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Da leggere due volte nella vita
Nel momento in cui ho cominciato a leggere questo libro e qualcuno si è soffermato a leggerne il titolo, anche persone che non conosco come grandi lettori mi hanno detto di averlo letto da ragazzi, o quantomeno ne avevano sentito parlare. Sì, in fondo, chi non conosce “I ragazzi della via Pàl”? Anche io lo conoscevo e ne possiedo in casa più di una copia; eppure, devo ammettere di non averlo mai letto prima d’ora, con mia assoluta vergogna.
Tuttavia, la prima domanda che mi sono fatto quando ho voltato l’ultima pagina è stata: davvero questo è un libro che si legge principalmente da ragazzi? Non mi fraintendete, non è assolutamente una lettura difficile e mi è piaciuto tantissimo... ma soprattutto nel finale fa lo stesso effetto di un treno che ti arrivi dritto in faccia.
Profondo, ma assolutamente devastante.
Comunque, pensandoci su per un po’ di tempo, mi sono dato una mezza risposta: in fondo, “I ragazzi della via Pàl” é un libro apprezzabilissimo anche quando si è dei ragazzini; un libro in cui trovare tante similitudini con il periodo della vita che ci si sta trovando a vivere; un libro il cui finale può intristire, ma che non ci devasta come fa durante una lettura fatta in età adulta. Da grandi, inoltre, si colgono bellissime sfumature e messaggi nascosti che da piccoli possono facilmente sfuggire; veniamo colpiti dalle tantissime analogie che questi ragazzini e la vita che conducono hanno anche con gli adulti e da come incarnano le qualità onorevoli che ognuno di noi dovrebbe mostrare, ma che forse un bambino non arriva a capire e forse mostra in maniera spontanea.
Dunque, “I ragazzi della via Pàl” è un libro che nel corso della vita va letto almeno due volte, in due età molto diverse.
Molnàr ha delle incredibili capacità di descrizione dell’ambiente ma anche dell’azione: impossibile infatti non rimanere colpiti dalla descrizione della battaglia del Campo di Via Pàl, resa assolutamente vivida è caricata di un’epicità che ci aspetteremmo solo da una vera battaglia. Cosa più importante, ha caratterizzato i suoi protagonisti in maniera perfetta, permettendoci di affezionarci a molti di loro e in particolare ad alcuni; mentre uno di loro non può far altro che restarci nel cuore in eterno.
Credo che dilungarsi sulla trama di un simile capolavoro sia solo un riempitivo di cui non c’è alcun bisogno. Leggetelo, indipendentemente da tutto; lo merita.
“[...] Giovanni Boka guardava fisso davanti a sé: e, per la prima volta, la sua anima di fanciullo intuì quel che è veramente la vita, per la quale noi, suoi schiavi ora tristi ora lieti, lottiamo.”
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