Dettagli Recensione
Da leggere ai propri figli
Nella prefazione, Ray Bradbury fa un parallelismo tra “Il meraviglioso mago di Oz” e “Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carroll, asserendo che siano espressione di due diversi tipi di individui: Alice è per chi ama il freddo inverno, per chi è attratto da anfratti oscuri e personaggi folli, anche crudeli; Dorothy è invece per gli amanti della calda estate, di chi ama perdere lo sguardo in sconfinate valli illuminate dal sole, dove sebbene il male sia presente non fa poi così paura. Evitando di inoltrarci oltre in questi parallelismi, si può dire che effettivamente è questo il sentore che si avverte durante la lettura de “Il meraviglioso mago di Oz”: il mondo descritto da Baum è popolato di creature strambe ma mai raccapriccianti, dove i rappresentanti del male non sono poi così spaventosi e possono essere sconfitti senza troppi patemi e allo stesso modo possono essere superate le difficoltà, ché una via d’uscita si trova sempre.
Il mago di Oz è una ventata d’ottimismo, un segnale che tutto a questo mondo ha una soluzione. Lo stesso personaggio del mago è l’espressione principe di questo concetto: egli infatti ha un’illusione per tutto, tanto da essere in grado di far credere da anni che sia veramente un mago e permettendogli di governare sulla Città di Smeraldo, e anche una volta smascherato sarà in grado di donare un cervello allo Spaventapasseri, un cuore al Boscaiolo di Latta e il coraggio al grosso Leone, compagni di viaggio di Dorothy. Questo perché, come dando una pillola di zucchero a qualcuno che si creda malato, non sta facendo altro che illuderli, fingendo di dar loro quel che già hanno, come il lettore avrà modo di appurare seguendo le loro avventure. Spesso, dunque, i problemi che ci sembrano insuperabili in realtà non lo sono e possono essere risolti senza ricorso alle arti magiche, e ciò che crediamo di non avere è invece già presente in noi, solo che magari non ne siamo consapevoli o non siamo stati in grado di tirarlo fuori.
Questo romanzo è uno di quelli che si prestano perfettamente alla lettura ai propri figli prima di andare a letto, anche nella struttura: composto da capitoli brevi che attraggono l’attenzione senza andare troppo sul sofisticato, cercando sempre quel lieto fine che da bambini riteniamo indispensabile e che non si lascia attendere per troppe pagine. Introduzione del capitolo, si presenta la difficoltà o il conflitto, molto presto ci si rivela la soluzione: questa è la struttura della maggior parte dell’opera.
La piccola Dorothy non dovrà affrontare le difficoltà della piccola Alice, ma è una di quelle storie che accompagnano nella crescita e possono dare ai ragazzi uno scorcio della vita che si appresteranno ad affrontare. Ma la vita non è solo quella che ci presenta il Mago di Oz, ed è per questo che la sua lettura andrà accompagnata a tante altre (tra cui la nostra cara Alice) che possano darci altri punti di vista e aiutarci ad affrontare con più consapevolezza quel percorso tortuoso che è la vita.
“«Ciononostante,» disse lo Spaventapasseri, «io, invece del cuore, chiederò il cervello; perché uno sciocco non saprebbe che farsene di un cuore, se mai si trovasse ad averne uno.»
«Io prendo il cuore,» ribatté il Boscaiolo di Latta, «perché il cervello da solo non basta a farti felice e la felicità è la cosa più bella del mondo.»”