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Cogito ergo sum
Mi piace leggere libri per ragazzi, alternandoli a letture più impegnative, così mi sono imbattuta in Divergent, che sarà pure l'ennesimo romanzo distopico che leggo, ma a me è piaciuto molto, volete sapere perché?
1. I protagonisti. Per quanto lo stile dell'autrice sia semplice e diretto (quanto di più adatto al target di pubblico che si prefigge di raggiungere) ho trovato i protagonisti, nella loro semplicità e nella loro spontaneità, molto realistici e molto vicini all'animo dei potenziali lettori. Tris e Quattro sono sicuramente i personaggi più sfaccettati (diretta conseguenza della loro natura), ma anche i comprimari sono ben delineati nella loro caratteristica dominante: la candida Christina, l'erudito Will, così gli altri.
2. La storia. É avvincente e si legge davvero con estrema facilità. La Roth usa termini semplici, capitoli brevi, perfino il layout invita a macinare pagine su pagine con grande disinvoltura. L'effetto svuota-mente (che io cercavo!) é pertanto assicurato.
3. Ho letto in qualche recensione che sarebbe una scopiazzatura di Hunger Games: non credo proprio. Innanzitutto la Collins con Hunger Games ha imbastito una storia molto più intricata e complessa di quanto abbia letto finora con Divergent. Ho amato molto Hunger Games e sinceramente non trovo molti punti in comune: forse a prima vista l'intreccio narrativo può sembrare somigliante, ma i protagonisti sono molto diversi e Divergent si presenta come libro molto più accessibile e più strettamente per ragazzi, a mio parere.
4. Interessantissima é la parte sulle paure personali che i protagonisti devono affrontare: alcune descrizioni sono davvero ben fatte e inquietanti. E sapete che quel che mi inquieta mi piace.
Insomma, se avete voglia di evadere dalla vostra realtà per tuffarvi nella faziosa Chicago del futuro, accomodatevi e seguite con il cuore in gola le avventure di Tris e Quattro.