Dettagli Recensione
Poesia brasiliana
Tormentato e ironico: questo è Mario Quintana, un poeta brasiliano. In questo libro, dipinge un mondo che sembra il frutto degli errori di un apprendista stregone che trasforma la realtà provocando indifferenza e solitudine, anziché purificarla e migliorarla. Il risultato è un’umanità meschina, schiava dei suoi desideri, che rimane vincolata alla sfera materiale senza riuscire a proiettarsi verso l’infinito:
“Oh, prendiamo le barche dalle nuvole!
Gonfiamo le vele di venti!
Lanciamo nello spazio, sempre più in alto,
La rete delle stelle …
Ma dalla terra sale un pesante odore di capelli ...
Un lungo, ansimante fremito nei palmeti, intorno ...
La notte nera, lentamente,
Stringe il mondo tra le ginocchia.”
Secondo il poeta, l’uomo teme il nuovo, il diverso, il confronto con la propria interiorità; e quindi rifiuta la poesia che scalfisce le sue certezze:
“La poesia è un sasso nell’abisso,
l’eco della poesia scompagina i profili:
Per il bene delle acque e delle anime
Assassiniamo il poeta.”
Mario Quintana ha l’umorismo e la passionalità propria degli autori sudamericani, come Garcia Marquez e Isabel Allende; come loro, mostra abissi e verità con uno stile musicale e armonioso che si coglie leggendo la versione originale delle sue poesie presente nel testo a fronte.