Dettagli Recensione
le stanze del cielo
Riprendendo il suo discorso poetico iniziato mirabilmente con “ La gioia e il lutto, “ il Ruffilli
ci consegna un secondo capolavoro: “ Le stanze del cielo. “
Lasciato alle spalle il minimalismo delle sue prime raccolte poetiche, da un coraggioso colloquio a più voci sulla “ passione e morte per Aids, “ l’autore ampia gli spazi del suo discorso poetico e si addentra in un campo poco adusato ai poeti: la prigione e la tossicodipendenza.
Il Ruffilli diventa così sia un poeta di riferimento sia un poeta totale, che ha annullato la forma egocentrica che appartenne anche alle sue prime raccolte e rinnega una poesia capace unicamente di esprimere i sentimenti che toccano l’io e, invariabilmente, si consuma girando sempre attorno allo stesso perno.
Ma, soprattutto, il Ruffilli è un poeta civile come lo furono nell’ Ottocento i grandi vati dell’Unità italiana, il suo impegno però si rivolge ancora una volta agli sconfitti. Nella sua piena maturità al poeta interessa ogni realtà che circonda la società, indugia sul male e sulla sofferenza in ogni sua forma, ed il suo verso entra timido nelle mura protette dalle grate.
“ Si fa il possibile / per questa gente / (…) per farla stare meglio / da bere e da mangiare / più che sufficiente (…) “
Ma: “ grate e cancelli da ogni / parte, intorno, tetri cortili / dalle altissime mura. / Ovunque regna / un ordine di cose / che qui è del tutto inusuale (… )”
E ancora: “ Si cerca di alleviare “ / (…) la loro condizione / finché la si può alleviare. “
Il verso del poeta non è mutato, è il suo tipico verso breve, ma attento.
Verso che pare voglia deflagrare. “ Letti affiancati / letti sovrapposti / uno sull’altro / accatastati / (… ) “ la colpa / è mia la colpa / lo so, sono dannato. “ / (…)
Dannato senza speranza: “ E della libertà / che farne…/ la vita è un fiume / che scivola nel fango. ” (…) “ Lucida spada / che ti attraversi / e ti trafigga / che tagli il filo / portandoti via da tutto / ma, da te stesso, mai. “
Ma, da te stesso, mai…
Sino al quasi inevitabile verso che sigilla la stanza: “ vorrei scappare / a tutti i posti / della mia vita /andarmene perché / ho orrore di quello / che è accaduto. “
Concludo definendo il Ruffilli un grande poeta attuale, nella sua “ poetica “ inattualità.