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Non c’è il due senza il tre…
E’ più che presumibile che gli autori abbiamo assaporato e inglobato il gusto della continuità, in una tematica piuttosto frequente in poesia, meno facile a trovarsi quando sia il frutto di un lavoro di coppia.
Ma più che d’amore, d’amore agognato, sognato, bramato, qui si comincia a vederne i risultati quando questo, ormai raggiunto senza che diventi necessariamente un’abitudine, si è ormai consolidato, dando forma a quella vita di coppia che è frutto di un’unione, formale o informale, comunque stabile e non occasionale.
Peraltro, e questo mi fa piacere, si comprende dai versi e dalla loro tonalità come questo altissimo sentimento sembri ogni giorno rinnovarsi, con lo stesso entusiasmo e la medesima passione del primo incontro (Ricche le tue parole / dolci - come i frutti della terra -, / festose - come suoni nell’aria -, / hanno il sapore del sole / - del vero amore; / disegnano certezze / senz’ombre / in questa serena Domenica).
Si ripetono così, in delicate sfumature, soprattutto ove è solo presente la mano di lei, emozioni spesso trasognate, con quella mitizzazione dell’amore propria di chi è ancora nettamente pervaso da quel senso di gioisa inquietudine che coglie, e sempre d’improvviso, chi viene trafitto dalla freccia di Cupido (E non vedo l'ora che sia questa notte / per guardare dalle piccole fessure della mia camera / la chiara luce che la notte mi regala, / semplice e magica: / finalmente potrò così pensarti, / l'unico modo che ho di star con te, / una volta al giorno; e pensare / che mi ami e che starai a me accanto / fino a quando io, chiudendo gl’occhi, / non diventerò figlia delle tenebre.). Questa poesia, scritta da Vanessa Corallo, bene esprime la forza e la potenza di un sentimento a cui anche ci si affida per avere una presenza immateriale, ma rassicurante.
Di tutte le liriche presenti quelle più concrete, se pur immerse in un idillio trasfigurato, sono proprio frutto dell’autrice, mentre più mascherate – s’intende nel sentimento – sono quelle scritte da Giuseppe Iannozzi; insomma una si apre maggiormente, l’altro sta un po’ sulle sue, finge di non dare importanza alle emozioni, un comportamento tipico del resto del maschio. Nel caso specifico si tratta di un gallo cedrone, impettito, ma che ronza intorno, parolando con promesse anche divertenti (Amoruccio, per te tutto / Divento uno spostato e un capellone / o anche uno che si fila la destra / Amoruccio, per te tutto / Cado in ginocchio davanti a te / e così resterò fino alla fine / dell'infinita eternità / E non dovesse bastare / mi faccio templare per il Sacro Graal).
Ma dove sono quelle poesie effettivamente scritte in coppia, quali sono i risultati? Cosa risulta da questa combinazione di tremiti d’amore e di impettiti corteggiamenti? Si ottiene un amalgama di strano effetto, senz’altro riuscito, e che lascia pensare che all’occorrenza abbia prevalso l’uno sull’altro, senza compromessi che banalizzerebbero la poesia (…Oh l’amore! Amore amore amore / quante volte t’invochiamo / per troppo ardimento / con l’anima soffocata in petto / Stupido stupidissimo bisogno / d’assaggiare labbra di ciliegie; / ma quale creatura potrebbe mai / vivere una vita intera in solitudine? …).
Peraltro, anche se il tema dominante è l’amore, è lasciato qualche spazio ad altri argomenti, e addirittura, dopo le poesie, figurano nel libro alcune azzeccate favole, un’opportunità di sognare ad occhi aperti, che non potrà che essere apprezzata dai lettori.
Del resto la lettura non è mai affaticante, né è necessario soffermarsi eccessivamente per comprendere un senso del tutto naturale e in questo sta anche il pregio della raccolta, volta a esternare in modo mai enfatico quel sentimento che è il motore della vita. Gli autori si lasciano sì andare, ma sono consapevoli che l’amore non ha bisogno di interpretazioni, perché è una forza che scaturisce naturalmente e che è propria di tutti.
Leggetelo e non ve ne pentirete.