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Girl power. La rivoluzione comincia a scuola
 
Girl power. La rivoluzione comincia a scuola 2020-01-31 10:09:36 La Lettrice Raffinata
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    31 Gennaio, 2020
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Femminista non è una brutta parola

Arrivato in Italia per Mondadori con il titolo “Girl Power. La rivoluzione comincia a scuola”, "Moxie" di Jennifer Mathieu è un romanzo per ragazzi che affronta tematiche attuali e relativamente forti, come l'autrice aveva già fatto in “Tutta la verità su Alice”.
Il romanzo vede come protagonista Vivian “Viv” Carter, giovane studentessa texana che decide di ribellarsi al sistema sessista che impera nella sua scuola attraverso la pubblicazione di uno zine (una pubblicazione indipendente) di stampo femminista chiamato Moxie, grazie alla quale mette in evidenza i comportamenti maschilisti di alcuni suoi compagni -la battuta “make me a sandwich”, il gioco “bump-n-grab”, le magliette con frasi denigratorie- ma soprattutto la non-reazione del corpo docenti e dell'amministrazione a questa situazione.
Nato in sordina, Moxie diventa in pochi mesi un fenomeno di grande portata e, se da un lato sfugge al controllo di Viv, dall'altro arriva ad unire delle ragazze estremamente diverse tra loro per carattere, estrazione sociale ed etnia in un gruppo unito nell'intento di cambiare la situazione all'interno della scuola, andando contro atti di bullismo e minacce di espulsione. Si arriva a toccare altri temi molto delicati, come l'omertà sulla violenza e la difficoltà di fare coming out in una cittadina del Texas dalla mentalità alquanto retrograda.
A livello emotivo questo può essere un libro molto forte, che prima ti fa infuriare per quello che succede alle ragazze in questo liceo e poi ti commuove vedendo come loro si ingegnino per riuscire a farsi valere senza mai ricorrere alla violenza fisica. Soggettivamente lo ritengo quindi un ottimo titolo, ma devo ammettere che ci sono alcuni aspetti migliorabili, dettati soprattutto dal target di riferimento: c'è un abuso di espressioni “giovanili” nei dialoghi e nella narrazione (l'aggettivo super utilizzato ogni due per tre!) e alcune situazioni cliché fini a se stesse, come il contrasto tra figlia e madre sul nuovo compagno di quest'ultima.


NB: Libro letto in lingua originale

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