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CONTROLLO, CAOS E CONTRATTO
Suzanne Collins torna dopo molti anni con i suoi ormai famosissimi Hunger Games e per me ha fatto decisamente centro.
Avevo delle riserve lo ammetto: che sia una trovata per riprendere una saga redditizia e farci sopra ancora qualche soldo? La Collins avrà ancora quella scrittura magnetica o subirà una caduta di stile dopo tanti anni? Verrà rovinata una saga che a parer mio era davvero godibile?
Posso dirvi che no, tutto questo non è successo.
L'autrice ci propone sì un argomento che già conosciamo, ma totalmente nuovo e diverso.
Non si parla degli Hunger Games come li abbiamo vissuti finora ma gli albori, l'alba di quello che sarebbe stato l'evento di maggior intrattenimento per Capitol City.
Il presidente Snow, il "cattivo" per Katniss e Peeta (in realtà io ho sempre pensato che fosse la persona simbolo del male nella saga, ma non il vero cattivo) in questo romanzo è un giovane ragazzo nobile di casata, ma solo di quella.
La guerra dei ribelli dei distretti contro Capitol City ha lasciato anche i più altolocati alla povertà e Coriolanus Snow non fa eccezione.
Il ragazzo è uno studente dotato e fa parte di un gruppo in cui verrà fatto per la prima volta, durante i decimi Hunger Games, di introdurre dei mentori per i tributi.
Coriolanus viene assegnato al tributo femmina del distretto 12 e, preoccupato per avere uno dei distretti più povero e abbandonato, scoprirà invece di essere fortunato. Sì perchè il tributo estratto nel 12 è Lucy Gray Baird.
La ragazza già alla mietitura riesce a spiccare e Coriolanus si applica per trovare un modo per far vincere il suo tributo.
Già al primo incontro Snow si rivela originale e temerario e la sua campagna di pubblicità per Lucy Gray procede a gonfie vele se non fosse per un sentimento che si insidia nel suo cuore, un affetto per la "sua ragazza", il suo tributo, la sua scommessa personale.
Nell'arena Lucy si distingue in tutto e per tutto, Coriolanus al di fuori anche.
Cosa succede dopo gli Hunger Games per i due protagonisti?
Coriolanus è affascinato più dal potere, dalla voglia di riportare il nome degli Snow agli antichi splendori.
L'amore forse non è la cosa più importante per il ragazzo. E l'amicizia? è sacrificabile per un bene superiore.
Gli Hunger Games di cui ci parla la scrittrice sono grezzi, non sono uno spettacolo mondiale ma sono un abbozzo di quello che saranno in futuro. Vivremo insieme ai tributi e agli abitanti di Capitol City la crescita di questo promemoria eterno per i ribelli, la punizione annuale per chi ha provato a rovesciare il sistema. Vedremo la nascita del presidente Snow per come lo abbiamo conosciuto veramente.
La scrittura della Collins rimane a mio parere sempre accattivante e mi sono davvero goduta la lettura.
Non pensavo potesse fare un così bel prequel e le faccio i miei complimenti più sinceri.