Dettagli Recensione
Un nuovo canzoniere
Come un novello Dante, Mari scrive la sua” Vita Nova” almeno nel senso che raccoglie in un canzoniere- ma qui siamo già a Petrarca - le liriche composte in età giovanile e avente come oggetto il suo amore per una ragazza. Non vi è però rinnovamento alcuno ma una sorta di rimpianto per un amore che avrebbe potuto materializzarsi e invece è rimasto in bocciolo semplicemente perché non dichiarato. A trent’anni di distanza, alcune liriche rivelano che l’amore non era unidirezionale, ma semplicemente taciuto non ebbe modo di rivelarsi. Eppure è stato potente, tanto da imprimersi nella mente del giovane liceale e dell’uomo adulto che ora pare prendere le giuste distanze con una garbata autoironia. Si passa dunque dal tono elegiaco : “Vederti e innamorarmi/è stato un punto solo/e chi la giudicasse frase fatta/sappia che se pecca/è per difetto/perché la visione/ nemmeno contemplò l’amore/ ma fu direttamente previsione/di tutto il patimento destinato” al più disincantato: ”Come un serial killer/faccio pagare alle atre donne/la colpa/di non essere te”. Questo a far capire il possibile scarto registrabile tra una poesia e l’altra, tutte brevi nell’ordine di pochi versi o al più di qualche strofa, ricche di citazioni che spaziano da Psyco a Cavalcanti, passando per Tolstoj e Shining di King con incursione perfino nel mondo dei tre porcellini. Non è nelle mie corde.