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Se non lo dici non esiste
Com'è difficile la prima liceo. Ancora più difficile se sei un'emarginata. Melinda lo è: perché ha rovinato la festa di fine anno chiamando la polizia. Entra nel primo giorno di scuola come l'agnello sacrificale. a testa bassa e in silenzio. I giorni successivi non fanno che peggiorare. Decide che la soluzione migliore sia stare in silenzio, Parla solo con noi attraverso una specie di diario. Anche con noi però fatica a raccontarci che cosa sia successo in realtà: il motivo per cui ha chiamato la polizia. Il silenzio diventa la sua difesa: verso la scuola, i genitori e il mondo in generale. Soprattutto è una difesa contro sé stessa: quello che è successo non può essere verso se non lo sente raccontare con la sua voce. Allora la scelta è ovvia tenere la bocca chiusa a meno che sia strettamente necessario parlare.
Questo libro è catalogato tra quelli destinati alla Young generation. Eppure è piaciuto anche a me che quell'età l'ho passata da parecchio. Mi sono immedesimata con questa ragazzina, ho sofferto con lei. Mi sono arrabbiata con genitori distanti e incapaci di chiederle che cosa le stava succedendo. Ho sussultato di fronte alla capacità di essere crudeli degli adolescenti, che avevo dimenticato. Mi sono scandalizzata di fronte all'impreparazione degli insegnanti anche se ho apprezzato i loro goffi tentativi di fare qualcosa per Melinda.
Lo consiglio a chi ha figli, ma anche a chi come me non ne ha. La lezione che stare in silenzio non è mail l'unica scelta possibile è qualcosa valida per tutte le età.