci chiede una prova di coraggio, ci chiede di mostrare che siamo in grado di meritare ciò che stiamo vivendo.’, per poi passare alle reminiscenze di Homs, città siriana in cui abitava la famiglia di Marwan e dalla quale il padre di quest'ultimo rievoca i belati delle capre, il profumo del kibbeh fritto, il rumore delle pentole in cucina sin dall'alba, i campi costellati di papaveri e il sibilo carezzevole del vento. Suoni sereni e ovattati, colori vivaci e allegri che, ben presto, vengono rimpiazzati dai crateri delle esplosioni, dalla fame, dal sangue rosso scarlatto e dai funerali.
Un brusco risveglio, che i raggi del sole tentano vanamente di addolcire baciando labilmente le poche macerie rimaste in piedi e che lascia ai sopravvissuti solo un senso di smarrimento e impotenza. L’ultima carta da giocare per vivere un futuro diverso da quello già scritto è il Viaggio della speranza alla ricerca di una nuova casa: e così, nella notte della partenza, il padre di Marwan guarda il figlio mentre dorme sulla spiaggia illuminato dal chiarore della luna e gli prende la mano, promettendogli che non gli accadrà nulla di male e pregando le onde del mare e il Fato affinchè non siano sordi di fronte al loro desiderio di normalità.
Un quadro pulito e pieno di sincero calore che raffigura volti affaticati sussurranti aneliti di pace a fior di labbra, mentre la Storia contemporanea, negazionista e ostile, sbarra strade, chiude porti, gira le spalle al prossimo in difficoltà e 'ci ha detto di portare altrove le nostre disgrazie'.
Un quadro da ammirare e basta, mentre il brano ‘Immi Ruah’ di Renato Zero in sottofondo riempie il silenzio.
Indicazioni utili
'Non dirmi che hai paura' e 'Il grande futuro', entrambi di Giuseppe Catozzella.