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Un sentito addio al mondo
Nell'anno 1866 Emily Dickinson decide che è arrivato il momento di chiudere il mondo fuori dalla sua porta di casa, la Homestead paterna di Amherst, cittadina del Massachussets.
Da questo momento in poi la vita della poetessa americana è vissuta solo attraverso la carta; le poesie (ordinatamente cucite) e le lettere ritrovate dopo la sua morte dalla sorella, furono pubblicate postume e, fortunatamente giunte sino a noi. Molto è stato detto sulla sua reclusione, la sua vita è stata romanzata e il suo fascino è tuttora palpabile.
Difficile capire Emily Dickinson...una personalità forte e complessa per l'epoca e soprattutto dotata di un intelletto che la separa nettamente dai contemporanei...uno stacco che possiamo apprezzare bene noi lettori odierni. Emily, infatti, è attualissima ma di non facile comprensione a mio giudizio; il suo linguaggio sperimentale e il suo stile ermetico catapultano il lettore in una dimensione quasi di sogno e veglia. Molte delle sue poesie sono dedicate ad una natura splendente e rigogliosa ma anche dura e malinconica osservata, conosciuta e sentita fino in fondo semplicemente spiando dalla finestra di una piccola camera. Emily conosceva profondamente l'amore senza averlo vissuto in prima persona, conosceva se stessa e aveva paura della morte....mi ha trasmesso, attraverso le poesie, una grande voglia di vivere...e questa forza esplodeva dentro di lei ma non sentendosi capita fino in fondo ed essendo fondamentalmente una ribelle, maturò la decisione dell'addio al mondo come unica via di fuga possibile. Voglio postare una delle poesie che preferisco per condividerla con voi.... qui credo ci sia tutta l'anima di questa grande donna che da una piccola casetta americana grida il suo passaggio sulla Terra:
" VASTA ERA LA NOTTE
ADORNATA D' UNA SOLA STELLA
CHE AL PASSAGGIO DI OGNI NUVOLA
SI SPEGNEVA PER LA PAURA.
IL VENTO SI ACCANIVA SUL PICCOLO CESPUGLIO
STRAPPANDOGLI LE FOGLIE LASCIATE DA NOVEMBRE-
POI SI ARRAMPICAVA
NERVOSO SULLA GRONDA.
NON C'ERANO SCOIATTOLI IN GIRO-
LUI SENTIVA, COME FELPA INTERMITTENTE,
I PASSI TARDIVI DI UN CANE
GIù NELLA STRADA DESERTA-
CONTROLLARE CHE LE IMPOSTE SIANO CHIUSE
E PIù VICINO AL CAMINO
SPOSTARE LA PICCOLA SEDIA A DONDOLO
E COMMUOVERSI PER I POVERI
LA MASSAIA COSì PASSAVA IL TEMPO
AH, COM'è PIù BELLO-DISSE LEI AL SOFà DI FRONTE-
IL NEVISCHIO, CHE IL MAGGIO SENZA TE".