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Aforismi a mo' di versi
“I poeti sanno/ quando devono/ smettere di scrivere”: si chiude con queste parole di grande saggezza il libro dal titolo Aforismi e magie dell'indimenticabile Alda Merini, tra le massime voci poetiche italiane del secolo scorso, e non solo.
Pubblicato da Rizzoli in prima edizione nel 1999 (precedendo così di dieci anni la scomparsa dell'autrice), esso raccoglie non soltanto testi poetici veri e propri, alcuni in modo particolare di notevole bellezza e profondità, ma soprattutto una nutrita serie di aforismi – “il meglio” sottolinea Benedetta Centovalli, all'epoca alla direzione letteraria della casa editrice lombarda – comparsi a partire dall'inizio degli anni Novanta per lo più in diverse edizioni fuori commercio e in tiratura assai limitata; si trattava delle numerosissime plaquette edite pressoché artigianalmente da Pulcinoelefante, minuscola realtà editoriale con sede a Osnago (in provincia di Lecco) a cui nel 1982 aveva dato vita Alberto Casiraghi, classe 1952, scrittore e illustratore.
Non a caso, la raccolta in questione è impreziosita proprio dai disegni di quest'ultimo, che la stessa Merini considerava “uno dei più originali pastellisti del Novecento”. Un connubio artistico e umano, il loro, assai fecondo che ha creato oltre cinquecento piccole preziose pubblicazioni, addirittura esposte in mostra al Castello Sforzesco di Milano in anni passati.
La lettura di questi aforismi, riportati a mo' di versi, è molto piacevole e scorrevole, sebbene tanti fra essi invitino spesso a soffermarvisi più a lungo e a riflettere. Come afferma la Centovalli nella sua nota introduttiva, quella della Merini, anche stavolta, si rivela una scrittura capace di “imprigionare in una breve frase tutta l'armonia o tutto il disincanto del mondo.”
Una scrittura, a seconda dei casi, intrisa pure di ammirabili ironia e senso dell'umorismo che sembrano scandagliare e prendere in giro la vita, a dispetto delle amarezze, disillusioni e torti che essa immancabilmente non ci risparmia. Un buon numero di scritti è riservato alla Poesia e ai poeti, un altro all'amore, pure con qualche nota erotica, così come non vengono dimenticati follia e malattia in generale, Dio e la religione, tempo e morte attraversando le stagioni dell'esistenza.
Tra i tantissimi che ho apprezzato, cito i seguenti:
“Ho il colon
ustionato
dai versi.”
“Io amo
ciò che non
si dice.”
“La casa della Poesia
non avrà mai porte.”
“Non cercate
di prendere i poeti
perché vi scapperanno
tra le dita.”
“Anche la follia
merita i suoi applausi.”
“Lo sconforto
non tiene mai conto
del firmamento.”
“Non esiste
né un principio
né una verità:
l'unica cosa che può fare l'uomo
è di sopravvivere all'universo.”
“È un filosofo puro il poeta,
che va sulle montagne
a cogliere l'ultima stella.”
Consiglio a tutti di farsi dono di questa lettura, un doveroso omaggio alla Poetessa dei Navigli.
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