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Io rinascerò, vampiro a primavera...
Secondo capitolo nella serie The Mortal Instruments, "Città di cenere" si conferma la lettura leggera e divertente che mi aspettavo dopo il primo volume, rispetto al quale risulta però meno riuscito nel complesso. E questo sia a livello di contenuto che di forma: il romanzo è comunque in grado di intrattenere, ma ci sono molti più passaggi che lasciano il lettore interdetto, se non del tutto basito.
Nonostante manchino quasi del tutto delle coordinate temporali, specialmente tra una scena e l'altra, direi che la storia riprende qualche giorno dopo la conclusione di "Città di ossa" e ruota principalmente attorno ai tentativi dei protagonisti di fermare il piano di Valentine, che questa volta mira alla Spada Mortale per creare un esercito di demoni ai suoi ordini. Ovviamente non mancano i passaggi riempitivi, come i vari siparietti romantici e l'introduzione della Corte Seelie, l'equivalente fatato dello studio di Pomeriggio 5; oltre alle fatine, vengono presentati anche nuovi Shadowhunters adulti, dall'utilità dubbissima ai fini della trama.
Sul fronte dei personaggi, confermo di trovare davvero fastidiosi i tre protagonisti, mentre apprezzo parecchio i loro comprimari per quanto Clare tenti di tutto pur di escluderli dalla scena. Clary oscilla sempre tra l'odio verso ogni altra donna e l'ossessione patologica per Jace (la possibile relazione tra sua madre e Luke la disgusta, invece limonare il proprio fratello è normalissimo), Simon ha un upgrade che dovrebbe nobilitarlo dal suo status di peso morto ma è comunque odioso quando impone a Clary una relazione senza consultarla, e Jace mostra sempre più sintomi di bipolarità ovviamente ignorati dagli altri personaggi. Sull'altro piatto della bilancia abbiamo Raphael, Maia, Alec e Magnus, tutti personaggi potenzialmente validi che vengono spesso sacrificati per portare la narrazione in determinate direzioni.
In questo seguito il lato romance diventa più rilevante, una scelta che non intendo bocciare in toto ma verso cui ho sentimenti altalenanti: Clary e Jace per me sono un grande no, in base a quanto è stato mostrato finora, perché Clare ha creato una dinamica complessa a cui non è chiaramente in grado di dare il giusto tono; dall'altro lato abbiamo Simon e Maia (in minima parte) e Magnus e Alec, due coppie molto carine ma il cui sviluppo viene spesso portato avanti offscreen.
Altra scelta infelice è quella di ampliare il world building introducendo però elementi in conflitto con quanto detto in precedenza. Un esempio palese è la Coppa Mortale -sui cui poteri l'autrice era stata volutamente vaga- che qui diventa improvvisamente un talismano contro i demoni, mentre in "Città di ossa" nulla poteva contro Abbadon; anche sulla Spada Mortale ci sono informazioni contrastanti: prima Valentine dice di dover completare un certo rituale per utilizzarla, poi riesce ad evocare un gran numero di demoni senza aver fatto ancora niente. Lo stile narrativo spinge ad una lettura bulimica, ma se ci si sofferma a riflettere le contraddizioni diventano palesi ed irritanti.
In definitiva, un titolo che risulta più pasticciato del precedente, anche dal punto di vista della traduzione che a tratti fatica a rendere espressioni e giochi di parole, e per conseguenza la lettura diventa meno scorrevole a dispetto del ritmo frenetico.
Indicazioni utili
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