Dettagli Recensione
Un capolavoro
Presenze e solitudine, silenzio e parola, luce e buio, tangibile e astratto. Non sembra avere limiti tematici la poesia di Chandra Livia Candiani nel suo "La bambina pugile ovvero la precisione dell'amore" uscito per Einaudi nel 2014 e divenuto ben presto un caso editoriale che ha permesso l'impatto con un pubblico moto più ampio di quello a cui la Candiani era abituata nei suoi precedenti lavori, "Io con vestito leggero", "La nave di nebbia. Ninnananne per il mondo", "La porta", e "Bevendo il tè con i morti". Le tre sezioni in cui questa raccolta è divisa (la bambina pugile - pianissimo, per non svegliarti - la precisione dell'amore) si rivolgono di volta in volta ad un "tu" che varia, ma che spesso si configura come una dimensione totale, un denominatore comune al mondo intero. L'io poetico si carica di una saggezza benefica che porta con sé la forza degli affetti "Ti sono famiglia / ti sono grembo / [...] / mi sei soglia / assolata soglia" ma anche la distruzione dell'abbandono "Dopo di te / sono spopolata, / una nuvola senza popolo delle nuvole, / un'anima senza angoli, / spazzata da vento impetuoso." Interessantissime e numerose le riflessioni sulla parola nel suo significato più ampio e che non esita a farsi gesto o trasognata immagine spesso proveniente dagli innumerevoli poeti che la Candiani porta con sé, o dal suo background di conoscenza della letteratura orientale (a proposito, numerosissime e di pregevole fattura le sue chiusure haiku "lo sgrano a te / sinfonico bisbiglio / ala gigante" Si fa per larghi tratti pedagogica questa poesia, come nelle stupende "Mappa per l'ascolto" e "Nel mondo ci suono i suoni" (la seconda è la poesia inserita in copertina, mutila dei primi sei versi), dove nella semplicità di un gesto come l'abbraccio "per abbracciarsi si fa così / ci si avvicina lentamente / eppure senza motivo apparente / poi allargando le braccia / si mostra il disarmo delle ali" o l'ascolto "Dunque, per ascoltare / avvicina all'orecchio / la conchiglia della mano / che ti trasmetta le linee sonore / del passato" la poesia trova spunto per un dialogo dove la leggerezza del discorso si sposa mirabilmente con un lessico ricercato ma mai pesante e una versificazione ritmicamente scandita da schemi musicali elaborati, propiziati anche dalle numerosissime anafore. Tecnicamente, il punto di forza della Candiani é il saper accostare immagini leggere ad altre, invece, molto crude: le parole schizzano con velocità allarmante tra semantiche diverse producendo accostamenti nome-aggettivo o verbo-oggetto originalissimi (caratteristica, questa, messa molto in risalto dalla versificazione scarnificata che spesso procede per singoli scatti). 151 pagine in cui Chandra livia Candiani prende per mano il lettore e lo sostiene nella scoperta dei dettagli che si celano dietro l'abitudine, elencati con un linguaggio portentoso e immagini pregnanti che fanno di questo libro un capolavoro.