Dettagli Recensione
Nient'altro che un'operazione commerciale
Ho trovato questo libro anni fa in una biblioteca, quindi devo andare un po’ a memoria e la recensione sarà meno dettagliata di quanto mi piacerebbe; tuttavia volevo comunque spenderci qualche parola.
Ammetto di averlo letto a un’età un po’ maggiore di quella cui si rivolgeva l’autore, ma sono sicuro che, anche se l’avessi letto all’età prevista, non mi sarebbe piaciuto comunque.
Il protagonista è Henry, un ragazzino inglese la cui vita nel complesso risulta abbastanza sgradevole per una serie di problemi. Uno dei pochi elementi positivi è la sua amicizia con un vecchio eccentrico, reduce da una vita molto movimentata, che costruisce un portale che permette a Henry di raggiungere un’altra dimensione dove vive le avventure della saga.
Esprimo un attimo un gusto personale, ma questo espediente nei libri è raro che mi piaccia, perché vedo sempre un parallelo col tema della fuga dalla realtà, la persona (in genere appunto un bambino o un ragazzino) che ha una vita triste o in cui è poco stimato, che si rifugia in un mondo inventato dove invece riesce a fare cose straordinarie. Considerato lo stereotipo che vede gli appassionati di fantasy, giochi di ruolo ecc come asociali e sfigati, tendo a immaginarmi l’autore con un atteggiamento ammiccante (insultante?) verso il lettore.
Ma questo è un mio problema personale, vediamo i problemi del libro.
Lo stile in sé non è male, abbastanza scorrevole, non ci si perde in frasi troppo ingarbugliate, si capisce subito il senso di quello che succede, insomma appropriato per i lettori a cui si rivolge. L’autore sa scrivere, ma non basta, bisogna sapere anche cosa scrivere e, almeno in quest’opera, l’autore non ha dato il meglio di sé.
Come ha già fatto notare qualcuno, gli elfi di elfico hanno soltanto il nome, non c’è nient’altro nel libro che li faccia identificare come tali, fossero stati umani non si sarebbe dovuto cambiare niente o quasi del testo.
Le descrizioni sono rare e superficiali, i cattivi caricaturali, l’unico momento di spessore è quando il cattivo lord Cossus, che stava per far marciare le sue armate per impadronirsi del regno della regina Aurora, dirotta l’esercito per fronteggiare invece un’armata di demoni che rappresenta una potenziale minaccia per entrambi, senza nemmeno aspettare la sicurezza di avere ottenuto una tregua.
Ma uno dei problemi principali qui è la magia. Questa, infatti, nel testo non è altro che tecnologia con un altro nome, non c’è la minima differenza tra quella che qui viene definita “magia” e la tecnologia, abbiamo esplosivi a orologeria, macchine volanti (forse più maneggevoli di un aereo, ma comunque macchine), dispositivi corrispondenti a radar, antiaerea ecc, ma niente magia.
Mi è sembrata una scelta sconcertante, di cui continuo a non capire il senso.
Si possono fare libri leggeri molto belli, ma per riuscire nello scopo bisogna creare un’atmosfera, tuttavia l’autore non sembra nemmeno provarci, il risultato è superficiale, pervaso da un senso di vuoto che cerca di nascondere con svariati eventi che vorrebbero essere grandiosi o sorprendenti, ma finiscono per risultare senza senso della misura e, quindi, generano un senso di assurdo anche se si sta leggendo un fantasy; ad esempio la regina Aurora, costretta al matrimonio col re degl’inferi, lo uccide durante il matrimonio in modo banalissimo… e diventa quindi lei la regina dei demoni!
Insomma non è altro che un’operazione commerciale, che mi stupirebbe possa piacere anche ai ragazzini per cui è stato scritto, i quali possono trovare alternative molto migliori (ad esempio le opere di Terry Brooks, soprattutto le prime); in teoria questo sarebbe il primo capitolo di una saga, ma chi subisce la prima fregatura perché mai dovrebbe aver voglia di sottoporsi a una seconda?