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La colpa non è nelle stelle, ma in noi stessi
Hazel Grace Lancaster, una diciassettenne affetta da cancro diagnosticatole all'età di tredici anni, è obbligata dai genitori a frequentare un gruppo di supporto. Qui un giorno incontra Augustus Waters, un ex giocatore di basket con una gamba amputata a causa di un osteosarcoma con il quale non sembra avere alcun interesse in comune. I due ragazzi lentamente si frequentano e arriveranno ad innamorarsi reciprocamente nonostante la consapevolezza dell’imprevedibilità della vita, che ha in serbo per loro non poche sorprese, positive e negative.
Autore del romanzo è John Green, a mio parere un genio. Trecento pagine di racconto che scorrono leggere e veloci, facendosi leggere volentieri. Sicuramente trattare un tema sensibile come il cancro non è facile, poiché vi può essere disinformazione in merito da parte del lettore e si potrebbe scendere nella commiserazione, ma non in questo caso. Personalmente ritengo che in questo libro il tema sia stato trattato in maniera egregia: viene spiegato al lettore quanto basta e poi sta alla sua personale interpretazione comprendere quanto accade.
La storia è raccontata da Hazel in prima persona. Questa scelta aiuta il lettore ad entrare maggiormente all’interno del racconto perché consente di avere una visione chiara degli eventi in corso e di scendere in profondità negli stati d’animo di una persona affetta da cancro. Dopo le prime pagine in cui viene trattata la visione della vita da parte della giovane ragazza, l’autore è stato in grado di tenermi con gli occhi incollati alle pagine fino alla fine. Nelle descrizioni effettuate, nulla è lasciato al caso ed ogni frase ha un proprio significato all’interno del racconto: vi sono enunciati ricorrenti usati per descrivere contesti differenti, il che rende il racconto maggiormente versatile e scorrevole.
Il fiore all’occhiello del racconto a parer mio sono i dialoghi, nei quali non vi è mai parvenza di superfluità. Tutti i dialoghi presenti contribuiscono a delineare i personaggi ed il loro modo di essere e di ragionare. I personaggi non sono molti, ma sono di spessore e ad ognuno di loro è stato attribuito un ruolo fondamentale all’interno della storia. Questa può essere suddivisa in tre parti e tale scelta ha contribuito a scandire bene i tempi del racconto; in ogni parte sono presenti determinati personaggi che, contrariamente a quanto si possa pensare, si riveleranno utili al fine della buona riuscita del racconto.
In generale sono rimasto molto soddisfatto da questo libro, sia dal punto di vista della trama che da quello dello stile, nonostante siano presenti sporadici momenti in cui, spostandosi il focus della narrazione, si rischia di perdersi nel seguire il racconto. E’ un libro che consiglio vivamente, mi ha lasciato davvero colpito riuscendo a farmi andare di pari passo con i personaggi e ridere, piangere, emozionare e sperare insieme a loro.