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Cuore d'inchiostro
 
Cuore d'inchiostro 2024-08-07 16:03:24 FrancoAntonio
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
FrancoAntonio Opinione inserita da FrancoAntonio    07 Agosto, 2024
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Come entrare e uscire dai libri

Maggie ama leggere, al punto da addormentarsi spesso abbracciata a un libro.
Suo padre, Mortimer, ma per lei solo Mo, le ha messo i libri in mano sin da quando era piccolissima. Del resto lui è un rilegatore, anzi un “dottore dei libri” che piglia vecchi volumi squinternati e li rimette a nuovo. Tuttavia Mo ha altri talenti, molto più scioccanti, ed è a causa di tali capacità misteriose e inquietanti che non ha mai letto nulla ad alta voce alla bimba.
Infatti quando Maggie aveva solo tre anni, leggendo con passione una bella avventura fantastica, “Cuore d’inchiostro”, alla moglie Teresa era accaduto un prodigio inesplicabile quanto sconvolgente: dal libro erano sgusciati fuori tre inquietanti figuri, Capricorno, Basta e Dita di Polvere. Se quest’ultimo era solo un innocuo saltimbanco mangiafuoco, gli altri due erano spietati delinquenti che avevano subito minacciato l’uomo, per cercare di ritornare da dove erano venuti e, poi, s’erano dileguati per fare danni nel mondo in cui erano stati trascinati. Ma la cosa più angosciante, che Mo sveva scoperto dopo, era che il loro posto nella storia era stato preso dall’adorata moglie, risucchiata nelle pagine del romanzo.
Da quel giorno Capricorno non fa che dargli la caccia per ottenere da Lingua di Fata, come lui lo chiama, chissà quali torbidi prodigi, mentre Mo cerca inutilmente di richiamare a sé Teresa.
Per anni Mo è sempre riuscito a sfuggire a Capricorno, ma un brutto giorno, con l’aiuto di Dita di Polvere, questi era riuscito a catturarlo assieme a Maggie e a zia Elinor, una collezionista compulsiva di libri, alla quale Mo si era rivolto per nascondere l’ultima copia di “Cuore d’inchiostro” dalla quale cercava ancora di recuperare sua moglie.
Per i tre inizieranno, così, mirabolanti e pericolosissime avventure, tra la realtà e la letteratura più immaginifica.

“Cuore d’inchiostro” è il primo volume di una inconsueta trilogia, nella quale i libri, vere porte d’ingresso e uscita da modi fantastici, hanno un ruolo da protagonisti, seppure come oggetti passivi di questi prodigi.
L’idea in sé non è certo originale, basti pensare a “La storia infinita” (la letteratura è ricca di portali da e per mondi paralleli), ma sotto certi aspetti abbastanza ben costruita.
In questo caso gli attori “fantastici” sono trascinati nel nostro mondo reale, ma, invece di esserne travolti e sopraffatti, come logica vorrebbe, lo piegano ai propri turpi voleri. Capricorno e Basta mettono assieme una sorta di cosca mafiosa che soggioga tutti coloro che si trovano a incrociarne il cammino, forze dell’ordine comprese.
Peraltro i villain di turno sono descritti come tetragoni nella loro crudeltà assoluta, ma, di fatto, queste appaiono solo dichiarazioni di facciata: si limitano a minacciare e promettere castighi, ma sono continuamente raggirati dai “buoni”.
Il testo, diviene subito evidente, è indirizzato esclusivamente a un pubblico giovanile e, purtroppo, la narrazione ne soffre pesantemente. Non solo il linguaggio è semplice (verrebbe da dire “basico”) e non particolarmente strutturato, privo com’è di approfondimenti e di attente analisi, ma la caratterizzazione dei personaggi, sia quelli positivi che quelli negativi è parecchio schematica: tutti sembrano sgrossati con un’accetta, tutti, pure i protagonisti, appaiono privi di sfaccettature e chiaroscuri. Anche l’ossessione per i libri che hanno Mo, Meggie e Elinor è abbastanza fasulla, non per nulla adulti e giovani sembrano attratti quasi solo dalla letteratura per l’infanzia o, al massimo, per i romanzi d’avventura.
La cesura manichea tra buoni e cattivi appare decisamente forzata ed eccessivamente netta. Molti, troppi sono i luoghi comuni e le ingenuità naif in cui inciampa la narrazione. Le vicende, pur essendo ambientate nel nostro XXI secolo hanno un che di anacronistico e artefatto, e ciò, si badi, non per via della trovata fantastica attorno a cui gira il racconto.
Concludendo, sebbene l’idea di partenza sia gradevole e ben gestita, il racconto non decolla, molte delle promesse di avventure e fenomeni mirabili, restano mere aspettative. Ne risulta un gradevole romanzo per un pubblico particolarmente giovane, ma abbastanza insoddisfacente per un adulto o per adolescenti smaliziati. Alla lunga, poi, privo com’è di una evoluzione della trama, risulta abbastanza noioso. Tra l’altro, si chiude consegnando al lettore molte più domande e dubbi di quanti riesca a risolvere. È comprensibile lasciarsi una porta aperta se si ha intenzione di farne una trilogia, ma in questo caso non ho rinvenuto neppure un grande stimolo a leggere i seguiti.

Come ultima notazione debbo rilevare che mi sono apparse piacevoli e ben trovate le citazioni da altre opere letterarie usate sia come apertura dei vari capitoli, sia come citazioni e letture entro il flusso della narrazione. Questo giocare dentro e fuori altri romanzi, seppur, in genere, di letteratura per l’infanzia, nobilita in un certo qual modo il testo, accentuando la sensazione di trovarsi sulla soglia di un portale tra i molteplici mondi partoriti dalla inventiva degli scrittori, in quella che Nathaniel Hawthorne definiva “The Hall of Fantasy”.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
... e gradito romanzi come il Peter Pan di Barrie o le avventure di Alice di Carroll; con l'avvertenza che non si troverà nulla di più di una avventura fantastica strutturata per un pubblico giovanile.
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