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Ultimo successo di John Green
Tartarughe all’infinito è l’ultimo lavoro di John Green, autore ormai conosciuto e amato da milioni di lettori, e secondo che leggo personalmente. In questo libro ho ritrovato lo stile lineare, ma ricercato dell’autore, la maestria con cui è sempre riuscito a fare arrivare ai lettori le emozioni di ogni singolo personaggio. Ma ho trovato anche un Green forse più maturo, che ha ricercato maggiormente la perfezione, raggiungendola ancora una volta.
Green con il personaggio di Aza ci presenta la paura, l’ansia di un’adolescente di contrarre una qualsiasi infezione che la porti alla morte. Paura che si manifesta in attacchi di panico quotidiani e che le impediscono anche semplicemente di ascoltare una conversazione, senza che senti dentro di sé la sua flora batterica “invaderla”, impossessarsi del suo io. Aza infatti è intrappolata in una spirale, come la definisce l’autore, da cui non riesce ad uscire e che le fa credere che ogni suo pensiero non sia davvero suo, ma che tutto sia dettato dai batteri che la circondano.
Aza, grazie alla magica penna di Green, descrive i suoi pensieri e le sue paure come se parlasse direttamente a noi lettori, consentendoci di capire, di affrontare quasi in prima persona le sue stesse paure. Siamo gli unici spettatori di quello che accade nella sua mente, i pensieri che la tormentano e contro cui non può lottare. Aza non è libera di scegliere, senza che la paura la invada. Aza è un personaggio forte ma resa reale grazie proprio alle sue paure, che l’avvicinano a noi lettori.
Oltre alla protagonista, conosceremo altri personaggi che ruotano intorno alla sua figura, tutti personaggi di un certo spessore e fondamentali per comprendere appieno la sua vita. Davis Pickett, amico d’infanzia di Aza e figlio del miliardario scomparso, è una figura molto interessante che, nonostante l’età, ha già capito molto della vita e di come questa possa essere amara. Davis sembra l’unica in grado di comprendere davvero quello che passa Aza e al tempo stesso sembra essere l’unico in grado di dare un nome alle paure dell’amica, trovando similitudini che possano rendere il problema più tangibile e quindi anche più facile da affrontare. La storia d’amore che nasce tra i due personaggi è molto velata, quasi eterea.
Come sempre John Green sa scegliere le parole, sa sempre emozionare ma anche stupire, perché le sue storie sono simili ma mai uguali, mai banali. Tartarughe all’infinito è un piccolo tesoro da gustarsi e da cui farsi cullare.