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Crimine e punizione nella versione romantica di Co
Un marinaio grinzoso e dagli occhi spiritati ferma per strada un giovane uomo che si sta recando ad un matrimonio.
È un giorno di festa, i cuori sono lieti e leggeri e quel vecchio dalla lunga barba argentea e dalle mani avvizzite e scheletriche conduce con sé un alone di malaugurio.
Il vecchio trattiene il giovane con mano d'artiglio e comincia a parlare:
"C'era una volta un bastimento...."
Il giovane, spaventato, vuole fuggire lontano da quello sguardo acceso e perso nelle dense nebbie della memoria che, al pari di quelle oceaniche, conducono l'ascoltatore alla deriva ma, non può perché ne resta ammaliato.
E così, suo malgrado, decide di fermarsi e sedutosi su di un masso, ascolta ciò che il vecchio ha da narrare.
Il marinaio ha una storia di cui liberarsi.
È il racconto delle conseguenze nefaste legate alla morte di un Albatro, uccello portafortuna importantissimo, secondo la credenza popolare, per la protezione della navigazione.
Con la sua morte, per mano dello stesso marinaio che narra, s'innesca una maledizione che nella narrazione risulta essere il punto di non ritorno, e la nave e il suo equipaggio vengono condotti in un viaggio sinistro e spettrale in balia di forze infernali, fino a giungere all'attenuazione e alla ritrovata pace.
Il lettore, così come il protagonista, solcherà gli oceani al pari di un novello Ulisse, immerso in una dimensione di sogno, sovraccarica di simbolismi ma pur sempre con la gola serrata da paure arcane ed insite all'uomo.
In poche pagine Coleridge sviluppa, in forma di ballata suddivisa in sette parti, quello che a tutt'oggi è considerato il capolavoro in versi del romanticismo inglese. Scritto in un periodo in cui era in stretto connubio artistico con Wordsworth (che influenzò parecchio l'opera introducendo egli stesso la figura dell'albatro),la ballata fu inserita come introduzione nelle Liryc ballads pubblicate nel 1798 e ritoccata più volte per
togliere di mezzo gli arcaismi del linguaggio.
La critica accolse l'opera come qualcosa di assolutamente bizzarro seppur straordinario.
Tante furono le letture che ispirarono Coleridge nella composizione ma l'influenza maggiore gli venne, come si può facilmente dedurre, dalla letteratura di viaggio.
Dell'opera ho apprezzato più di qualsiasi altra cosa, il passo relativo alla punizione divina per l'atto umano altamente sconsiderato, pagine epiche magistrali.
Ho letto la ballata seguendo in cuffia la recitazione di un attore su video con tanto di sottofondo acquatico e ho trovato l'esperienza di lettura unica, molto empatica e che consiglio fortemente.
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Commenti
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La tua recensione, Marcella, è come sempre molto bella.
Voglio segnalarti un libro (se ancora non l'ho fatto). Si tratta del diario di Dorothy, sorella del poeta Wordsworth; un modo di accostarsi alla vita quotidiana di coloro che il Romanticismo, non solo lo scrivevano ma lo vivevano tutti i giorni. E' un libro scritto molto bene e di grande fascino . Il titolo : "I diari di Grasmere".
E' una delle poche cose che leggerei e rileggerei in inglese: Coleridge riesce a modulare le rime al punto da farti sentire il mare in tempesta e le onde che si infrangono sulla nave alla deriva. Semplicemente un capolavoro! (In inglese è un po' difficilotto, però...)
In ogni caso se ti interessa puoi provare la versione con testo a fronte edita da Feltrinelli, credo un anno fa.
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