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Proviamo con Fraternité?
L’Onda – Todd Strasser, 1981
Ispirato (e anche di più) ad una storia realmente accaduta nel 1969, l’Onda di Todd Strasser racconta dell’“esperimento” condotto da un professore di storia in una delle sue classi. Di fronte alle perplessità dei suoi studenti circa il reale coinvolgimento del popolo tedesco nei crimini nazisti, il docente decide di far nascere un movimento “simil-nazista” e di vedere “di nascosto l’effetto che fa”.
Un’eco sinistra ha la parola “esperimento” in certi contesti: Zimbardo e Milgram sono i più sinistri (esperimenti, libri e film relativi) e non dimenticherei neanche Jack Ketchum con il suo “La Ragazza della Porta Accanto”. Non un esperimento, ma una stora. Vera.
Bisogna innanzitutto dire che questo libro non ha velleità artistiche – almeno lo spero – ma semplicemente documentaristiche: la scrittura è piuttosto piatta (a tratti perfino sciatta) e lo scioglimento finale è decisamente semplicistico, da brutto (bruttobrutto) film Hollywoodiano. Non di meno la lettura è stata coinvolgente.
I ragazzi dell’esperimento hanno le stesse perplessità che hanno i ragazzi di oggi rispetto ai crimini nazisti e che avevo anche io da studente.
Il professore, scrivendo slogan banali sulla lavagna e imponendo, quasi per gioco, una moderata disciplina simil militare (alzarsi in piedi prima di parlare, concludere le frasi con “signore”, ripetere slogan quali “la comunità è forza” etc) ottiene risultati strabilianti: in primo luogo quello di creare veramente una comunità nella sua classe. Riuscendo ad integrare anche quelli da sempre esclusi. Come Robert che da classico studente “sfigato”, non brillante e disordinato diventa in breve un membro effettivo del gruppo.
Curioso notare che il primo passo sia “noi siamo tutti uguali” che innalza il “medio” (e abbassa l’eccellente) e che il successivo sia “chi non vuole essere uguale è diverso e quindi nemico”.
Curioso come sia il linguaggio a giocare strani scherzi, a volte.
Comunità e Uguaglianza sono parole che hanno una risonanza positiva, nelle nostre menti, come negarlo? Una delle chiave evolutive dell’essere umano è stato l’essere in grado di fare gruppo e poi comunità, a partire dalle età più primitive. E non starò qui ad illustrare il Liberté, Egalité, Fraternité. Né come una persona che rifiuti di essere uguale agli altri appaia immediatamente viziata o privilegiata, disonesta, persino. Chi non fa la fila come gli altri, chi cerca di aggirare le regole, chi “lei non sa chi sono io” etc.
Quindi, perché? Che succede? Qual è il momento in cui l’unione non fa più la forza, ma diventa prevaricazione? E – dall’altra parte – quand’è che la legittima aspirazione ad essere sé stessi sconfina nell’individualismo sfrenato e nell’egoismo (e nell’egotismo)?
Pericolo che pare più remoto del nazismo, forse. Ma stiamo anche distruggendo il pianeta dove viviamo e dove vivranno i nostri eredi. Quelli di tutti.
Il libro non fornisce soluzioni (e ripeto, la “chiusura” è davvero tirata via e troppo patinata per essere credibile), ma ha il merito di costringere ad alzare ulteriormente la guardia e di togliere quelle che sembrava isole incontaminate di bontà e giustizia. Niente va bene sempre e in ogni contesto. Neanche comunità ed Egalité. Neanche Liberté ed individuo.
Che l’unica sia provare a puntare su Fraternité?
Indicazioni utili
E "La ragazza della porta accanto" di Jack Ketchum.