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pannALimone
 
pannALimone 2010-08-23 13:56:49 Renzo Montagnoli
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    23 Agosto, 2010
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Dolce e aspro

Strana raccolta di poesie, strana anche perché non è frequente che due autori si mettano insieme per scrivere a tema, uno indipendentemente dall’altro o anche congiuntamente.
Peraltro, già il titolo, con cui si coniuga la candida e per lo più dolce panna con il giallo e aspro limone, lascia propendere a un modo diverso di affrontare e svolgere le tematiche, in un contrasto di visioni, acuito dall’asprezza che si accompagna alla quieta e serafica visuale delle cose.
Così, come nel caso dell’amore, alla veemenza di Tinti (Amami ancora / con nocche scarne / e rughe di taglio /…) si contrappone la soavità di Flavio (Per te sarei grano, / per inventarti valle; / mi farei madre / per ambirti figlia, /…).
Questioni di indole, indubbiamente, ma è evidente che panna può essere benissimo Zago, mentre il limone meglio si addice a Tinti. Sarà proprio così? Propendo per il sì, perché, pur non avendo mai letto nulla prima di Flavio, conosco bene la poetica di Baldini, in cui a volte lo sdegno quasi iroso prevale in modo marcato, animando i versi di un impeto travolgente.
Tuttavia, a complicare le cose, figurano anche alcune poesie scritte insieme, in cui l’amalgama fra panna e limone porta a risultati che vanno oltre le aspettative, come in Il tuo mare (Vivi il tuo mare, / possente di creste / schiumate / e fluenti / seriche pieghe, / ornate di suoni / struscianti / e sferzate / su rive d’attese / in granelli di credo /…). Ecco così che l’aspro si stempera, pur senza perdere il suo originario gusto, così come il delicato si irrobustisce, conservando comunque la sua indole caratteristica.
E’ evidente che questa esperienza di scrittura e di pubblicazione, tutta tesa ai contrasti, può far perdere di vista l’analisi indipendente, autonoma di ogni singolo testo, e questo è da evitare, proprio per assaporare il gusto pieno, che sia aspro o che sia dolce, portato dai versi, liberi, anzi sciolti, tesi al risultato di evidenziare il messaggio, pur senza scadere nella banalità o comunque nella quotidianità dell’espressione (In questa notte / solitaria di suoni / canta tu solo / al mio orecchio / canta in ardente fuoco. / …) (… Anche la stanza canta / all’unisono / col nostro fiato / si strugge, / confonde, ci cinge / e / incanta.).
Da leggere, con calma e attenzione.

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23 Agosto, 2010
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Per te sarei grano,
per inventarti valle;
mi farei madre
per ambirti figlia...

varrebbe la pena comprarlo solo per questi versi!
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