Dettagli Recensione

 
Il cerchio infinito
 
Il cerchio infinito 2008-09-15 04:19:41 Miriam Ballerini
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Opinione inserita da Miriam Ballerini    15 Settembre, 2008

Il cerchio infinito

“Il cerchio infinito” è la seconda silloge dell’autore mantovano Renzo Montagnoli. Dopo solo un anno di distanza dall’uscita del suo primo lavoro “Canti celtici”, il poeta ci presenta un libro piacevole sotto diversi aspetti: quello della poesia costituita da versi liberi di ampio respiro. Il loro senso, che come una spirale fatta di diversi cerchi riporta sempre al significato che Montagnoli ha voluto dare all’intero testo.
Di cosa ci parla l’autore? Ce lo spiega lui stesso nell’introduzione: “La vita, nel suo mistero, il tempo, nella sua incertezza, la distanza, nella sua imperfezione, sono il tema di questa silloge”.
Già nella prima poesia che porta lo stesso titolo del libro, troviamo la sera che acquieta e dà modo di pensare che comunque i giorni corrono. Da questo suo intimo pensiero passa a un ampio tutto “dove resta la polvere di anime spoglie, soffi di vita ritornati nell’eternità”.
Da sempre l’uomo si chiede perché si muore, cosa succede, dove si va a finire. Esiste una vita dopo la vita? E Dio? Temi grandi, troppo per noi piccoli esseri umani. E, come ben dice Montagnoli “Il problema è che l’uomo, per sua natura, tende a ridurre ogni cosa alla sua dimensione”.
I testi colpiscono il lettore, lo coinvolgono, tendono a condurlo a riflettere sulla propria esistenza.
Il poeta, uomo fra gli uomini, è vicino a chi legge, intimo, perché anche lui, come tutti, si pone gli stessi nostri interrogativi.
E lo fa compiendo un viaggio fra la natura sempre ben presente e solido valore:

PRIMAVERA

Raggio dopo raggio
s’infradicia il bianco
gocciolano allegre le grondaie
una carezza di sole
dà l’addio all’ultima neve.
………………………………

Confrontando l’età adulta a quella giovane, a come il tempo paia poco per chi ha già viaggiato tanto e molto per chi, invece, compie i primi passi:

CAMMINARONO INSIEME

Un nonno e un nipotino
a passeggio per il viale
lungo all’infinito per il piccino
breve come un istante per l’anziano.
……………………………………..

Oppure mettendoci di fronte a vite diverse per le quali il tempo ha una durata diversa, ma non per questo meno senso.
E l’ansia dell’uomo davanti al tempo che fugge, una paura che è solo umana, perché in natura lo si accetta e si compie il proprio destino, sia quello di una goccia d’acqua, minuscola o lo schermo ampio di un tramonto.
Alcune poesie sono delle vere e proprie meraviglie, ad esempio “Concerto d’anime” o “Dalla finestra”.
Montagnoli scrive con delicata attenzione e tenerezza, guardando al passato e, inevitabilmente, spingendo lo sguardo a quello che ancora deve venire.
Un libro che fa riflettere e riempie, ricco di “leggera” filosofia, recata alla portata di tutti.

© Miriam Ballerini

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
10
Segnala questa recensione ad un moderatore

Commenti

Per inserire la tua opinione devi essere registrato.

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Identità sconosciuta
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Incastrati
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Tatà
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il mio assassino
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
La vita a volte capita
Valutazione Utenti
 
4.4 (2)
Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.1 (3)
La prova della mia innocenza
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Il porto sepolto
Vita d'un uomo
Adelchi
L'ultimo turno di guardia
Uno più uno fa uno
Aforismi e magie
Poesie dell'indaco
Diavolo di sabbia
L'ennesimo angolo
Haikugrafia
La strada dei colori
Se non mi confonde il vento
Forza e libertà attraverso Alda Merini
I passeri di fango
Cento poesie d'amore a Ladyhawke
Haiku della buona terra