Dettagli Recensione
Hasta la vista, amigo mio
Che il titolo originale del libro “ Le lezioni del pinguino “ fosse preferibile e meno patetico di questa versione italiana che scimmiotta i best sellers di Sepùlveda, e’ evidente.
Gia’ dalle prime pagine dovremmo apprendere una lezione: il petrolio riversato selvaggiamente in mare inquina e stermina.
Certo non basta tanta semplicita’ esplicativa ad ovviare al lucro ed al disinteresse.
Tom Michell pero’ ce la racconta ugualmente la sua storia, iniziata negli anni Settanta durante una vacanza dalla scuola a Buoenos Aires dove insegnava. Giorni sereni, passeggiando sulla spiaggia di Punta del Este in Uruguay, sembravano non presagire il dramma naturale in cui di lì a poco sarebbe inciampato. La pulizia in alto mare dei serbatoi di una petroliera e grandi chiazze di carburante sfregiavano l’Atlantico, avvelenando i suoi abitanti. Davanti a Michell un’intera distesa di pinguini ricoperti di petrolio, buttati a riva dalle onde ormai privi di vita dopo una lunga agonia. Tra migliaia di uccelli inermi, qualcosa si mosse. Uno di loro era miracolosamente ancora vivo ed il professore, che della specie non sapeva assolutamente nulla, decise che salvarne uno era meglio di lasciarli morire tutti. Ci provo'.
Questa e’ la storia del pinguino Juan Salvado, di un inglese in Sudamerica, di un collegio argentino e di tanti buoni propositi che anche in abbondanza non sono mai indigesti.
Una narrativa semplice per una storia altrettanto leggera, eppure attraente perche’ realmente accaduta.
La prima meta’ del racconto mi ha francamente un poco annoiata, la scrittura mi pareva acquosa e priva di sostanza, dilatata quanto piu’ possibile con la generosita’ e la consistenza dell’albume montato a neve.
Pero’ alcuni elementi che spronavano a procedere non mancavano : lo spirito ecologista del testo, questa umanita’ disgraziata, la simpatia innata del povero pennuto. E poi diciamolo, per chi al massimo puo’ soccorrere un colombo in piazza, l’idea di salvare un pinguino in riva all’oceano suona piuttosto esotica.
Nella seconda meta’ Michell si fa piu’ interessante, movimenta le pagine raccontando aneddoti curiosi sulla sua esperienza argentina, senza mai dimenticare di aggiornarci su Juan Salvado.
D’intrattenimento, grazioso e di buoni intenti, tutte le creature – noi compresi- dovrebbero poter morire della propria ora invece che di inquinamento.
Hasta la vista Juan !
Buona lettura.