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Ogni giorno
 
Ogni giorno 2025-02-12 10:48:41 La Lettrice Raffinata
Voto medio 
 
1.3
Stile 
 
1.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
1.0
La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    12 Febbraio, 2025
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How to giustificare un instalove

Capiterà un po' a tutti i lettori di recuperare il libro di un autore molto popolare, solo per la curiosità di scoprire se sia nelle loro corde o meno. Succede spesso anche a me, con l'aggravante che ho il vizio di lasciare suddetto libro a prender polvere sullo scaffale; quindi se una decina di anni fa (ovvero quando acquistai la mia copia di "Ogni giorno") c'era la possibilità che mi piacesse, la mia attuale lontananza al target YA ha azzerato ogni chance per questo romanzo. Anche perché nel frattempo ho letto "Touch", che gestisce mille volte meglio la medesima premessa narrativa.

Strutturato come un dialogo interiore declamato dal protagonista -la coscienza auto-battezzatasi A-, il volume segue un breve periodo della sua esistenza bizzarra: infatti ogni mattino quest'entità si risveglia nel corpo una persona diversa, senza poter mai rimanere ancorato ad una singola vita per più di ventiquattr'ore. La sua risoluzione ad abbracciare questo destino nomade si sbriciola quando si trova a vivere nel corpo del sedicenne Justin, innamorandosi a prima vista della ragazza di lui, Rhiannon. L'idillio tra i due viene però oscurato da Nathan Daldry, una delle persone abitate da A che riesce ad intuire cosa gli sia successo e non intende lasciar correre.

Mi rendo conto che così descritta la trama, per quanto risicata, sembra dieci volte più avvincente ed intrigante di quanto non sia in realtà. Infatti la maggior parte dei capitoli -ossia delle giornate vissute da A- ruota attorno alle vite quotidiane dei suoi ospiti oppure alla sua ossessione (storia d'amore mi pare eccessivo) verso Rhiannon, oggetto del conflitto di fondo. Se vi aspettate che Nathan o Justin diventino vere minacce per il protagonista, oppure che l'intreccio acquisti un briciolo di verosimiglianza, fareste meglio a desistere. Magari avrete più fortuna nei seguiti, che personalmente non intendo infliggermi neppure se venissi posseduta di un'entità mistica!

L'assenza di una trama in senso lato passerebbe anche in secondo piano, non fosse per le altre gravi pecche del libro: personaggi, stile e romance. Ho indicato per primo quello che reputo il difetto peggiore, infatti ho detestato per l'intera lettura l'atteggiamento giudicante del protagonista; la sua controparte femminile sembra cavarsela un pochino meglio, ma pian piano diventa se possibile ancor più fastidiosa nei suoi comportamenti. Eppure la morale di entrambi non viene mai messa in dubbio -loro sono perfetti e predestinati-, a differenza di quanto succede con i caratteri che gli orbitano intorno. Per ovvie ragioni, risulta difficile interessarsi ai tanti coprotagonisti, ma il modo in cui vengono raccontati è imbarazzante: sembrano le figurine di album, collezionati dal protagonista per avere almeno un esempio per ogni tipo di rappresentazione, dalla malattia mentale al lavoro minorile passando per la dipendenza da sostanze. Tanto i personaggi sono caratterizzati in modo superficiale, quanto queste tematiche: non solo manca lo spazio su pagina, ma il protagonista stesso si sofferma il minimo indispensabile come stesse depennando una data voce dalla sua lista.

Come accennato, la scrittura di Levithan non mi ha fatto impazzire, soprattutto per l'eccesso di retorica e la presenza esasperante di frasi perfette per un biglietto dei Baci Perugina (o per una canzone di Tiziano Ferro). Per quanto riguarda invece la relazione tra A e Rhiannon -vero motore del romanzo, seppur resa inconcludente dall'epilogo- si basa su un instalove, che io non approvo per principio, ma ancor più quando viene giustificato da elementi pseudo-spirituali. Per come è raccontato, l'interesse di A per Rhiannon mi è sembrato più una cotta idealizzata che la base per un rapporto genuino.

Vorrei dire che almeno la rappresentazione di una persona non binaria sia ben fatta, ma mentirei. Parte della colpa va alla CE italiana, che non si è presa nemmeno la briga di includere una nota a riguardo nella traduzione, ma in generale la premessa stessa impone ad A di non avere un genere: così la sua identità sembra più un obbligo che una presa di consapevolezza. Ho trovato più convincente il suo orientamento come persona pansessuale, che viene spiegato in modo semplice e spontaneo.

C'è qualcos'altro da salvare in questa lettura? sicuramente la scorrevolezza della prosa -caratterizzata da frasi quasi telegrafiche- e la presenza di alcuni spunti validi sul tema della crescita individuale e delle relazioni interpersonali; messaggi teoricamente positivi che nel mio caso di sono un po' persi in una narrazione troppo artificiosa e priva di un reale crescendo emotivo, nonostante le tantissime scene teoricamente strappalacrime.

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