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Malinconia nel ricordo
Amo la poesia che esprime malinconicamente i ricordi di un passato e che emergono sfumati, prendono corpo in immagini che, pur essendo reali, sembrano costruite in una dimensione magica, che dona loro il sapore di un bene perduto, riflettendo tuttavia ancora nell’animo le sensazioni che lo stesso sprigionava.
Ecco perché questa breve silloge di Mirella Cellucci riesce a colpirmi fin dai primi versi della poesia che dà il titolo all’intera opera:
Restano
solo ricordi
degli oleandri in fiore
quando il verde del mare
tra le foglie
prometteva smeraldi
……………
C’è un profumo di vita che, benché trascorsa, riesce ancora a materializzarsi nell’animo della poetessa, perché è un patrimonio acquisito, è quella certezza che ci dona la consapevolezza di quanto il nostro passato sia importante per continuare a percorrere la strada dell’esistenza.
Resta, tuttavia, la dolorosa constatazione di come i nostri occhi e il nostro spirito, assuefatti con gli anni e al tempo stesso condizionati dalla temperanza senile, vedano il mondo con minor entusiasmo, come in Tramonto (…./ E’ cambiato / il colore dei tramonti / che accendeva / col rosso delle vampe / l’ansioso andare / della fantasia /…).
Il concetto viene ulteriormente ribadito con Anima mia (Spesso ripenso a te, / anima mia, / a com’eri / a come ti ha cambiato / il tempo /…).
E’ tutto un caleidoscopio di ricordi che riaffiora, mai triste, ma sempre malinconico, come di qualche cosa che si è avuto, si è perso e non si ritroverà più.
E la lirica conclusiva della silloge porta il suono dell’ultima campanella che sembra chiamare a raccolta tutti i ricordi per rinchiuderli nello scrigno del cuore.
Non chiedermi perché
ho chiuso
le cortine della finestra
e ho stretto forte
i pugni nel mio cuore
E’ suonata
l’ultima campanella
e le sue note
hanno l’eco
di una stagione
lunga e bella
che scompare
……………………
E’ una scrittura semplice e notevolmente efficace,
è una lettura veramente piacevole e rasserenante.
Oleandri in fiore è quindi senz’altro raccomandabile.