Dettagli Recensione
Credo negli atti di coraggio ordinario
“Credo negli atti di coraggio ordinario, nel coraggio che spinge una persona a ergersi in difesa di un’altra.”
In questo mondo, le persone sono divisi in gruppi a seconda del loro carattere e del loro modo di vivere e pensare.
Ci sono i Candidi che incolpano la menzogna per i mali del mondo e perseguono l'onestà.
Gli abneganti incolpano invece l'egoismo, per questo perseguono l'altruismo e sono stati posti al capo del governo.
Gli eruditi, incolpano l'ignoranza e perseguono la saggezza.
I pacifici incolpano la violenza e perseguono la pace.
Infine gli Intrepidi incolpano la vigliaccheria e perseguono il coraggio.
Ognuno vive confinato nei propri quartieri in una casta chiusa ad eccezione di un unico momento, quello della scelta, dove un ragazzo sedicenne può scegliere la fazione a cui appartenere per il resto della vita.
Ma davvero è una scelta facile? C'è davvero un solo unico valore da perseguire per tutta la vita?
Io non ne sarei così sicura.
E non lo è nemmeno Tris che lascia gli abneganti per gli intrepidi.
Questo romanzo mi è molto piaciuto, il mondo creato è ben delineato con le tue forze e le sue fragilità.
All'interno della sede degli Intrepidi la vita non è facile, è violenta e piena di insidie. Mi piace come la scrittrice abbia messo in luce tutte le sfaccettature, fin ad arrivare ad esprimere un pensiero molto netto sul suicidio, che esprime esattamente il mio pensiero sull'argomento.
"Tra gli abneganti non si è mai suicidato nessuno, a memoria d'uomo, ma la posizione della fazione è chiara: il suicidio è un atto di egoismo. Una persona davvero altruista non pensa abbastanza a se stessa da desiderare la morte"
Il mondo di Divergent è intrigante, complicato e per questo molto fragile. In fondo l'umanità non può essere catalogata e rinchiusa in una scatola, non è tutto solo nero o bianco, no? Siamo tutti divergenti.