Dettagli Recensione
DESTINAZIONE PARADISO
Chi è poeta? Chi va seguendo un solco già tracciato o chi osa scartare di lato trovando una nuova via? Come esprime la sua sensibilità il poeta? Attingendo dal mero dato biografico, dal colmo delle sue impressioni o rinnovando le stesse per superare se stesso, la propria finitudine, il proprio ego? Come si realizza infine la sua sicurezza espressiva? Sigillando il ricordo, elaborandolo o facendone ancora materia di nuova e rinnovata ispirazione? Dante, delle due possibilità, ha sempre scelto la seconda e questo prosimetro , il primo in campo lirico in lingua volgare italiana, è la summa di una capacità innovativa, sua cifra contenutistica ed espressiva caratterizzante, in continua tensione, tesa a raggiungere una perfetta sintesi tra istanze culturali vigenti e profonda consapevolezza di sé.
Stupisce la “Vita nova”, per il candore biografico, per la suggestione onirica che la attraversa, per il finale aperto. Finale che promette, riconoscendo un limite momentaneo, di giungere ad una capacità lirica ancora più netta, più cristallina, dignitosa al pari dell’oggetto di cui ancora tratterà: “io spero di dire di lei quello che mai non fue detto d’alcuna”. Stupisce anche perché qui è già contenuta una vasta gamma di liriche esteticamente perfette, una per tutte la celebre “Tanto gentile e tanto onesta pare” , capaci di inframmezzare una narrazione piacevole quanto un romanzo, complessa come una filosofia, intensa come una rappresentazione visiva.
L’uomo contemporaneo non può privarsi di questa visione e non sarà scevro dalle suggestioni che l’opera ha saputo ispirare alle più intelligenti e raffinate voci culturali delle epoche passate.
Indicazioni utili
Commenti
6 risultati - visualizzati 1 - 6 |
Ordina
|
Fede
6 risultati - visualizzati 1 - 6 |