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L'amore negato
 
L'amore negato 2008-06-27 00:11:46 Renzo Montagnoli
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    27 Giugno, 2008
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Il mal d'amore

Gran Premio Speciale della giuria, sezione Libro Edito, della città La Spezia.



I poeti celebri che con le loro penne

hanno dato vita all’opera sublime e solenne,

non voglio né posso contrastare.



In tutta umiltà, vorrei semplicemente narrare

la pena immane e le passioni vane

di chi geme e soffre le tribolazioni della vita.



Con questi versi inizia la bellissima silloge di Dunja Torroni, un’opera dedicata al mal d’amore, un corrosivo sentimento che si traduce in intima, intensa angoscia di vivere.

Ci sono versi in cui l’amore riesce a predominare, con una visione apodittica di questo sentimento, altri in cui invece traspare il tentativo di comprendere il suo significato e altri ancora dove invece si riduce a un fenomeno fisico istintivo.

Comunque, pur in presenza di diverse sfaccettature, manca la gioia, ma è sempre presente un’angosciante disperazione.



Sussulta ancora il vecchio, / che per le carezze ancora palpita. / Sussurra amore sibillina / la morte vicina. / Sussulta e scalpita, / cercando un ultimo bacio: / un ultimo soffio / che colpisce il cuore.



Altre volte c’è una visione disincantata, una ricerca dell’amore inteso come stato di giovinezza ( Vorrei abbracciarti e baciarti / prima che il mio pene penda definitivamente. / Vorrei penetrarti ed amarti / prima che si afflosci inesorabilmente.).



Oppure l’istintivo desiderio di ricominciare il tutto (Fare un semplice click e / cancellare il passato. /…).



Non mancano amare constatazioni, dove la metafora coglie il senso in modo assai suadente:



E’ così breve il dono dell’amore,

la vita di una rosa,

che sboccia al mattino

e si spegne la sera.



Triste destino,

per colui che coglie la rosa:

spoglia alla sera

muore al mattino.



Oppure il tormento di una cupa rassegnazione:



Amori riciclati

amori clonati,

rifatti chirurgicamente

per vivere eternamente.



Rifatti con i soldi,

con i programmi per PC,

per ripeter l’illusione

di vivere in eterno e mai morire.





E poi l’ultima, splendida metafora, compendio di tutta l’opera:



Corrono:

i fili della corrente elettrica



Si inseguono, abbracciano

e abbandonano…

Intrecciano le loro vite



I fili dell’alta tensione



Portano



un sorriso, un presagio,

forse un po’ di luce.





E’ una poesia giovane, nel senso che traspare nei versi un linguaggio più corrente, ma non per questo meno efficace, né mancano tuttavia esempi di apprezzabile armonia e di ricercatezza formale, frutto di una ecletticità che riesce a variegare l’opera, avvincendo il lettore.

Da non perdere.

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