Il canto della rivolta. Hunger games
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un finale un po' harmony
*spoiler*
Della trilogia degli Hunger Games questo é l'unico "episodio" del quale ho letto il libro. Per gli altri due mi é capitato di vedere il film, quindi nella mia mente i vari personaggi avevano già un volto e dei lineamenti ben definiti.
Il libro mi è piaciuto molto, mi sono piaciute anche le parti un po' "pesanti" di introspezione di Katniss, che la rendono più umana e meno "rambo ammazza tutti".
Concordo con molte delle recensioni precedenti che affermano la morte o il concludersi di alcune parti in maniera troppo frettolosa e nebbiosa: la morte di Finnik, l'allontanamento della madre, la sparizione finale di Gale.
Ed è proprio il finale che ho trovato in perfetto stile "Harmony". Si fosse fermato a prima dell'epilogo avrei potuto accettarlo (ma non condividerlo perché sembra un accontentarsi la storia dello stare con Peeta); ma la parte dell'epilogo l'ho trovata troppo troppo in contrasto con il resto della storia. Una sorta di finale da Cenerentola incastrato a forza.
Molto piacevole lo stile e il ritmo della narrazione dell'intero racconto, ma quell'epilogo lì, non mi é proprio andato giù.
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Emozionante e tristemente realistico
Contiene spoiler.
La mia recensione riguarda più o meno tutta la saga.
Quanto al contenuto, è totalmente un capolavoro. Un'idea del genere porta ovviamente a una saga meravigliosa. Oltre ad avere una fantasia particolare, questa serie è caratterizzata anche da temi molto presenti: la forza del governo, le ingiustizie, la rivoluzione... Tutti argomenti che portano la serie a poter essere letta anche da un pubblico adulto. Infatti il contesto è totalmente realistico, i fatti descritti potrebbero accadere davvero e penso che questi libri siano anche una denuncia per questo.
Come ultimo libro me lo aspettavo diverso. A volte l'autrice si dilunga troppo e alcuni tratti possono diventare noiosi. Un'altra pecca che ho trovato è che talvolta l'autrice non fa capire il contesto, per esempio come si passa da un'azione all'altra o dove si trovano i protagonisti. Avrei voluto più marcata anche la presenza di Gale, che alla fine del libro viene lasciata in disparte.
Un'ultima cosa, più importante, negativa. A parte il fatto che le tante morti sono strazianti, il che è comunque doveroso per questo genere di libro, non mi piace molto il modo in cui sono descritte.
Mi spiego. Mi aspettavo una Katniss un bel po' più disperata per le morti di Cinna, Boggs, ma soprattutto Finnick e Prim. L'ho trovata un po' priva di sentimenti, secondo me dovevano venire descritti meglio.
Ora veniamo ai pregi.
Beh, questo libro è tutto un pregio. E' triste, tanto triste, di una tristezza che insegna. Ci insegna il coraggio, ci insegna a non arrenderci, ci insegna ad andare avanti nella vita.
Come ho detto prima, ciò che più emoziona e allo stesso tempo terrorizza, è la realtà dei fatti che accadono. Perché ciò che è descritto è ciò che avviene in età contemporanea, solo con mezzi diversi.
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Straziante
Non sapevo davvero cosa aspettarmi da questo libro: c’era chi mi aveva detto che non fosse all’altezza del secondo, chi mi aveva spoilerato il finale dicendo che morivano tutti… be’, queste pagine sono state sicuramente una sorpresa e non le ho affatto trovate inferiori ai capitoli precedenti!
Il motivo per cui molti sono stati delusi è forse la poca azione che c’è rispetto ai libri precedenti, a favore di un ulteriore approfondimento psicologico della mente di Katniss che qui vediamo davvero molto provata. Personalmente non ho trovato che fosse noiosa (anche se c’è qualche situazione che si ripete troppe volte) e anzi, ha fatto aumentare la mia stima della Collins: scrivere di avventure e azione forse un po’ tutti ci riescono, ma sondare i pensieri di quella che nelle sue mani non è più solo una protagonista, ma una persona in carne e ossa, be’ penso sia davvero difficile, soprattutto quando sanno di disperazione.
Tra i capitoli si susseguono atrocità di ogni genere e ad un certo punto viene da chiedersi “perché?!”, per quale motivo l’autrice non può sorvolare, non può liquidarle con poche parole, non può indorare la pillola, non può censurarle. E la risposta è semplice. Realismo. Sì, perché nonostante ci immerga in un futuro lontano molte centinaia d’anni, il lettore lo avverte come se fosse vicino a lui, come se potesse alzare lo sguardo dalle pagine e dire “Mi trovo proprio a Panem”. Questo perché i temi trattati dalla Collins sono attualissimi e il modo d’agire dei suoi personaggi, anche e forse soprattutto, dei più crudeli e calcolatori è identico a quello delle persone vere.
Probabilmente molti si aspettavano che concedesse maggior spazio al triangolo amoroso, soprattutto alla figura di Peeta che qui, rispetto agli altri libri, compare pochissimo, ma credo che abbia agito in modo giusto in quanto se l’avesse fatto, avrebbe ridotto “Hunger Games” ad uno dei tanti stupidi libri su questo tema mentre fin da subito è stato chiaro che non era ciò a cui la Collins puntava.
Con questo ovviamente, non voglio dire che sia privo di difetti, ma si tratta di piccolezze facilmente trascurabili. Ad esempio, in alcuni momenti liquida quelle che ritengo importanti emozioni di Katniss, in un punto appare un po’ ripetitiva, in un altro troppo affrettata o poco realistica (quando spediscono la squadra a far scoppiare i baccelli e registrano al contempo il pass-pro) ma non c’è davvero nient’altro.
Il finale è straziante, non tanto per ciò che avviene, quanto piuttosto per come la penna dell’autrice riesce a descriverlo, come riesce a immergerci nella desolazione di Katniss che dopo le mille difficoltà, soprattutto psicologiche, che ha affrontato viene gettata così da parte.
Per quanto riguarda la figura della nostra “Ragazza di fuoco” a parecchie persone non è andato giù come sia distrutta in questo volume; invece io credo proprio che ci sta tutta. Ha partecipato a due, dico, DUE Hunger Games (quando uno solo è sufficiente a mandarti fuori di testa) e come se non bastasse le torturano Peeta -gli fanno il lavaggio del cervello!- a causa SUA; uccide millemila perone e molte di più vengono ammazzate (Cinna, Darius, Finnik, le persone del Distretto 12…) a causa della ribellione che involontariamente ha causato; Gale, l’amico d’infanzia che dovrebbe sostenerla, diventa buono solo a inventare trappole crudeli e ad essere geloso; Prim, per la quale Katniss si è offerta come tributo, che ha protetto da sempre, muore, per mano della Coin per giunta, che in teoria doveva essere “dalla parte dei buoni”. E dopo tutto questo uno non dovrebbe uscire di testa?C***o, nemmeno se fosse stata fatta di diamante ne sarebbe uscita integra!E’ umanamente impossibile (!) e lei è solo una diciassettenne.
Non mi sento di contestare nemmeno l’uscita di scena di Gale. E’ stato evidente quasi per tutto il libro che i rapporti con Katniss si erano ormai sfaldati e dopo che la Coin ha usato la bomba da LUI ideata per uccidere Prim e bambini vari non avrebbe mai più potuto guardarlo senza pensare alla parte di colpa che ha avuto.
Mi trovo invece d’accordo con i molti che protestano per il modo in cui muore Finnik. Sotto silenzio. Ho dovuto rileggere quella frase perché quasi non me n’ero accorta; pensavo si trattasse soltanto di uno dei tanti che moriva lungo il percorso. E Katniss non fa manco nulla per salvarlo, lo grazia soltanto con una morte rapida con l’esplosione dell’Olo!!
Personaggio che invece nel finale non ho ben capito è Haymitch: in tutta la trilogia cerca di aiutare i suoi sue tributi, seppur con i suoi modo contorti e discutibili e nonostante tutti i suoi problemi, ma alla fine, quando Katniss sembra essersi definitivamente persa, cosa fa?Assolutamente nulla!
Ci sarebbero centomila altre cose da dire ma mi rendo conto che chi legge non vuole sorbirsi i miei sproloqui, quindi…mi censuro sperando di aver dato almeno una vaga idea del valore del libro.
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un finale poco incisivo
Ho terminato il capitolo conclusivo degli " Hunger Games".
Una strana sensazione, di malinconia, si è impossessata di me quando ho chiuso l'ultima pagina del libro, indice di quanto questa saga sia riuscita nel suo insieme a conquistarmi.
Mi sono ormai abituato alle figure di Katniss, Peeta, Gale, e quanti altri hanno avuto la sfortuna di vivere nelle brutali lande di Panem. Provo un certo dispiacere nel non avere più nulla da leggere su di loro.
Non voglio soffermarmi molto sulla trama di quest'ultimo volume, incentrato interamente sulla sanguinosa rivolta che Katniss ha involontariamente acceso e che travolgerà le vite di molti e della nazione stessa, quanto concentrarmi sulle impressioni che mi ha suscitato.
Impressioni decisamente contrastanti.
I primi due volumi della saga sono scorsi via come un fiume, rapidi e fitti di colpa di scena, colmi di adrenalina e originalità.
In questo caso invece la lettura è scorsa molto più a rilento, vittima di una trama ben più scialba e scolorita di quelle passate e di uno stile di scrittura spesso piatto, incapace di scavare e addentrarsi nella mente dei personaggi, e nei loro più intimi contrasti, se non in una maniera superficiale e limitata.
Tal'ultimo difetto lo avevo riscontrato anche nei precedenti volumi, ma lì la forza magnetica suscitata dall'intreccio era tale che ci si poteva passare sopra senza porsi troppo domande.
Ne " Il canto della rivolta" invece la solidità dell'impianto narrativo vacilla e, a tratti, collassa del tutto, gravato soprattutto dal peso di una protagonista che perde la propria freschezza e finisce con l'essere per ben 450 pagine un semplice burattino nelle mani di altri.
Katniss parla, si muove e, troppo spesso, si relaziona agli eventi sulla base di quanto altri le hanno detto o consigliato di fare. Persino quando sembra che sia lei a tenere il gioco la Collins ha subito l'accortezza di farla finire in un letto di ospedale .
La più grave mancanza che ho trovato è proprio questa: Katniss, che è comunque un personaggio gradevole , nell'arco dei tre volumi non subisce alcuna trasformazione, non matura e non cresce, né impara dai propri errori. Continua fino all'ultimo ad essere vittima degli eventi. Anzi, forse subisce persino un'involuzione, dati i continui k.o. e svenimenti cui sembra essere soggetta.
La stessa superficialità ho avuto modo di riscontrarla nello sciogliere alcuni dei nodi sui cui i precedenti libri si erano retti: la rivalità tra Gale e Peeta, la figura ambigua ed enigmatica del Presidente Snow.
Temi interessanti, ricchi di potenzialità narrative ma che vengono liquidati con poche parole, vedasi Gale e Peeta nelle pagine conclusive, e , nel caso di Snow, senza grandi approfondimenti della sua persona o della sua storia.
Mi basta far volare il pensiero ad un certo Lord Voldemort per capire quanto una saga consenta di sviluppare antagonisti magistrali, nella propria caratterizzazione psicologica, e per capire quanto di più la Collins avrebbe potuto fare.
Devo poi dire che l'azione, anche se non ai livelli precedenti, non manca nemmeno in questo capitolo e che i colpi di scena, sempre astutamente elaborati, continuano ad essere presenti e ad invogliare nel proseguire la lettura.
Il capitolo conclusivo è di certo il meno brillante dei tre ma non per questo da gettare nel dimenticatoio, una conclusione degna seppur non eccelsa ad una saga che è davvero in grado di intrattenere.
Non posso dunque che consigliare di leggerla , anche solo per la mera funzione di intrattenimento ed evasione che è in grado di esercitare.
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Hungry C.u.b.
Cenere. Polvere grigia di uomini, animali, piante, oggetti. Cenere e' tutto cio' che resta del Distretto Dodici, uno spesso strato di polvere che avvolge lo stivale di Katniss.
I pochi superstiti hanno trovato una via di fuga, la citta' sotterranea ha accolto i profughi, cibo insapore, clima claustrofobico, un programma giornaliero da seguire con attenzione.
Lo spettacolo continua, la rivoluzione si combatte via terra ma anche via etere, la propaganda sovversiva conta su attori, scenografie, registi.
Resta l'ultima grande arena da affrontare : Capitol City resiste ancora. Il simbolo e' spinto dall'ennesima missione, dal disperato anelito di vendetta immaginando l'ultima freccia che trapassa la rosa bianca, quella posata sul petto del presidente Snow.
Se il primo volume si avvale dell'effetto sorpresa del gioco alla morte nell'arena ed il secondo inneggia alla rivoluzione offrendoci uno spaccato piu' maturo dei personaggi, il terzo libro occupa un sipario allestito su scene di guerriglia collettiva vera e propria. Sebbene fra i tre volumi sia forse quello che mi e' piaciuto meno, anche qui il ritmo e' altissimo e i colpi di scena azzannano.
Millecentosessantottopagine dopo scivolate via come una copia di Topolino: tempo di bilanci.
Se cercate un romanzo dalo stile ricercato, di quelli il cui contenuto e' irrilevante tanto si e' assorbiti dalla penna, lasciate stare Hunger Games. La scrittura e' fluida e d'effetto, ma non sarebbe sufficiente da sola.
Se cercate uno spunto mirato alla riflessione, la letteratura pullula di scritti dispotici, puntate altrove, non su Hunger Games. Sebbene io sfidi chiunque a non trovare, volendo, una quantita' inenarrabile di argomentazioni su cui femarsi a pensare.
Se cercate intrattenimento, fiction, una saga da addentare in maniera selvaggia, a bocca piena mentre brandelli di cibo vi colano ai lati della bocca avida di macinare pagine su pagine... Aprite l'ombrellone, posate le armi.
E che comincino gli Hunger Games, buona lettura.
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delusione delusione delusione!
SICURAMENTE CONTIENE QUALCHE SPOILER!
E' stata una lettura difficile, asfissiante, infinita e per nulla scorrevole.
Il canto della rivolta (basta osservare la copertina) non è altro che la ghiandaia che prende il volo, si libra libera e porta con se pace e speranza per tutti.
O almeno questo è quello che uno si aspetta.
Tutto è incentrato (ANCORA????????) sulle paranoie della povera piccola Katniss che invece di scendere in campo a lottare viene imbellettata e usata come modella che deve parlare della rivolta.
PARLARE NON COMBATTERE.
Ebbene si perché questa ragazza dovrebbe scendere in campo e con la forza d'animo con cui è riuscita ad uscire da due Hunger Games, dovrebbe lottare contro Snow e la Coin.
Invece? Sviene, cammina avanti e indietro, si fa le pippe mentali (tantissime e anzi troppe!!!) sviene, cammina e si fa le pippe mentali all'inifito.
Questo per arrivare alla fine in cui la sorella Primrose muore. MUOREEEEEE!!!!
Cioè: MUORE!!!!!!
Tutti questi tre libri per salvare sua sorella e poi che succede? Muore grazie ad una trappola escogitata da Gale!
SUZANNE COLLINS MA CHE DIAVOLO PENSAVI DI FARE? NON SEI MICA MARTIN!
Muore Prim e Katniss va via di testa, diventa un'ameba incapace di provare sentimenti e di reagire tanto che...... E QUI ARRIVA IL BELLO: decide di sposare Peeta ma non perché ne è innamorata.
NO!
Decide di sposarlo perché lui è l'unico a rimettere insieme i pezzi.
Suzanne sei seria?
Si conclude il libro con lei che guarda i suoi due figli. Gli innominati. Non hanno nome, nelle sue parole non c'è amore, nel finale non esiste il lieto fine ma solo l'idea che quando i tuoi cari moriranno non ci sarà speranza per chi sopravvive.
FINE SPOILER
Per chi vuole cominciare a leggere questa saga potete trattenervi dal leggere il secondo ed il terzo perché nel corso della storia il carisma della Collins si esaurisce e neanche per colpa sua.
Ma delle case editrici.
Ebbene si. Sapevate che questa saga in principio era composta da un solo tomo? E la bellezza di tre editori le hanno suggerito di sfornare gli altri due convinti del successo.
WTF!
Secondo me il primo merita alla grande di essere letto perché tiene sulle spine dall'inizio alla fine mentre per gli altri due....Beh, sapete come la penso: NON SONO INDISPENSABILI!
Perdono di scorrevolezza ed i protagonisti diventano delle marionette di altri più grandi e invece di ribellarsi si fanno soggiogare! MA DAIII!!!!
Katnis, non sei degna di essere una ghiandaia!
Buona lettura.
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un libro claustrofobico
Con questo terzo appuntamento della saga di Hunger games, si chiude il ciclo delle avventure di Katniss Everdeen. Dopo esserci lasciati con la notizia che il distretto 12 è stato distrutto da ripetuti bombardamenti da parte di Capitol city, Katniss si risveglia nel distretto 13, un tempo anch'esso distrutto dalle forze di Capitol city, risorto sotto la superficie è il baluardo dei ribelli che stanno organizzando la rivolta. E' qui che è ambientata la prima parte del libro, dove viene descritta la vita nel distretto 13 dei ribelli. Con Katniss ci sono Prim, Gale, sua Madre, Haymitch... ma non Peeta, che non è stato salvato dall'arena, ma è tenuto prigioniero dalle forze governative.
Così si svolge tutta l'intera parte del libro, in un distretto chiuso, Katniss sarà costretta girare molti (Troppi) scatch pubblicitari da mandare in onda contro capitol city per fomentare la rivolta, e a combattere contro una serie di Crisi interiori davvero pesanti che la gettano sull'orlo della pazzia.
Decide di arruolarsi come soldato, [SPOILER] e guiderà un attacco direttamente sul territorio di Capitol city perdendo molti dei suoi compagni... la sete di vendetta verso il presidente Snow aumenta sempre di più, così come i suoi conflitti interiori che la porteranno a cercare di togliersi più volte la vita.
Quello che mi è apparso durante la lettura di questo romanzo è stato un forte senso di claustrofobia. Forse perché gran parte del libro è ambientata sottoterra, non ci sono i bei stagni, i bei boschi verdi dove cacciare in pace, ma tutto si limita ad una città sotterranea, posta a centinaia di metri da suolo. In più la situazione psicologica di Katniss non aiuta affatto. Perderà la maggior parte delle persone che ama, provocando in lei apatia, Frustrazione e voglia di morire, cose che si ripercuotono e vanno ad incrementare la già forte atmosfera cupa, priva di ogni forma di felicità.... pesante.
[SPOILER] Discutibili sono poi alcune scelte per quanto riguarda il corso della trama (morte della sorella (che sinceramente dopo tutto questo casino avrei preferito farla sopravvivere), la morte di la Coin, l'abbandono di Gale... ) trama troppo accelerata nel finale, alla fine si ha la sensazione che manchino dei pezzi, Confusionaria poco scandita (tant'è che ho fatto fatica a capire della morte di Prim, quando ad un tratto si parla del mare, della spuma, delle fiamme, per poi svegliarsi ustionata all'ospedale).
Finale: un po troppo semplice a mio parere, però adatto. ci voleva un lieto fine, almeno un poco, dopo tanta sofferenza che la povera Katniss (e il lettore) ha dovuto subire.
Capitol City è caduta, il distretto 12 risorgerà dalle proprie ceneri, ma una cosa è certa, Gli Hunger games non esisteranno mai più.
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FINALE DELUDENTE...
ATTENZIONE:SPOILER.
Ed ecco terminare la trilogia degli Hunger Games, onestamente lasciandomi con tante domande senza risposta (per esempio perchè Katniss uccide Coin invece di Snow? Va bene l'odio, la paura, la diffidenza, ma anche Snow non era un santo....), e un pò di delusioni e amaro in bocca per quanto riguarda il finale. Mi aspettavo molto di più da questo terzo libro, invece ho trovato (ma come molti del resto, ho potuto capire) che la scrittrice, oltre che cambiare il modo di scrivere (molto più cruda e sanguinaria rispetto ai primi due...ma questo ci sta!), ha tralasciato molti aspetti sentimentali (è morta la sorella di Prim e quindi? Viene allontanata dalla madre...e chi se ne frega?....) Basti dire che mi sono commossa di più nel leggere i ringraziamenti alla fine del libro. Molte parti sembrano essere alla rinfusa, ho fatto fatica a seguire sia i tempi, sia i luoghi, tutto scritto in modo frettoloso a mio avviso. Per non parlare della ricomparsa di Effie...poco descritta...Arriva e scompare....L'allontanamento di Gale che ...bhe come dire....sembra quasi che, per la scrittrice, non importasse più nulla, come se non avesse avuto un ruolo importante nella storia. Per la serie disfiamocene così e facciamola andare con Peeta....Un libro, insomma, al quale sono sicuramente legata molto meno rispetto agli altri due. ma non per questo non sono curiosa di vedere la realizzazione del film che (da quel che ho potuto sentire) sarà diviso in due parti.
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SE NOI BRUCIAMO, VOI BRUCIATE CON NOI
La trilogia di Hunger Games giunge al suo termine: stavolta Katniss dovrà affrontare Capitol City, mentre è preda delle sue emozioni per Peeta e per Gale. In questo libro la protagonista giunge al culmine della sua crescita, diventando un personaggio indipendente, persuasivo e anche provocatorio, grazie al quale viene temuta appunto perché considerata come una scintilla, che se non viene controllata può fare scoppiare una rivolta. Comunque Katniss non perde mai la sua umanità, diverse volte dimostrerà anche dissenso ai suoi superiori per le loro azioni e per i loro modi di agire.
Incredibilmente coinvolgente già dalle prime pagine, il libro offre una storia epica che non verrà dimenticata facilmente e che rimarrà impressa in quasi tutti i lettori, che siano ragazzi o adulti.
L'unica pecca di questo libro è che diventa un tantino confusionario e frettoloso nei capitoli prima dell'epilogo, anche se è un difetto comunque trascurabile; per il resto, il libro si legge scorrevolmente fino al suo finale eccezionale.
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IL GRAN FINALE
Finire di leggere una saga che ha appassionato è sempre un piccolo dispiacere. Lascia quel senso di smarrimento per cui viene da chiedersi: E adesso? Questo è l'effetto che mi ha fatto questo libro di chiusura degli Hunger Games, un testo diverso dai due che lo hanno preceduto.
Al contrario di altri lettori, ho apprezzato la maggiore umanità della protagonista, che una volta spogliati i panni dell'eroina, si mostra per quello che in realtà è, una ragazzina ferita, provata e smarrita di fronte ad eventi che le sono sfuggiti dalle mani. Il ritmo del racconto ondeggia tra momenti più riflessivi, quasi statici, e accelerazioni improvvise, che sul finale ci catapultano vorticosamente nell'orrore della guerra che sta insaguinando Panem. In questo contesto spicca come sempre la figura malinconica di Peeta, il ragazzo debole, sfortunato, sempre alla mercè della benevolenza della protagonista, che però è, a mio avviso, l'unico vero vincitore degli Hunger Games. Mentre Katniss lotta per sopravvivere, alternando momenti di ferocia a frivolezze tese ad ingraziarsi il favore del pubblico, Peeta capisce che l'unico modo per sopravvivere ai Giochi è non perdere se stessi. Anche Katniss alla fine arriva a capirlo, ma con maggiore difficoltà e tra tante cadute ed errori.
Quello che semmai ho trovato frettoloso è stato lo scioglimento dell'azione e mi è sembrato che l'autrice abbia solvolato troppo sulla situazione di Panem nel post-guerra, visto che in fondo tutta la saga verte sul tema dell'indipendenza e della libertà rispetto ad un regime totalitario.
Bellissimo invece l'ultimo capitolo prima dell'epilogo, dove la protagonista porta a termine la sua maturazione riuscendo finalmente a cogliere il vero significato della storia:e cioè che per vivere non basta il fuoco dell'odio che brucia, ma è necessario l'amore che si rigenera nonostante tutto.
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Il lamento della rivolta
CONTIENE SPOILER
Ho finito poco fa il libro e sto cercando ancora di mettere a fuoco le ultime parole di Katniss. Sono sinceramente spiazzata da questo libro, per certi versi sembra scritto da una persona che non è la Collins (sia per la freddezza della protagonista sia per il drastico cambiamento di tono) e alle volte sembra appartenere ad un'altra saga. Sicuramente il passaggio dall'arena alla guerra vera è drastico quindi il cambiamento è dovuto a quello. Poi passa troppo tempo dall'inizio del libro al capire cosa prova Katniss o quantomeno al verificarsi di un qualsiasi avvenimento: nonostante questo la Collins non ti permette di staccarti dalla lettura... Sono ancora confusa da ciò che ho letto, anzi mi aspetto da un momento all'altro che mi si dica: "quella era una prova, il vero finale è una sorpresa!" Magari vorrei dire, per quanto eccellente e straordinaria sia questa trilogia ti lascia l'amaro in bocca. Forse i due sfortunati innamorati vedranno la luce in fondo al tunnel nonostante le perdite, ma da lettrice posso solo dire di averli lasciati alla loro "esistenza" troppo presto. Vedendo scomparire troppi personaggi essenziali alla saga e assistendo al declino di Katniss si capisce il suo farsi strada (come quasi tutti i passati vincitori) verso una tranquillità "chimico-farmaceutica", con conseguente abbandono del ruolo di Ghiandaia Imitatrice, che non ti aspettavi fosse degno di lei...
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Trilogia ottima ma questo libro è meno bello degli
Sinceramente mi aspettavo un po' di più da questo libro. La trilogia è, calcolando l'insieme, davvero spettacolare. Si tratta sia di una storia d'amore, che di un romanzo fantasy. Allo stesso tempo ho trovato il terzo volume meno entusiasmante degli altri e più noioso. C'è molta alternanza di azioni brevi, a lunghi periodi di inazione dei personaggi perchè "sotto sedativi o farmaci". Per quanto riguarda i personaggi, in questo libro secondo me la scrittrice cerca di distruggere quello che è stato precedentemente creato (non volendo rovinare la sorpresa a nessuno non vado nello specifico ma chi ha letto il libro capirà) senza però mettere a posto del tutto recuperando la situazione per il finale. C'è secondo me quindi uno "scollegamento" tra la fine dell'ultimo capitolo (scritto troppo precipitosamente) e l'epilogo. Per quanto riguarda la trama in sè, non ho nulla da dire, a parte quanto detto sopra ho trovato il libro ben scritto e professionale. Aspetto altri libri!
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nel terzo libro si precipita nei labirinti della m
**SPOILER DI BASE ANCHE SE UNO CERCA DI EVITARLI***
Dopo i primi due libri, in cui ci presentano i personaggi e ci fanno comprendere come il mondo dove sorge Panem è quasi primitivo, nonostante l'elevata tecnologia e quando i personaggi ci sembrano aver raggiunto la loro definizione ecco che accade qualcosa che sconvolge a tal punto l'esistenza di tutti, che non è più possibile appellarsi a quello che il lettore aveva compreso nei primi due libri.
Nonostante si sia sempre parlato, nei due precedenti episodi, di rivoluzione, quei discorsi, bene o male, erano sempre rimasti unicamente una teoria, che la protagonista sembrava non avesse veramente voglia (o non potesse) di realizzare.
Di fatto non è preparata a quello che la guerra e la rivoluzione è, e di fatto è difficile anche per il lettore, abituato a un certo tipo di vicende, essere buttati in questa "carneficina", non solo fisica, ma emotiva.
Le emozioni e i sentimenti rimangono descritti con una certa forza e un notevole impatto, ma mentre nei precedenti libri erano sensazioni reali cui si riusciva a dare una definizione, nel terzo si precipita in un universo di sensazioni confuse, brillanti, distorte al punto da non riuscire più a comprendere se quello che viene descritto stia avvenendo realmente o sia un sogno della protagonista.
Di fatto tutto viene sempre spiegato, ma in certi momenti la sensazione è di totale abbandono.
In genere effettivamente il libro è piuttosto lento, ma sul finale vi è un crescendo del ritmo che mi ha portato a non smettere di leggere fino alla fine.
Impossibile tirare il fiato e non ci viene dato il tempo di "piangere i morti". Infine, per quello che mi riguarda, non c'è "sollievo" nel finale, per quanto si possa dichiarare che esiste un qualche genere di lieto fine. Per questo ho attribuito un voto più basso alla piacevolezza.
Per quanto l'abbia trovato bello, dopo ho avuto necessità di leggere qualcosa che fosse leggero e divertente.
Di base consiglio questa lettura a chi non si aspetta che in un libro le cose vadano sempre per il verso giusto. che non abbia paura di perdere, nel corso della storia, personaggi cui ci si è affezionati.
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Katniss contro tutto e tutti
Questa trilogia l’ho letteralmente divorata, all’inizio non ero per niente convinta e non avevo voglia di iniziare a leggerla mentre ora ne sento già la mancanza.
Lo stile è sempre accattivante e sobrio, la scrittrice blocca il lettore davanti ai suoi libri dalla prima all’ultima parola.
Passiamo alla trama del libro.
Katniss si è salvata, è sopravvissuta non una, ma ben due volte agli Hunger Games, ma non per questo può ritenersi felice.
Della sua vecchia casa non è rimasto nulla, solo un mucchio di cenere, fortunatamente prima di ripartire per l’arena aveva salvato le sue poche cose portandole nella sua nuova casa da vincitrice.
Non tutti però sono stati così fortunati.
Katniss ha ancora la mamma, la sorellina Prim e Gale mentre Peeta è rimasto senza una famiglia, nessuno dei suoi parenti è riuscito a sfuggire alle terrificanti bombe incendiarie.
Inoltre Peeta è ancora nelle grinfie del maledetto presidente Snow il quale lo terrà come una marionetta per poter tarpare le ali a Katniss.
Katniss sarà combattuta per l’amore e per le ingiustizie del mondo in cui vive.
Farà le scelte giuste e dovrà soffrire molto, non solo di dolore della carne, ma anche di dolore provato con il cuore.
Ci saranno molte perdite, Katniss però non si farà abbattere da nulla.
La sua forza di volontà la farà continuare imperterrita verso tutto e tutti anche a costo della sua stessa vita.
Il finale farà riflettere molto il lettore e riuscirà anche a farlo commuovere.
Che altro aggiungere?
È una trilogia magnifica che merita di essere letta e riletta molte volte.
Non credevo di potermi innamorare di questa saga, i personaggi ed i fatti mi sono entrati nel cuore ed alcuni di questo anche negli incubi!
Una storia da leggere tutta di seguito, che ha preso un posto speciale nel mio cuore.
Vi auguro buona lettura!
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E poi?
Che dire?
Finito proprio ora, appena 10 minuti fa.
C'è sempre una specie di lutto quando finisci un libro, specialmente l'ultimo di una saga, ma qui c'è una grandissima presenza di amarezza.
SPOILER*SPOILER
Devo essere sincera, la prima parte del libro è stata fin troppo lenta, troppo meccanica, troppo "tutto fumo e niente arrosto", troppe mezze frasi che non portavano a nulla. Quindi sono partita abbastanza coi "piedi di piombo" (anche un po' delusa, visto che i primi due libri me li sono divorati).
Che dire? La tensione c'è sempre, in alcuni momenti poca, ma c'è sempre ed è quello che ti spinge a continuare a leggerlo. La storia è bella, degna di una saga del genere, ma non perfetta, per alcuni (molti) punti:
- Troppe volte Katniss, si, la ragazza di fuoco, è inerme, troppo inerme e troppo debole. Sicuramente nessuno si aspettava una macchina da guerra senza debolezze, ma quei continui salti in ospedale ed il fatto che lei sia per i 3 quarti del libro rimbambita e fuori di testa, non giova alla storia.
- La morte di alcuni personaggi, fin troppo frettolosa, come quella di Finnick (personaggio che ho comunque amato), dategli un po' di contegno a quel poveraccio che è stato dilaniato da mega lucertoloni.
-La morte di Prim. Ok, ma mi aspettavo di più. L'unico dolore che prova Katniss è basato sugli incubi (causati comunque da altre morti) e l'assenza della madre, tutto qui? Questo è tutto dopo che ti sei offerta volontaria nel primo hunger games?
-Capisco poi che la Ghiandaia Imitatrice non si possa toccare, ma è per forza obbligatorio il continuo riprenderla fare cose inutili? Un po' di realismo, su.
-La morte della Coin e di Snow. Cosa ottima voler dare un colpo di scena su quella che poteva sembrare una morte ovvia (la morte di Snow), ma un bello "sputtanamento" (si, perdonatemi il turpiloquio) davanti a tutti? Un bel faccia a faccia con la Coin che ti ha mandato Peeta nella missione giusto per farti ammazzare e che tu ha ucciso la tua adorabile sorellina?
-Ultimo punto, si, lo so, posso sembrare frivola a pensare al triangolo amoroso in una storia di oppressione e ribellioni, ma cacchio, gli vuoi dare un po' di pepe? Tra il primo ed il secondo capitolo della saga ci hai fatto tenere il fiato sospeso, cara Collins, e poi? In mezza paginetta ci dici che Katniss e Peeta si sono sposati, lei ha scoperto di amarlo (cosa peraltro abbastanza ovvia) e che Gale è rimasto solo nel 2 senza cercare di riprendersela? Il fatto del qui pro quo sui figli che prima non vuole, poi si lo capisco, n ma il resto? Passione, amore e bla bla bla? Nulla? Sembra che Katniss abbia scelto con un lancio di monetina chi pigliarsi.
Ebbene si, anche in una storia di ribellione e di battaglie, la cosa che mi ha deluso di più rimane l'esito della travagliata storia d'amore. Collins che mi combini?
Bel libro, ma alla fine ti viene da chiederti "E poi?"
Libro che comunque consiglio, soprattutto perchè è l'esito di una grande saga.
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IL "TEEN BOOK" DIVENTA UN DRAMMA PSICOLOGICO
Penso dica tutto il titolo. Il terzo libro della saga degli Hunger Games trasforma le emozioni, addirittura lo stile, e ne esce non più come un libro per ragazzi, quanto un vero dramma che si annida nei meandri della mente umana. La protagonista, Katniss, vaga continuamente tra stati di coscienza e stati di incoscienza, è ferita, dolorante e disperata. Arriva a non avere più nemmeno le lacrime per piangere i mori, intrappolata com'è in un reticolo di avvenimenti strazianti. Ed è questo a rendere il finale leggermente (ma giusto un filo) insipido. Perchè da una saga simile ci si aspetta IL lieto fine, non UN lieto fine. Bello, ben congegnato, neanche troppo affrettato come alcuni accusano. Solo l'inizio lascia l'amaro in bocca, almeno per me, deluso com'ero dal mega-riassuntone in 8 righe di sorprese clamorose alla fine della "Ragazza di Fuoco". Insomma, non è più Hunger Games, che si può prendere un po' più a cuor leggero: questo è un libro che ti fa star male, ma alla fine ne esci felice: sarà per la perfetta tecnica dell'io narrante, che ti fa sentire perfettamente quando le emozioni di Katniss, specialmente quando intrappolata (mantra del libro, tra l'altro). Consigliatissimo.
DA QUI: SPOILER
Se la Collins può essere incolpata di aver tralasciato e non fatto piacere determinati personaggi (Gale su tutti), i due capolavori sono altri: Finnick e Prim.
Il primo, presentatosi nel secondo libro come uomo subdolo (almeno per le prime pagine), assume rapidamente le sembianze di un uomo distrutto, disperato che è impossibile non adorare. Uno schiavo del sesso di Panem, innamorato di una pazza, gentile ma caparbio. La sua morte può sembrare sorvolata, ma conferisce al personaggio una dignità che ha pochi uguali. "Molto più giù, riesco appena a distinguere Finnick che si sforza di resistere mentre tre ibridi lo dilaniano". L'espressione chiave è "si sforza di resistere". Finnick appare talmente superiore, quasi ultraterreno, da dare l'impressione, almeno a parole, di effettuare il tutto come se fosse una cosa di poco conto, quasi condiscendente con gli ibridi che lo azzannano.
La seconda è, ovviamente, Prim. Nei primi due libri il suo ruolo è assolutamente marginale: provoca quasi fastidio la sua presenza, come quella di una bambinetta imbranata solo fastidiosa, infantile. Ma nel terzo libro, tutto cambia. Diventa una donna, matura per di più, saggia e coraggiosa. La sua morte è tragica e inaspettata, e per questo ti colpisce come un macigno, per di più a causa dell'espediente della Collins, che nelle pagine successive non chiarisce il dubbio: "E' sopravvissuta?", lasciandotelo scoprire nel modo più doloroso. Ma il punto focale è che avesse neanche 13 anni l'ho "riscoperto" appena nelle ultime pagine, quando è Katniss a pensarlo. La sua maturità era divenuta tale da pensarla, come minimo, come una 16enne.
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Deludente
Potrebbe contenere SPOILER
Ho deciso di iniziare la saga dopo aver visto il film di Gary Ross e letto il manga Battle Royal, avendo apprezzato il coinvolgimento emotivo del primo e l'idea di base del secondo(assolutamente geniale, chi ama la cultura nipponica come me sa che una pensata tanto originale, affascinante e crudele poteva partorire solo da un giapponese).
Il primo libro è carino, spiega molti punti che nel film erano rimasti oscuri e apparivano incoerenti.
Il secondo è piacevole ma perde qualche colpo.
Però è col terzo che andiamo incontro al completo e totale disastro.
La storia in sè e per sè non è male: la guerra e la ribellione erano le naturali conseguenze dei due libri precedenti, era logico e inevitabile che dovesse andare così. Il problema è come il tutto viene sviluppato.
Sono d'accordo con chi dice che sono stati tralasciati momenti importanti per altri di scarso interesse, ma quello che proprio non ho sopportato è stato il continuo bypassare tutti i punti nevralgici della trama. A parte il bombardamento dell'ospedale, non c'è una, ma dico una battaglia che venga descritta. Ci ritroviamo sempre a dover aspettare l'esito delle missioni mentre katniss passeggia su e giù per i corridoi (assolutamente indecente il salvataggio di Peeta liquidato con un semplice "eccoci siamo tornati!") oppure ne apprendiamo l'esito dopo l'ennesimo svenimento e risveglio in ospedale. E il più delle volte non viene nemmeno dedicato un dialogo diretto, ma si fa un triste riassuntino giusto per delineare il punto della situazione.
Lo so, sembra uno scherzo, sembra che stia esagerando per gettare fango su fango.
Vorrei che fosse così ma invece è la triste realtà.
Katniss non prende mai parte alle battaglie più importanti, è ridotta a ragazza-immagine dei ribelli e il tutto mi potrebbe andare anche bene se si spostasse l'attenzione su una guerra mediatica piuttosto che su una tipica con cannoni, bombe e baionette, anzi oserei dire che la troverei anche più interessante visto che di ribellioni tutte fuoco, spari e morti ammazzati ne ho piene le tasche (a livello letterario intendo). Ma in realtà non succede neanche questo. Anzi appare poco credibile che mentre fuori c'è una guerra in corso (ma non fuori in senso figurato, fuori nel senso per strada sotto casa tua) la gente se ne stia a guardare la televisione ammaliata da una ragazzetta in tutina.
Se si voleva far passare il messaggio che la ribellione è stata vinta grazie alla televisione non è stato abbastanza pregnante, se, al contrario ci troviamo di fronte ad un'ordinaria rivolta dove c'è un po' di tutto, spari, ideologie, diffusioni di notizie, è ancora peggio perché non si vede come Katniss possa avere un ruolo che faccia la differenza quando per tutto il tempo non ha mai mostrato un proprio pensiero rivoluzionario e il suo unico scopo è stato quello di salvare la pelle a se stessa e ai suoi amici.
Per non parlare del tentativo di intrufolarsi nella villa di Snow...pagine e pagine di viaggio per? Si, svenire un'altra volta e ritrovarsi a conti fatti. Tre editor e nemmeno uno che le abbia detto che raggiri di questo genere non li usano neanche i dilettanti. Bah.
E passiamo al punto di maggiore amarezza: il triangolo (?) tra Gale - Katniss - Peeta. Lo dico subito, io sono stata a sostegno della coppia Kat/Peeta fin dal film e non solo per una questione si simpatia/empatia ma perché più sono andata avanti con la lettura più questo finale era l'unico che avesse un senso. I momenti con Gale sono sempre un po' tirati con le pinze, con Peeta abbiamo scene di maggiore intensità e intimità. Il rapporto tra i due protagonisti ha un percorso, ha degli alti e bassi, ha una narrazione. Quello con Gale sembra fermo ai boschi e ai ricordi che Katniss ha della loro amicizia. Ho avuto dubbi sui sentimenti di Katniss per Peeta ma quasi mai questi dubbi comprendevano la possibilità che amasse di più Gale. E comunque si sono dipanati del tutto dal bacio sulla spiaggia fino alla perdita di memoria. Quest'ultima avrebbe dovuto essere sviluppata in maniera più interessante: Peeta poteva finalmente amare Katniss per come è veramente, abbandonando completamente l'idea troppo perfetta e idealizzata che si era fatto (dando inizio ad un amore non adolescenziale ma adulto e maturo) e Katniss, avendo perso le certezze sui di lui sentimenti avrebbe dovuto riconquistarlo. E invece...e invece niente. Assistiamo ad un lento declino, alla freddezza e all'allontanamento, riempita da un po' di Gale qua e là.
Ma alla fine tutto va per il meglio. Peeta e Katniss tornano al macabro distretto 12 per formare l'allegra famigliola Mellark. Favoloso. (Ma perché! Perché? Neanche voleva figliare e si ritrova con due pargoli...dopo millemila pagine di "io non voglio bambini" non ce li meritavamo due righi di spiegazione? A quanto pare per la Collins no)
Ah ma attenzione, non lo sposa perché lo ama, lo sposa perché con lui può avere una vita tranquilla. Fine della spiegazione. Liquidata in due righi. Giuro.
A questo punto avrei preferito che non avesse scelto nessuno oppure che l'amore dei due libri precedenti non ci fosse mai stato. Perché non puoi, ma intendo proprio a livello tecnico, imbastire una love story per quasi tre libri e fare finta che non sia mai esistita. Tanto che quel "vero" finale mi sa tanto di falso se ripenso ai momenti di gelo delle 100 pagine precedenti.
E poi, detto fra noi, Perchè la nuova presidentessa è un personaggio secondario e inutile? Che forma di governo si è instaurata? Com'è la situazione politica a Capitol City? Pare che tutto questo non abbia importanza e che la priorità sia quella di far vedere che alla fine, si, Peeta e Katniss ci sono riusciti a portare due marmocchi per prati.
Un'ultima nota: a me lo stile non piace, troppo sciatto, migliaia di morti che passano sotto gli occhi senza che ti colpiscano sul serio. Troppe liste, troppo raccontato, troppi dettagli inutili. Ho particolarmente odiato il momento in cui scrive che Gale va a vomitare in un lavandino giallo acceso. Come questa informazione sul colore insolito del lavandino possa influire sulla storia non si sa.
Insomma spero solo che col film facciano un miracolo e ci diano tutto quello che nel libro ci è mancato. Mi appello al regista e chiedo che sia il meno aderente possibile alla trama in maniera da dare un finale degno alla saga.
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Insomma...
ATTENZIONE SPOILERS.
Premettendo che amo profondamente la saga della Collins e la sua Katniss -cosa bizzarra per me in quanto, solitamente, preferisco sempre personaggi secondari o addirittura minori-, mi sento di affermare che se avessi dovuto giudicare la trilogia sulla base dell'ultimo libro, Il Canto della Rivolta, sarei giunta alla conclusione che la saga faccia pietà e compassione.
Ma andiamo per ordine.
Il Canto della Rivolta (in lingua originale “Mockingjay”) è il terzo ed ultimo capitolo della saga distopica di Hunger Games, scritta dalla statunitense Suzanne Collins.
È il momento in cui, dopo aver affrontato ben due edizioni dei Giochi a soli quindici e sedici anni, Katniss guida finalmente la rivolta dei Distretti di Panem contro Capitol City, partendo in particolare dal fino ad allora creduto distrutto Distretto 13.
Il lettore si aspetterebbe un bel tomo di dimensioni importanti alla pari de I Doni della Morte della Rowling, in quanto certamente non è il materiale che manca all'autrice per concludere la trilogia a mo' di fuochi d'artificio.
In realtà il libro è di “sole” quattrocento pagine e la Collins dimostra di meritare appieno il quinto Girone dell'Inferno dantesco e di finire insieme agli accidiosi. Infatti, il peccato commesso dall'autrice in questo ultimo libro, è quello della pigrizia.
Alla fine del secondo capitolo, La Ragazza di Fuoco (in inglese “Catching Fire”), ci viene proposta tutta una serie di input, tra nuovi personaggi e rivelazioni, tale da spingere il lettore a fiondarsi sull'ultimo volume colmo di aspettative.
Ciò che, invece, ci si trova davanti è una narrazione macchinosa di eventi alquanto confusi a partire dalla descrizione di una Katniss mentalmente instabile, costretta a ripetere a se stessa chi sia, quanti anni abbia etc., fino ad arrivare alla Rivolta vera e propria che, a parer mio, è stata ridotta alla corsa dei Ribelli attraverso Capitol condita con un po' di morti qua e là e ad una freccia conficcata nel petto della presidente del Distretto 13, la Coin.
Tutto molto confuso.
Lo stile è certamente accattivante, anzi se non fosse stato per quello, che comunque sprona il lettore ad andare avanti a fiato sospeso, il libro sarebbe stato un po' un flop.
Infatti, là dove non arriva la materia, per grande fortuna della Collins, arriva la forma, quindi non si può affermare che Mockingjay non sia piacevole da leggere.
Tuttavia, il puzzo di “accozzaglia” di materiale si avverte anche sotto il velo di seta profumato: ci si aspetta che la protagonista, Katniss Everdeen, partecipi attivamente alla Rivolta, mentre per una buona prima parte della narrazione assistiamo ad una ragazzina che si va nascondendo negli armadietti in preda a crisi nervose, per la seconda parte è invece più che altro una “ragazza-immagine”, sebbene si avverta il desiderio da parte di lei di fare qualcosa in più.
Il punto è che il “qualcosa in più” non c'è e quei pochi spunti non sono sviluppati, ma rimangono sospesi in aria come palloncini gonfi d'elio.
Viene lasciato troppo spazio a descrizioni accurate delle armi super tecnologiche utilizzate dai Ribelli, alla loro corsa attraverso Capitol fino alla residenza del presidente Snow e troppo poco è invece riservato alla spiegazione di eventi realmente importanti, prime su tutti le varie morti nel corso della narrazione.
Questo mi conduce spedita al discorso sui personaggi.
L'impressione che ho avuto è che la Collins volesse dimostrare come la guerra riesca a mutare le persone, presentando così dei personaggi più “adulti” in un certo senso: missione fallita.
Secondo il mio modestissimo parere, non si può delineare una ragazza di quindici anni come tosta e coraggiosa nei primi due libri e poi trasformarla in un coniglietto spaventato e instabile nel terzo. Non si può, non è credibile, nella vita reale non accadrebbe.
Molto più sensata è, al contrario, la trasformazione che vive Peeta successivamente alle torture inflittegli dalla Capitale.
Una parentesi a parte è necessaria, invece, per Gale. Gale che sin dall'inizio sappiamo essere l'amico d'infanzia di Katniss si trasforma in una macchina da guerra. Istinti repressi che salgono improvvisamente alla luce oppure ci siamo sbagliati nel giudicarlo sin dall'inizio? Nessuna delle due opzioni. Anche in questo caso ho avuto l'impressione che l'autrice volesse modificarne l'indole “in corner”, ma ciò che ha ottenuto non è una personalità sfaccettata -sempre secondo il mio modestissimo parere- quanto piuttosto un ragazzo insopportabile che la maggior parte dei lettori odierà per aver creato le bombe che uccideranno la sorellina di Kat, Primrose.
Sinceramente, si tratta di un personaggio, insieme a quello di Prim (mai sopportata, ma questo dipende piuttosto dai miei gusti personali) che non mi ha lasciato nulla né a livello affettivo né a livello morale.
Per quanto riguarda invece gli altri personaggi, quelli meglio caratterizzati, secondo me, sono Haymitch Abernathy, Johanna Mason e Finnick Odair. Tuttavia, per quanto mi sia disperata alla morte di quest'ultimo, non mi è piaciuto il modo in cui si è cercato di liquidarlo, un po' come non digerirò mai i miseri due minuti dedicati nel film “Harry Potter e l'Ordine della Fenice” alla morte di Sirius Black.
Cara Collins, che ci hai raccontato il suo passato, cosa ha attraversato, la relazione complessa con Annie Cresta e ce lo vuoi far fuori (non) mi sta anche bene, ma almeno onoralo di una fine dignitosa e non sbranato (sbranato? Non si sa esattamente, piuttosto lo supponiamo) da lucertoloni ibridi.
Altri personaggi muoiono poi nel corso della narrazione, ma sinceramente, a parte Prim, sono tutti poco degni di nota nel senso che il lettore non è teso mai ad affezionarvisi e quindi la loro scomparsa rimane nell'indifferenza.
I colpi di scena, ovviamente, sono molti, ma quello che ho apprezzato di più, in quanto mi è sembrato essere il più “ragionato”, è la decisione di Katniss di far fuori la Coin al posto di Snow.
Sempre frettoloso ho trovato invece l'epilogo.
Mi sono trovata d'accordo con la Collins nel presentare un finale che non fosse allegro e spensierato, bensì uno realistico. Tuttavia, ho trovato il tutto un po' scontato e confuso: era evidente sin dall'inizio che Katniss e Peeta si sarebbero sposati, ma m'avrebbe fatto molto piacere sapere che cosa ha fatto cambiare idea alla protagonista riguardo il concepire dei figli. Infatti nel primo libro e addirittura prima della Mietitura, Katniss confida a Gale di non volerne.
Ennesimo palloncino gonfio d'elio sospeso in aria, insomma.
Inoltre, la fretta della Collins nel voler concludere è evidente anche nel non aver dato un nome ai due figli di Katniss e Peeta, cosa che sinceramente trovo parecchio ridicola.
In conclusione, affermerei che, per quest'ultimo capitolo della saga, la Collins aveva a disposizione 100, ma ha sfruttato solo 50 in maniera frettolosa e sbadata.
A parer mio, c'era materiale sufficiente per ben due libri finali e il tutto si sarebbe concluso in maniera spettacolare se l'autrice avesse saputo porre attenzione sui punti della narrazione che realmente meritavano, piuttosto che su altri che avrebbero anche potuto non essere approfonditi e nessuno l'avrebbe notato.
La saga nel complesso è molto meritevole, ma ribadisco che si tratta di un merito attribuitogli in particolare per i primi due libri, in quanto se il tutto si fosse ridotto al terzo sarebbe stato un flop.
Il merito dell'autrice è stato comunque quello di creare una protagonista ben caratterizzata e che senza esagerare potrebbe benissimo rientrare nel decalogo delle eroine letterarie moderne. Si badi che non si tratta di un personaggio adorabile a 360 gradi, ma è proprio questo che lo rende straordinariamente polifacetico.
Consiglio la lettura della saga agli appassionati di letteratura distopica e a coloro che desiderano immergersi in una narrazione serrata e colma di suspance e che non si lasciano impressionare dal fatto che si tratta di più di un libro da seguire.
La consiglio, inoltre, a chi vuole respirare attraverso le pagine un po' di spirito guerrigliero e a chi non si lascia impressionare facilmente.
VIBRAZIONI DI EMOZIONI
contiene spoiler
‘’Voglio che tutti voi pensiate a un’occasione in cui Katniss Everdeen vi ha realmente commosso. Non a quando eravate invidiosi della sua pettinatura, o a quando le ha preso fuoco il vestito o ha scoccato una freccia in modo quasi accettabile. Non a quando Peeta ve l’ha fatta piacere. Voglio sentirvi parlare di un momento in cui lei vi ha fatto provare qualcosa di vero.’’
Tutto è vero: le sue paure, le sue recriminazioni contro Capitol City, la pietà, le azioni avventate, l’amore per sua sorella Prim e i suoi dubbi di chi sia amico o nemico o di chi sia lei.
Tutto questo è Hunger Games. Tutto questo è la mente di una diciassettenne che si sacrifica per qualcosa di più grande di lei, che non capisce e impazzisce per questo. La si vede spesso assente, rannicchiata in posti bui pur di dimenticare la morte di Rue, di suo padre, Peeta che trasmissione dopo trasmissione lo si vede più magro, con i nervi tesi e occhi persi. Inconsapevolmente l’aveva incoronato come sua ancora di salvezza. Lui era la persona buona, quello con i discorsi giusti, detti in momenti giusti, con parole giuste. Lui, che con la sua rivelazione di ragazzo innamorato l’aveva eretta a ragazza ‘desiderabile’. Lei, ostile, diffidente e senza parole era ora al centro dell’attenzione anche prima di quella mano, che si protende verso Peeta per rivelare quelle piccole, tonde, scure palline che ingoiate porteranno a morte certa.
Ho adorato ogni libro ma in questo mi sono spesso chiesta: è così che voglio vedere Katniss Everdeen? Mi ero abituata alle sue azioni avventate, che segue sempre il suo istinto, che non abbandona mai nessuno e in questo... è assente, la si vede vacillare, sottomessa al regime stretto del tredici e abbandona Peeta.
Nel primo libro si capisce che combatte per la sua vita, anche quando Peeta alza il pugnale per gettarlo nel lago,mentre lei aveva teso il suo arco contro il suo petto pronta a ucciderlo.
Nel secondo libro cerca di accettare di essere ancora una pedina di Capitol City. Fa di tutto pur di compiacerli ma questo non basta e passa notti insonni, con sogni terribili che la straziano e dilaniano la sua anima.
In questo ultimo libro la sua mente diventa sempre più fragile tanto che è palese per tutti che se vogliono che la Ghiandaia Imitatrice faccia il suo dovere dovranno cercare di liberare Peeta. Ma non sanno che ormai lui è perso, deviato. Al loro primo incontro in quello che dovrebbe essere un abbraccio di ringiungimento lui cerca di ucciderla. E fa male, non il dolore fisico, la gola arsa, che brucia, i lividi dove Peeta ha stretto. Fa male dentro che divora quel poco di sano che ancora c’è. Scappa, si allontana da lui certa che non potrà più tornare indietro, certa di averlo perso per sempre, che non sarà più quello di prima. Ha solo in mente la vendetta e poi … la morte.
‘’nel profondo del mio essere, mi rassegno al fatto che non tornerà mai da me. O che io non tornerò mai da lui. Che rimarrò nel Distretto 2 fino alla sua resa, andrò a Capitol City a uccidere Snow, poi morirò per il disturbo che mi sono presa. Mentre Peeta morirà pazzo, odiandomi.’’
Ma alla fine non accade. La vendetta sarà un’altra, perché se questo e ciò che sappiamo ci sbagliamo di grosso. Ho aspettato il faccia a faccia. È avvenuto ma in modo diverso.
‘’Snow scuote la testa, simulando disappunto. — Ah, mia cara signorina Everdeen. Pensavo che fossimo d’accordo di non mentirci l’un l’altro.’’
La quiete non arriverà mai. Gli incubi saranno sempre presenti ma lei sopravvivrà non grazie al fuoco di Gale intriso di odio e rabbia. Sopravvivrà grazie al giallo che significa rinascita per una vita che può essere ancora bella e solo Peeta può dargli tutto questo.
‘’Così, quando sussurra: — Tu mi ami. Vero o falso? — io gli rispondo — Vero.’’
Bello. Crudele. Indimenticabile.
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L'ho adorato
ALLERTA SPOILER
Siamo finalmente arrivati all'epilogo dell'amata saga degli Hunger Games. Abbiamo lasciato Katniss e Peeta nell'arena in una situazione disperata. Li ritroviamo in piena guerra contro Capital City e di base nel famoso distretto 13, affatto distrutto.
Il libro ha rappresentato il degno epilogo di una saga tanto avvincente quanto innovativa e originale. Ho assolutamente amato il personaggio di Katniss, una eroina che non possiede nessuna caratteristica delle eroine convenzionali se non il coraggio. Un amore, quello con Peeta, che è ben lontano dall'essere un fantastico e dolce amore letterario. La protagonista, sempre coerente con il personaggio che la Collins ci ha presentato sin dal primo libro, non ha deciso di essere la portavoce dei ribelli, ne è stata praticamente costretta. E nello stesso modo nel quale si era trovata a fingere l'amore per Peeta adesso si ritrova in mezzo alla battaglia. Una guerra dura, dove non mancano le vittime e la piccola Prim ne è la vittima sacrificale.Nessuno viene risparmiato dalla furia omicida della battaglia e siamo costretti a veder morire uno dopo l'altro innumerevoli personaggi. Una guerra, vera e propria, non lontana dalla vita reale.
Katniss, forte e coraggiosa ma allo stesso tempo psicologicamente debole, imperterrita nella sua volontà di voler salvare Peeta ma estremamente egoista per maggior parte del tempo. La Katniss di sempre dunque, in tutte le sue debolezze e le sue fragilità e incertezze emotive e affettive. Proprio questo è ciò che più ho amato della saga: la protagonista, difficilmente definibile eroica, tanto imperfetta quanto umana. Non mi è dispiaciuto il fatto che l'autrice non si sia addentrata nella storia della vita di Katniss e Peeta dopo la guerra e nella nascita dei due figli; è vero, lo aspettavamo, aspettavamo con impazienza (e incertezza) il momento della loro unione, ma la storia di amore non è mai stata il fulcro del romanzo. Ha fatto bene l'autrice a lasciarla alla nostra immaginazione non scadendo così nel banale. Era ovvio, Katniss avrebbe scelto l'uomo con il quale poter vivere in pace, avrebbe scelto l'acqua di Peeta al fuoco di Gale, in un ultimo gesto di estremo egoismo e umanità.
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INIZIA LA GUERRA, FINE DEI GIOCHI!
Per fortuna Suzanne! Dopo il secondo non ci speravo più, invece con questo terzo capitolo della saga mi hai fatto emozionare e incavolare! E non era facile dopo “La ragazza di fuoco”, elettroencefalogrammaticamente quasi piatto, deludente in molti tratti, scontato a momenti e… ma passiamo alla rivolta, cantata a squarciagola da Katnip Everdeen!
Qui non si parla più di sadici giochi tra adolescenti, ma di guerra, tosta e che non fa sconti a nessuno (forse qualche sconto però, Suzanne, io l’avrei fatto, ma questa non è di certo una critica).
Ma veniamo alla vicenda narrata …
Da una parte ci sono Katniss, instronzita più che mai, e il 13, distretto enigmatico con capi enigmatici, dall’altra parte Capitol City, guidata dal dittatoriale presidente Snow. In mezzo Peeta, personaggio a mio parere cruciale del racconto.
I motivi che mi hanno fatto leggere questo libro ad alta velocità sono stati molteplici; oltre allo stile sempre piacevole, ai capitoli corti che ti costringono a leggere sempre “ancora un po’”, ai nuovi personaggi inseriti e ben caratterizzati, anche i reduci dai precedenti Hunger Games sono stati sviluppati per bene.
Alcuni momenti ad alta intensità hanno impreziosito il racconto: l’incontro Katniss-Peeta o la stessa Katniss tra i feriti del distretto 8, solo per scriverne due. Meglio evitare spoiler che vi rovinerebbero non poco la lettura, ma se ne potrebbero citare anche altri, molti altri.
In definitiva credo che la Collins abbia concluso la trilogia nel migliore dei modi, o meglio in uno dei modi migliori, riuscendo a non essere banale e scontata, uscendo dagli schemi dei precedenti episodi, facendo anche delle scelte discutibili e che a qualcuno faranno più che storcere il naso.
Io nel viaggio che mi ha portato a scoprire Panem mi sono divertito ed emozionato, ricorderò questo libro e lo consiglierò a molti. Non sarà un capolavoro assoluto, avrà i suoi difetti, ma è un gran bel viaggio.
“Che gli Hunger Games, per voi, abbiano inizio!”
Controluce
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Un degno finale
Un libro diverso dai primi due, tutto incentrato sulla rivolta a cui ha dato inizio Katniss. I ribelli dovranno affrontare i nemici potenti e le trappole sparse dai nemici per poter conquistare la tanto agognata libertà.
Un libro che ho letto tutto d'un fiato perché una volta che ti prende non riesci più a staccarti.
Scritto bene e trama ben diversa dai primi due ma ottima e ben strutturata, molto interessante la nuova idea dell'autrice che da alla trilogia un giusto finale.
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VI PARLO DA FAN DELLA SAGA . CI SONO SPOILER
Allora, io sono una fan accanita di Hunger Games. Ma quando c'è da recensire, da elencare pregi e difetti, ne ho per tutti. E' un bel libro, per carità.
La lettura è scorrevole, ma in alcuni tratti ho avuto la sensazione che stessi per annoiarmi. Parlo di quei capitoli di riflessioni di Katniss, dove tra vomito-pianto-morti mi trasmettevano malinconia. Forse non era proprio noia, ma appunto tristezza..
Per quanto stessi per annoiarmi in certi punti, non mi sono annoiata del tutto, soprattutto grazie al fatto dei colpi di scena.
Per quanto triste, alcune scelte della scrittrice non mi sono piaciute ma allo stesso tempo le ho considerate originali. Ed è qui che sto per spoilerare (?) di brutto.
Far morire molti personaggi, tipo Prim, Finnick, Cinna...
Ci sono rimasta di merda (scusate il termine, ma è quello che rende di più).
Sono personaggi con cui è impossibile non affezionarsi, poiché la Collins quando li descrive è come se tu li conoscessi da una vita. Vi giuro che non ho mai pianto per un libro, ma era più forte di me.
Non ho pianto tanto per la morte di un personaggio, ma i sentimenti di Katniss in quel momento erano così forti che ti prendeva e le lacrime scendevano sole.
In fin dei conti, io ve lo consiglio, vale la pena leggerlo :)
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SEMPRE SUL PIEDISTALLO.........
Quando uscì il primo libro, ne rimasi talmente affascinata che non riuscivo a non parlarne per settimane intere. E ne sono tristemente testimoni i miei fedeli amici!
"Te lo posso raccontare?", "sai cosa sono i giochi della fame?", "Susan Collins è diventata il mio idolo!" e via dicendo. Ora che sono arrivata al terzo libro.. non che ne sia rimasta delusa, ma ecco mi aspettavo leggermente di più!
Lo stile è sempre stupendo. Sulla piacevolezza non c'è dubbio! Ma riguardo al contenuto.. manca qualcosa. Che sia una grinta in più o un esito diverso, non sta a me deciderlo..
..però il capo del paese non se ne può stare lì con il suo sorriso ebete stampato sulla faccia!!!!
Eddai!
Quanto al famoso triangolo.. Katniss ha fatto la sua scelta (a mio parere molto giusta) ma si comporta sempre da stronza! Come se il mondo cadesse tutto ai suoi piedi... Voglio dire: stai sul piedistallo sì, ma per una volta "abbassati" un pò Cristo!
A Peeta gli vien fatto un lavaggio del cervello e ahimè non ci vedo nulla di male se gli ha fatto aprire gli occhi! Perchè una volta che rincontrerà Katniss non sarà più tanto rose e fiori, ma gliele canterà quattro.
E per me, ci stanno tutte!
Gale invece.. è sempre lo stesso Gale. Purtroppo..
E Capitol City?
Di certo, non starà con le mani in mano di fronte all'attacco dei ribelli, no? E invece è quello che ho notato di più! Forse la Collins voleva evidenziare il fatto che la grande città è popolata da gente che si preoccupa più dello smalto sulle unghie (uomini compresi) che da un'imminente morte?
Beh se è così, ci è riuscita eccome!
Per quanto riguarda il finale, ci ho trovato della maturità.. In Katniss intendo.
Perchè se non ricordo male, in Hunger games 1 era troppo trasgressiva (dalla violazione delle norme sull'oltrepassare il recinto e barattare bestie selvatiche, al colpo di scena delle bacche), nel secondo invece questo suo aspetto è divenuto un pò ambiguo (non voleva più Peeta perchè aveva rivisto Gale o perchè così sarebbe andata contro l'ennesima regola di Capitol City?) fino ad arrivare al terzo, quando:
-compie la sua scelta (secondo criteri piuttosto logici)
-va incontro alle sue paure
-e soprattutto lotta per le diverse perdite subite.
Ok, la maturità c'è! Quindi deve mancare qualcos'altro..
Un'ultima cosa e ho concluso: Brava la Collins a proporre alla fine il pensiero tipico del nostro Primo Levi.
Ricordare ragazzi. Ricordare sempre!
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stupido.
attenzione, il testo contiene spoiler.
perché ?
perché rovinare una saga tanto bella?
non so nemmeno da dove iniziare.
non ho trovato una trama precisa, tanto per cominciare. cioè, c'è ma è... inutile. non centra niente con lo sviluppo della storia!
cosa mi serva sapere che loro se ne vanno a fare quattro salti in guerra se poi non fanno assolutamente nulla di utile?
cosa mi serve sapere tutte le tresche amorose che coinvolgono Katniss? c'è una guerra, e che cavolo!
poi i personaggi... non si trovano più! Katniss credo che sia rimasta nell'uno, perché quest'idiota che porta il suo nome sa solo piangere e baciare il ragazzo di turno, poco importa se è Gale o Peta.
A quanto pare, però, sembra che quest'ultimo sia migliorato. Capitol City gli ha risistemato il cervello e ha finalmente capito che non serve sbavare dietro a quella stupida di .... no alla fine si sposa e stanno insieme e hanno due figli, neanche questo!
Gale sparisce e basta. non se ne sa più niente.
serve solo per dare conforto a Katniss nella prima parte e a fare un po' di tensione romantica nella seconda. bah...
lo stile è bello, molto scorrevole, ma non riesce a salvare questo volume.
il fiore giallo poi... Susanne , ti prego!
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ma.... PERCHÉ?!?
Vorrei iniziare dando la mia opinione sui primi due volumi della saga per poi spiegarvi perche questo ultimo e fatidico libro NON mi é affatto piaciuto deludendomi molto.
Ho iniziato ad appassionarmi guardando il film, siccome mi é piaciuto molto ho letto il primo libro e me ne sono innamorata; ho sbranato ogni capitolo immedesimandomi nella protagonista katniss perfettamente. Ho sofferto,amato e pensato con lei in tutta la narrazione. La storia é emozionante e i personaggi sono fantastici e personalmente mi sono subito innamorata di peeta, il mio personaggio preferito, sempre deciso e costante. Non mi é mai piaciuto e non mi ha mai coinvolto cosi tanto nessun altro libro. Poche ore dopo aver finito di leggere il primo libro ho iniziato il secondo e anche questo è stato un vero capolavoro, i nuovi personaggi sono strutturati benissimo e sono entrata completamente nella storia facendo fatica a scollarmi dal libro. Mi ha presa un sacco e non mi ha mai annoiata. Alla fine di ogni capitolo ci sono eventi inaspettati che mi hanno fatto finire il libro in un pomeriggio. Le idee su cui sono basati questi due libri sono meravigliosi e la storia d'amore dei due protagonisti ne é il contorno perfetto. Ma ora passiamo all'ultimo libro. Una delusione. Peeta deviato che non é piu lo stesso. Tutti i personaggi migliori muoiono. Katniss diventa diffucilmente sopportabile. Parla troppo dei suoi scatti di pazzia trascurando la situazione di peeta. La fine della battaglia è scarsamente argomentata e la morte di snow é ridicola. Ma la cosa che mi ha scioccata di piu si trova nell'ultimo capitolo, dopo tutte le pagine precedenti in cui speravo in un amore completo tra peeta e katniss ogni bacio e ogni carezza che si scambiavano mi faceva venire le lacrime agli occhi.. Decide di buttarmi li in una penosissima riga il fatto che finalmente si innamorano! Ma perche?!?!? Secondo me avrebbe potuto evitarsi molte cose in questo libro che nell'insieme mi ha lasciata molto delusa. É davvero un peccato perché se non avesse avuto cosí fretta di finire e se non avesse fatto un paio di errori MADORNALI avrebbe potuto fare una saga stupefacente! In ogni caso consiglio la lettura per chi ha gia letto i due libri precedenti, per chi non lo ha ancora fatto vi consiglio comunque di leggerli senza peró affezionarvi troppo ai personaggi e senza immedesimarvi troppo perché finireste tristi e malinconici come me!
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C'è 2 senza 3
Che dire, dopo i primi due libri a dir poco rocamboleschi, mi aspettavo che anche l'ultimo fosse sulla stessa linea d'onda e invece non è così o per meglio dire, non è così fino alla terza parte.
I primi 2/3 del libro sono infatti piuttosto noiosi, con una protagonista che passa la quasi totalità del suo tempo in ospedale, sotto morfamina o nascosta in qualche angolo con i suoi incubi.
Di contro l'ultima parte è anche troppo veloce, con una strage di personaggi (non affezionatevi troppo a nessuno di loro!!!), come se l'autrice avesse avuto davvero fretta di incassare i proventi del suo lavoro.
[ATTENZIONE SPOILER] A causa di questa fretta, non mi sono rimasti chiari alcuni passaggi, ad esempio che motivo c'era di uccidere la Coin; l'avvertimento di Boggs; cos'è stato deciso nel processo di Katniss e che fine ha fatto Gale, perchè considerando che Katniss passa parecchio tempo indecisa fra lui e Peeta mi sembra davvero assurdo farlo letteralmente sparire dicendo che sta facendo un bel lavoro nel distretto 2.
Insomma molte cose non chiare o lasciate all'immaginazione e un finale a dir poco deludente, con una Katniss abbandonata nell'incenerito distretto 12 alle cure di Sae la Zozza e Haymitch (Gale e sua madre non si fanno più vivi?!?). Se non fosse per la ricomparsa di Peeta (guarito all'improvviso?!) farebbe la fine di una "gattara". E poi dulcis in fundo l'epilogo della famiglia felice stile Harry Potter. [FINE SPOILER]
Per concludere credo che l'autrice avrebbe potuto bilanciare meglio la trama e la suspence all'interno del libro, invece di concentrarla solo nell'ultima parte, inoltre poteva dare maggior spessore ai personaggi, dal momento che anche quelli più importanti vengono liquidati in vari modi senza troppe remore.
Un finale davvero mediocre!
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sorprendente
Senza parole.
questo libro ha saputo catturarmi dalla prima pagina all'ultima. Partendo dal fatto che questo non è assolutamente il mio stile di lettura. . alla fine sono stata pienamente soddisfatta!
è diretto, scorrevole, audace ed emozionante.
anche se offre poche descrizioni, leggendolo mi sono ritrovata ad immaginare ogni situazione.
lascia un incredibile spazio al sentimento, senza trascurare l'azione che caratterizza ogni capitolo.
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la fine...
E' vero che la prima parte è piuttosto noiosa e divaga troppo sullo stato d'animo della protagonista mentre alla fine va tutto troppo velocemente.... sono d'accordo quando si dice che è "una protagonista senza le palle" non è vero al momento di tirarle fuori le ha eccome ma è anche vero che lei si trova dentro un gioco (gli Hunger Games prima la guerra dopo) dove non è stata lei a sceglierlo anzi è solo una pedina, un'immagine...
Veramente belli tutti e 3 i libri... mai noiosi, mai ripetitivi anche se gli hunger games si ripetono 2 volte... bella la psicologia della protagonista che sembra fredda (e a volte antipatica) all'amore verso questi 2 ragazzi così diversi ma accomunati dal grande sentimento per lei... ma si sta combattendo la guerra e lei volente o no ne è il simbolo ed è giusto è reale che non perda tempo nella scelta dei due ....e alla fine non scelgono nè lei nè loro ma la maturità i cambiamenti della loro vita o forse la cosa migliore per lei la più semplice e anche la meno scontata per quanto lei nei libri abbia continuamente combattuto per l'essere più debole Peeta. Una trilogia dove nei seguiti non ci sono gli approfondimenti dei personaggi (come in altre saghe), ma la conoscenza di nuovi e la storia sempre in continua evoluzione forse anche troppo velocemente... la scrittrice come già detto si sofferma troppo su cose forse meno fondamentali di altre... La guerra è descritta veramente bene non è un libro per ragazzi come potrebbe sembrare non risparmia niente nè la cattiveria nè il sangue e diciamocelo non è una storia d'amore a tre ma una grande storia d'amore famigliare...
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Serie "Hunger Games" vol. 3
Non so se ridere o se piangere. Questa trilogia è stata, per me, la più deludente di tutti i tempi. Iniziata alla grande con il primo libro che ho adorato dandogli ben 5 stelle, è proseguita con un secondo libro molto sottotono e con idee riciclate che per me è valso solo 3,5 stelline, finendo infine con un terzo libro che... stendiamo un velo pietoso... peggio di così non poteva essere. Faccio veramente fatica riordinare le idee per scrivere questa recensione, le cose che non mi sono piaciute sono talmente tante che non so da dove iniziare. La mia rabbia è talmente accesa che sto per trasformarmi io nella "ragazza di fuoco", altroché Katniss.
Dato che l'ho nominata partiamo da lei, Katniss, un personaggio che avrebbe dovuto essere carismatico, che avevo amato alla follia nel primo libro. Su di lei mi ero detta: "Finalmente una protagonista con le palle!". Illusa. Katniss, già dal secondo libro perde la verve che l'aveva resa tanto speciale e interessante. In questo terzo libro è praticamente un'ameba, non fa altro che trascinarsi da uno stato d'incoscienza ad un altro, si autocommisera, si piange addosso, medita il suicidio. Ma quale ghiandaia imitatrice, ma quale ragazza di fuoco, ma quale simbolo della rivolta. In questo terzo libro appare finalmente evidente che Katniss si è ritrovata in questa situazione privilegiata per puro caso, non ha la stoffa da leader, è troppo debole per essere una ribelle, è troppo debole per praticamente qualsiasi cosa. Il suo unico pensiero, la sua unica ossessione, è Peeta. Stop. L'autrice deve avere proprio un debole per questo personaggio (che a me personalmente non è mai andato a genio più di tanto) perché già a partire dal secondo libro fa ruotare sempre tutto intorno a lui. Peeta diventa così l'elemento di disturbo di una trilogia che potenzialmente avrebbe potuto dare molto. Un potenziale sprecato. Si potrebbe rinominare la serie con il suo nome: Peeta Games. L'influenza di questo personaggio all'interno della storia è così forte che anche quando fisicamente non è presente è come se lo fosse. Inutile dire che non ho per niente apprezzato come l'autrice ha deciso di gestire gli avvenimenti del romanzo, l'ha trasformato in un prodotto mediocre con stampo marcatamente adolescenziale, con il solito messaggio di fondo per indottrinare le masse, dove l'amore alla fine trionfa in un tripudio di procreazione, perché è così che dev'essere, e tutte le storie devono avere il solito scontato epilogo (perché è cosa buona e giusta).
Gli spunti per rendere "Il canto della rivolta" un libro incisivo e unico ci sarebbero stati, una rivolta ad un regime distopico è un passaggio importante, epocale, andava descritto meglio, andava rivolta maggiormente l'attenzione alle conseguenze di questo scontro, Katniss avrebbe dovuto essere al centro del tutto, attivamente, lucidamente, non accantonata in un angolo a recitare per delle telecamere (di nuovo!) e troppo impegnata nel suo personalissimo scontro amore-odio per avere davvero voce in capitolo su cosa stava accadendo. L'autrice si sofferma troppo a descrivere scrupolosamente e giorno per giorno i mille passaggi dell'involuzione mentale dei personaggi chiave, mentre la parte del libro veramente importante viene liquidata frettolosamente, in poche righe ci fa un sommario riassunto di quello che è accaduto non soffermandocisi affatto. Certo, ci sono parecchie scene drammatiche, molto sangue, morte e devastazione, ma non basta per scuotermi e stupirmi, non bastano scene violente per far diventare uno YA di successo commerciale come tanti, ad uno YA di qualità superiore.
E' un peccato, un vero spreco di materia prima. Se l'idea geniale degli Hunger Games fosse venuta a qualche altro autore (o autrice) più capace e talentuoso avremmo avuto per le mani una vera perla della narrativa moderna, un classico del domani. Invece la Collins non si è dimostrata all'altezza della situazione, accecata dal successo si è lasciata andare banalizzando il tutto. Avrebbe dovuto limitarsi ad un unico romanzo autoconclusivo.
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Essendo questo il terzo ed ultimo libro di una trilogia chiunque abbia apprezzato almeno il primo libro deve leggerlo. Personalmente io mi sono sentita tradita, è la prima volta che una saga che amavo fa una così rapida dipartita verso il basso. Mi è già capitato di non amare i sequel come i primi libri, ma mai c'è stato un divario così grande da un libro all'altro.
Si poteva fare di meglio
L' idea di tutta la saga è buona, i personaggi ti coinvolgono, ti ci affezioni in fretta, resti incollato al libro fino all' ultima pagina..... ma il grosso problema della serie è la brevità del tutto.
Andiamo, i personaggi vengono presentati e mai sviscerati, la Collins ha così tanta fretta che capisci ben poco di ciò che sta succedendo se non dopo una rilettura, i libri (tutti e tre) scivolano via velocemente perchè sono carini, ma non hanno un minimo di profondità.
Non si capisce bene cosa sia successo nel passato di Panem, i personaggi potrebbero essere caratterizzati meglio invece non lo sono affatto, sono stereotipati.
E poi la protagonista... diventa da tenebrosa e solitaria ragazza abituata a vivere dei propri sforzi (che mi piaceva molto) a ragazzina idiota fino ad arrivare ad una gallina incapace di fare nulla se non aiutata dal miracolo di turno o dall' ennesimo amico/nemico che si sacrifica per lei; ha delle intuizioni assurde e poi si perde in un bicchier d' acqua per la cosa più stupida...
Alla fine la saga piace, è leggera, originale, ma l' idea in altre mani che non fossero quelle frettolose della Collins avrebbe potuto fruttare molto di più, considerando che raggiunge il suo picco nella prima metà del primo libro (prima dell' arena per intenderci).
Mi dispiace per Katniss,( per quella della prima metà del primo libro), e anche per Haimych (memorabile) e Gale (personaggio buono ma buttato) e soprattutto per Rue (che compare poco me è l' unico personaggio veramente ben fatto), ma questa saga non merita più di una lettura superficiale, anche se sinceramente mi viene tristezza nel pensare di dover abbandonare quei personaggi e quella storia prima di aver visto qualcosa di buono.
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Ciao Katniss, ragazza di fuoco!
Capita di rado che una saga appassioni in maniera continuativa e senza cali dall'inizio alla fine, tanto più se si tratta di quello che viene sbrigativamente e con un po' di spocchia archiviato come young adult.
Eppure, nonostante la nomea, non ho potuto non appassionarmi alle vicende di Katniss e del distretto 12. Katniss col suo carattere autonomo e complicato, con la sua difficoltà a lasciarsi andare, con una storia d'amore mai banale.
E poco contano le lacune narrative, la poca rispondenza della trama sul finale, la scrittura non sempre eprfetta e brillante della Collins: questo libro mi ha tenuta incollata alle sue pagine come carta moschicida.
Si può chiedere di più ad un libro?
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Bah..
é difficile capire come mi sento dopo quest'ultimo capitolo della saga, è deludente, con un finale scontato (per quanto mi sia piaciuto) e con un'idea della guerra tutta sua. Katniss, dopo essere sopravvissuta all'arena due volte, è diventata una gallina il cui unico obiettivo è girare video (?!?!). Peeta sembra essere impazzito e si riprende grazie al bacio di vero amore della sua bella, Gale è un cinico che finalmente capisce quello che tutti si sono detti all'inizio di Hunger games (il primo libro): "Dovevo entrare nell'arena al posto di Peeta e potreggerla la prima volta". Hallelujah!! E tu la ami? (perdonate il sentimentalismo xD). Che altro, lo stile è troppo frettoloso nella seconda parte, ma troppo lento nella prima, con un risultato finale, che altro non è che NOIA.
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Amarezza
Delusione. è la prima parola che mi viene in mente. Si perde totalmente quella magia del primo libro, si
perde il coinvolgimento e l'ansia del secondo. Cara Suzanne hai fatto la cavolata. Io sono profondamente allibita. Ho trovato parti noiosissime e arrivavo a pensare quando finisce? La storia è confusionaria e viene trascinata la stessa solfa per 400 pagine per poi svolgersi sul più bello nelle ultime 10. Io sono senza parole. Non sono state spiegate un sacco di cose. Non sono state approfondite questioni essenziali. Tutto molto frettoloso, diventa prolisso solo in parti che a mio parere potevano non essere nemmeno scritte. L'amaro in bocca mi è rimasto. Felice solo per il finale che però poteva essere un altro libro.
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Coinvolgente Imprevedibile Straziante
Il primo libro è stato Coinvolgente (nonostante avessi già visto il fim), il secondo totalmente Imprevedibile (una gran bella sorpresa condita da nuovi personaggi accattivanti)…il terzo è stato Straziante…in senso positivo per chi legge perché le emozioni suscitate ti fanno divorare una pagina dopo l’altra, mentre per i personaggi è uno strazio continuo…della serie non c’è mai fine al peggio.
In senso figurato è come immaginare di avere un coltello, anzi una freccia conficcata nel corpo, che giri di scatto su se stessa ad ogni colpo di scena…lacerante nella cruda (e crudele) distruzione dei tessuti…opprimente nella sensazione di sentirsi schiacciati dagli eventi, da un Nemico implacabile che è ovunque e che potrebbe fare qualsiasi cosa, a chiunque, in ogni momento…e alla fine quando fuoriesce lentamente dalla carne, la ferita non si rimargina subito, occorre tempo e la cicatrice che lascia fa da monito al vuoto, al senso di perdita che sarà sempre lì a covare sotto la superficie.
Pochi i momenti leggeri, rare le caustiche battute di spirito che qui strappano sorrisi tirati. A due terzi del libro la domanda incalzante non è COME si risolverà la situazione ma…CHI arriverà vivo al gran finale? Nel complesso lo giudico un gradino sotto al secondo, ma assolutamente vale la pena di arrivare fino in fondo alla trilogia soprattutto perché nel terzo vengono approfonditi avvenimenti del passato che aiutano a capire alcuni (interessanti e oscuri) personaggi del presente.
Poco più di 400 pagine sono poche rispetto alla quantità di eventi raccontati, ma personalmente non sento la mancanza di un approfondimento del romantico triangolo, forse ciò che è limitante, per i miei gusti, è avere solo il punto di vista della protagonista, nel senso che vediamo tutto solo attraverso i suoi occhi e i suoi pensieri, mentre nel film ho apprezzato che facessero vedere cosa accade nelle situazioni in cui lei non è presente per raccontarcelo in prima persona ed è per proprio questo motivo che attendo di vedere le prossime due trasposizioni cinematografiche.
che gli hunger games abbiano fine!
ho appena finito di leggere questo libro e non posso negare di avere versato qualche lacrima... ci sono stati dei momenti in cui immaginavo azioni diverse da parte di katniss o persino mi immaginavo scene intere cambiate per poter ribaltare il destino dei personaggi, ma non è stato possibile.
il tipo di scrittura non era quello lento e descrittivo dei primi due, la prima metà del libro scorreva troppo velocemente e a volte mi chiedevo:" ma questa troupe sta sempre in mezzo?!"
avevo letto tutti i commenti e non mi aspettavo granchè, ma non potevo lasciare la storia a mezz'aria senza sapere la fine di questa trilogia.
così l'ho letto e devo dire che mi è piaciuto molto.
ci sono stati quei momenti in cui non capivo perchè qualcuno faceva questo e non quello, e devo ammettere che ci sono state anche le volte in cui avrei voluto tirare un cazzotto a katniss per le sue scelte o parole.
non so cos'altro aggiungere.... dico solo a chi non lo ha ancora letto di leggerlo tutto d'un fiato perchè quando uscivo da quel mondo dovevo tornare un pochino indietro per riprendere il filo.
ve lo consiglio vivamente.
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Un fiume in piena
Ed eccomi qui. In quel prezioso limbo che è il momento magico tra la fine di un libro travolgente e la scelta di cosa leggere a questo punto.
Dovrà essere una scelta ben ponderata, perchè qualsiasi volume decida di affrontare dovrà sostenere il confronto con quello che ho appena terminato. E non sarà semplice.
Sono stato travolto da un'ondata di emozioni fortissime. Un torrente in piena, ecco cos'è il terzo volume della saga di Hunger Games. Ti sembra di cominciare a trattenere il fiato alla prima pagine ed esalare alla fine il respiro solo all'ultima.
Non è solo la storia di una ragazza che mette a ferro e fuoco un sistema dittatoriale. E' la descrizione di sentimenti assoluti, trasportati in un teatro sanguinolento e senza fronzoli. L'autrice non ci indora la pillola con parole di compassione, o dicendoci "però poi alla fine vedrai che sarà meglio".
Per nulla. Ci sbatte in faccia amore, morte, tradimenti, vendetta, sangue; e alla fine nessuno ne esce con le mani pulite. Le descrizioni degli ultimi capitoli, di Capitol City che fa i conti con i mostri da lei stessa creati, sembrano fatte apposta per popolare i nostri incubi e per farci commuovere ulteriormente.
Devo ammettere che non avrei mai immaginato che questo libro mi prendesse così tanto. Pensavo fosse il solito fenomeno da baraccone pompato da tanta pubblicità.
Mi sono sbagliato. E tutto sommato ne sono felice.
I capitoli sono cortissimi e, salvo alcuni passaggi, intasati di dialoghi, il che favorisce una lettura adrenalinica delle avventure della Ghiandaia Imitatrice. Scelta editoriale azzeccata per un testo del genere, che non ti deve dare il tempo di pensare, ma solo di prenderti a schiaffi, pagina dopo pagina, con le sue immagini forti.
Ve lo consiglio assai.
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Si vabbè, diciamo che non ne avevi troppa voglia..
Delusione. Cocente e terribile. Ma era necessaria tutta 'sta fretta?! I primi due libri li ho divorati, indubbiamente piacevolissimi e avvincenti...questo proprio no!
Sembra quasi che sul tavolo fossero esposti troppi appunti e la cara vecchia Collins li abbia mescolati un po' alla rinfusa nella fretta di terminare l'opera. Troppi nomi, troppe vicende personali poco chiare, troppi piani bellici da effettuare e soprattutto troppe, ma troppe, veramente troppe scene con la TROUPE! Ma cos'è?! L'isola dei famosi?
L'amabile Ghiandaia Imitatrice è praticamente sempre dipinta o come una top model che a volte - se ai ribelli va - scocca qualche freccia, oppure come una martire un po' fuori di tesa perennemente in ospedale (ammettetelo, la scena che lei si risveglia con la flebo al braccio comparirà minimo dieci volte....). Non parliamo poi di come non viene assolutamente dato rilievo al fantomatico triangolo sentimentale, dopo due libri di dichiarazioni e gelosie a destra e a manca, un po' più di spazio ai giovanotti bisognava darlo...
Insomma, tra la fretta di finire e i tremila elementi da assemblare l'ultimo capitolo della saga che nel frattempo ho consigliato a CHIUNQUE mi ha decisamente deluso.
Tuttavia, non posso non consigliare la lettura di questo libro, poichè immaginando che lo si legga solo dopo i primi due è necessario sapere come va a finire!!!
Lo so. Sono crudele. Evviva il Presidente Snow.
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The end
NOOOOO è finito....e adesso?
Sono riuscita giusto ad affezionarmi ai personaggi e la storia si è conclusa…che peccato…
Ho una domanda per l’autrice: ma la casa editrice ti ha imposto una scadenza troppo ravvicinata o avevi semplicemente tanta voglia di ultimare l’avventura? Lo stile è ancor meglio dei precedenti: graffiante, scorrevole e ricco di energia, ma la trama non l’ho trovata troppo curata ed accurata…credo che le vicende si potessero sviluppare meglio e che ci si potesse addentrare molto di più nella storia di ogni protagonista e di ogni loro fine.
Il finale del libro è commovente..ma non vi svelo nulla.
Consigliatissimo, per quanto sbrigativo rimane comunque bellissimo e coinvolgente.
P.s. in libreria (Giunti) al momento dell’acquisto mi hanno regalato una collanina con il simbolo della ghiandaia imitatrice!
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Ci siamo voluti bene, ma non troppo!
Niente da fare,l'esilerante ritmo del primo Hunger Games è andato irrimediabilmente perso!
Sinceramente la prima domanda che mi son posta leggendo questo libro è: ma perché c'è tanta fretta di finire? Perché non approfondire di più?
Veramente questa sarebbe stata una di quelle storie che se fossero state a volume 'mattone' probabilmente sarebbero diventate indimenticabili. Ma invece niente... una lettura piuttosto breve, con molti eventi interessanti ma davvero poco sviscerata.
Ho apprezzato tantissimo i protagonisti, ma non sono riuscita ad amarli... troppo distanti, troppo poco 'umani'. Se è vero che questo loro aspetto si incarna quasi perfettamente con l'atmosfera che si è voluta creare, è anche vero che manca quella certa empatia che ti permette di apprezzare appieno il tutto.
Eppure, avevo sperato in un idillio con loro. Sia beninteso che non li dimenticherò comunque, infatti mi domando cosa farò senza di loro ora che ho concluso la trilogia, senza le loro mirabolanti avventure e senza la loro compagnia. Sono rimasta incollata alle pagine perché non vedevo l'ora di finirlo, eppure ora lo rimpiango. Accidenti Suzanne, non potevi farlo più lungo?
Stessa cosa dei personaggi vale per i vari eventi salienti che l'autrice ha voluto inserire: certo, l'originalità c'è, ma insomma, qualche descrizione in più non avrebbe fatto male; questo aspetto così poco toccato purtroppo fa sì che il libro perda un bel po' di tono.
Insomma, io avrei voluto qualcosa di più, perché i potenziali c'erano tutti: una trama ricca di azioni e controversie, una vena di amore e gradevoli momenti di suspance; ma secondo me ci si è messo questo fattore 'devo fare in fretta', il quale, per quanto riguarda i contenuti, ne ha abbassato davvero il livello.
Un punto in positivo lo guadagna lo stile, la lettura è fluida, leggera, lessico comprensibile, si legge con piacere, anche se poi questo è un altro fattore che contribuisce a far terminare prima le pagine.
Che dire, finale dolceamaro davvero. Mi mancherà. Questa è una di quelle storie che meritavano un attenzione fuori dal comune, che non l'hanno avuta, ma che comunque riescono a rapire il lettore sul serio.
Consigliato.
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Che i giochi abbiano fine
CONTIENE SPOILER
Che dire? Sono ancora sotto choc. Non ci posso credere che anche questa saga sia finita! L'ho ripetuto duemiliardi di volte, ma non mi stancherò mai: è la mia seconda saga preferita, l'unica che sia riuscita a reggere il confronto con Harry Potter. Ed ora è finita anche questa... sono depressa. Riuscirò a trovare una saga che sia in grado di reggere il confronto? Vabbè, passiamo alla recensione. Avverto che seguiranno spoiler quindi se non volete rovinarvi la sorpresa non leggete.
Dopo la fine "a sorpresa" di Catching Fire ero sicura che quest'ultimo capitolo sarebbe stato pieno di sorprese e, ovviamente, non si è smentito. Niente Hunger Games, ma guerra. La guerra è ovunque, la guerra è palpabile, la guerra è orribile. C'è chi dice che c'è stata poca azione in questo libro. Ammetto che non è mai entrato nel "vivo" della guerra, ma trovo che l'azione, sebbene ristretta al gruppo di Katniss, ci sia stata eccome. E' stato un romanzo davvero molto crudo, la guerra era comunque mostrata in tutti i suoi aspetti. Dicono anche che si è soffermato troppo sui pensieri di Katniss, questo è innegabile ma trovo che non sia stata una cosa esagerata o negativa. La povera Katniss non sapeva di chi fidarsi in un mondo che voleva solo usarla.
Ho letto di qualcuno che si lamentava anche del finale. Bè, cosa vi aspettavate? Questo è Hunger Games e un finale alla "e vissero felici e contenti" era impossibile da ottenere. La guerra finisce e Panem è in uno stato di pace, ma credete davvero che due edizioni degli Hunger Games e una sanguinosa guerra possano passare tanto in fretta? Katniss, Peeta e tutti gli altri continueranno comunque ad avere i loro incubi, è inevitabile.
Per quanto riguarda il triangolo amoroso come ho detto più volte non avevo idea di come sarebbe finito, non era affatto scontato. Ebbene sono contenta per la scelta di Katniss, ma lo sarei comunque stata perchè adoravo (e adoro) sia Peeta che Gale. Hanno caratteri diversi ma sono unici.
Come ho scritto sopra è stato un romanzo molto crudo e ci sono state molte morti che mi hanno fatto uscire una lacrimuccia. Le più orribili sono state quelle di Finnick (io lo adoravo! Però ammetto che me lo aspettavo da sempre che lui sarebbe morto) e quella di Prim, entrambi personaggi importanti nella storia e due morti molto toccanti.
Vorrei dire che, a costo di sembrare sadica, mi sono mancati gli Hunger Games. Ho cominciato la trilogia perchè mi intrigava il fatto che questi ventiquattro ragazzi venivano scelti a sorte e mandati in un'arena a combattere e non ritrovare l'arena in Mockingjay mi ha fatto uno strano effetto.
Finisco dicendo che è stata un ottima conclusione per questa fantastica saga che avrà sempre un posto d'onore nella mia libreria e che, non appena avrò nostalgia, tornerò a prendere per rivivere le emozioni di questi personaggi che hanno lasciato un segno in me.
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ma che fai, suzanne, scegli le scorciatoie?
troppe telecamere, ancora più grande fratello del secondo, e l'impressione che in situazioni narrativamente difficili un po' l'autrice si defili perseguendo strade facili e scorciatoie poco soddisfacenti.
Non so, forse era meglio che io mi fermassi al primo. Ma chi poteva vivere senza sapere cosa ne sarebbe stato di tutti loro?
Forse, indipendentemente dal resto, è la curiosità che appassiona che rende questo finale, anche se razionalmente non un granchè, affettivamente e passionalmente da leggere!
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Finale dolceamaro amaro!
Terzo capitolo della serie questo libro mi ha lasciato un pò l'amaro in bocca ma un sorriso stampato in faccia..non ha molto senso! :D
La trama è immaginabile ed in linea con l'idea del secondo, cioè la rivolta..quello che lascia perplessi è che ne "Il canto della RIVOLTA" la rivolta in se è quasi uno sfondo. Non che il libro non sia pieno di colpi di scena ma mi aspettavo più azione anche perchè quella presente l'ho trovata inutile (ai fini del libro).
Il personaggio principale in questo capitolo non mi è piaciuto tanto, sembra una bambola di pezza..spostata usata e quasi mai in grado di contrastare gli eventi. Quando lo fa si creano le scene d'azione per me inutili (in relazione con la trama). Ben fatti però gli altri personaggi in particolare Peeta che l'ho trovato ancora più simpatico!
Lo stile come la traduzione sono ottimi e rendono il libro scorrevole.
In definitiva un romanzo conclusivo imperdibile se siete appassionati alla trilogia. Forse una storia a tratti un pò particolare che farebbe venire voglia di entrarci e prendere a schiaffi Katniss (l'amaro del libro) ma la fine è assolutamente ben fatta e travolgente, finirete col sorriso!
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Affascinato
Devo dire che non mi aspettavo tutto questo susseguirsi di eventi in maniera così rapida. Sono rimasto contento di questa lettura, ho iniziato il primo della saga il 27 aprile, ed il 30 compravo già il secondo. finito in brevissimo tempo, nell'attesa dell'uscita del terzo ed ultimo titolo della saga, ho riletto 1 e 2 XD
Devo dire che la rilettura mi ha portato in evidenza dettagli che prima non notai, ed è stato piacevole nonostante sapessi già tutto. Il terzo capitolo è affascinante e deludente allo stesso tempo. Non è identico lo stile, perché probabilmente si è in una fase della storia in cui i dettagli dell'ambiente possono/devono passare in secondo piano. Le riflessioni della protagonista sono più confuse, ma giustamente dovute. nelle ultime 50 pagine il tempo scorre alla velocità della luce. qualche black out della protagonista lascia un sapore insipido in bocca perché vorremmo essere li mentre che la storia scorre, ma quando si risveglia, l'iniziale bastonata che riceve sia lei, e noi che leggiamo, viene seguita a ruota da qualche risvolto che soddisfa la sete del lettore di turno. Devo dire che non sono mai stato un amante delle Saghe, stile Twilight o Harry Potter, ma regalatomi per gioco, sono felice di questa lettura, perché oltre che scacciapensieri, riesce a offrire spunti di riflessioni sulla nostra società di oggi e quello che saranno le nostre società in futuro. Credo che seguirò l'autrice in futuro, sperando che possa ripetersi o addirittura superarsi. Se dovessi paragonare il sapore che mi ha lasciato in bocca questa lettura, con quello che mi lasciò la visione di un film, sicuramente V per Vendetta è il film che ha il sapore più simile in assoluto....chi ha apprezzato quella pellicola, non può non apprezzare questa lettura.
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