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Frammenti di pensiero
La poesia non è tra le mie passioni. Conservo ancora il ricordo dell’incubo che rappresentavano per me, bambino, tutte quelle poesie che la maestra ci obbligava a imparare a memoria. Di tanto in tanto, però, mi capita tra le mani qualche libro di poesie e, da buon bibliofilo, non resisto a scorrere qualche pagina. Il più delle volte, storco il naso e ripongo il libro di poesie nel suo scaffale. “Frammenti di pensiero”, diversamente, mi ha tenuto incollato alle pagine sin dalle prime righe, sorprendendomi piacevolmente perché ero in grado di vedere a “immagini” le parole espresse dall’Autore.
La scrittura, non ermetica ma mai banale, mi ha permesso di capire le diverse esperienze, situazioni ed eventi che l’autore man mano disegnava davanti a me. Ha reso reale ciò che Carla Guidoni nella sua prefazione ha dato come definizione di poesia “… fissare frammenti di emozioni, di ansie, silenzi, amore, sfiorare attimi fuggenti, frugando nei desideri, quando sono diventati ormai un rimpianto, dando per un attimo voce a quelle emozioni che si nascondono in un silenzio voluto.”
Se siete appassionati di poesia, troverete in “Frammenti di pensiero” una raccolta di versi che soddisferà il vostro palato esigente. Se le vostre preferenze di lettura hanno altri orientamenti, beh, questa è la volta che vi dovete fermare e fare un’eccezione. Come siamo tutti capaci di apprezzare un bel brano musicale anche se non solo non sappiamo suonare alcuno strumento ma non sappiamo nemmeno distinguere una nota da un’altra, così tutti possiamo apprezzare gli stimoli e le riflessioni che l’autore ci offre tramite questi versi.
Oscar Venturini, già preside di un Istituto Superiore a Trieste, è conosciutissimo per i suoi studi sull’interpretazione psicologica della scrittura. Nel 1975 ha fondato l’Istituto Italiano di Grafologia di cui è sempre stato Presidente. Nel 1980 ha fondato la rivista “Rassegna di studi grafologici”. È presidente dell’associazione culturale Gens Adriae e direttore dell’omonima rivista. Per la poesia ha pubblicato nel 1956 una silloge dal titolo “Cirri”, nel 1980 “Tergestiadi” in dialetto triestino, nel 1987 la silloge “Radici”.