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La seduzione del male
Siamo di fronte all'altra faccia del romanticismo, quello più oscuro. Leggere quest'opera è essere coscienti di inoltrarsi nei corridoi bui e squallidi dell'animo umano che corroso da vizi, scelleratezze e mal di vivere, conduce l'uomo alla perdizione e l'unico spiraglio di salvezza è riscontrabile solo nella poesia più pura.
L'esistenza stessa di Charles Baudelaire è un viaggio all'inferno senza ritorno; il poeta in alcuni versi la descrive così :
" la mia giovinezza non fu che un'oscura tempesta, traversata qua e là da soli risplendenti; tuono o pioggia l'hanno talmente devastata che non rimane nel mio giardino altro che qualche fiore vermiglio".
Siamo di fronte ad un'opera grandiosa e blasfema, ricca di rimandi satanici, presenze ultraterrene, donne immonde, animali inquietanti, allucinazioni e naturalmente morte ovunque. Una morte che diviene tangibile tanto è presente; essa si mostra come compagna fedele del poeta che la vede talvolta come definitiva e consolatrice e talvolta come incubo dal quale fuggire; la tomba, a sua volta, diventa un maelstrom, dal quale si è risucchiati senza rimedio.
Altro tema ricorrente è l'amore che non è certamente quello spirituale; esso è puro piacere che sazia la carne ma non il cuore in continuo fermento. L'opera è divisa in argomentazioni. Troviamo descrizioni bozzettistiche di una Parigi irriconoscibile che cambia aspetto al calar delle tenebre nascondendo, attraverso il buio, i mille volti derelitti che l'attraversano di giorno; inoltre, componimenti commemorativi, d'osservazione o puramente deliranti scritti (sicuramente) all'interno di una fumeria d'oppio. Una lettura forte ed impegnativa ma decisamente unica. Vi lascio con un componimento tratto dalla sezione Fiori del male:
"Mi pare, a volte, che il mio sangue fiotti come una fontana dai ritmici singhiozzi. Lo sento colare con un lungo murmure, ma mi tasto invano in cerca d'una ferita.
Fluisce attraverso la città come per un campo recintato e trasforma i selciati in isolotti, cava la sete a ogni creatura, tinge la natura in rosso.
Spesso al vino capzioso ho chiesto di addormire per un giorno il terrore che m'assilla; ma il vino rende l'occhio più acuto e l'orecchio più fino.
Ho cercato nell'amore il sonno dell'oblio; ma l'amore, per me, non è che un materasso d'aghi fatto per procurare da bere a crudeli puttane".
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Commenti
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andrò a rileggermi qualche passo !!!
Hai mai letto la Ballata degli Impiccati di Rimbaud?
Bellissima recensione!!!!!!!!!!!!!!!!
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