Dettagli Recensione
Io cosa avrei scelto?
Ho passato l’età dei romanzi per ragazzi e “distopico” era un aggettivo a me del tutto sconosciuto. Nonostante le premesse di lettura fossero quindi completamente a sfavore, il libro mi è piaciuto.
Probabilmente, non essendo avvezza al genere, mi ha colpito l’originalità di un mondo parallelo, di giovani alle prese con scelte di ideali e sentimenti semplici, nelle cui dinamiche scorgere le debolezze del nostro presente. L’idea di fondo è quella di una città-stato organizzata in “fazioni”, in cui i cittadini vivono ed esercitano il proprio ruolo sociale in base all’ideale che ritengono cardine per il mantenimento della pace: verità e giustizia, coraggio e difesa, sapere e istruzione, l’armonia dei lavori della terra o l’altruismo necessario al governo del bene comune. A sedici anni ogni ragazzo deve prendere una decisione e consacrarsi al proprio ideale di vita. E già questo mi ha incuriosito: io cosa avrei scelto?
La storia è raccontata dalla giovane Tris, alle prese con la propria scelta e l’inizio del suo percorso di “fazione”, fatto di amicizie, amore, scoperta di sé e regole, da rispettare o da sovvertire. Un inizio difficile, perché la sua mente è diversa, apparentemente “difettosa” nella sua divergenza: è una mente che percepisce che per essere se stessi e per il bene vero si deve cercare un equilibrio tra le tante sfumature di valore perché non esiste buon coraggio senza generosità, sincerità, amore o intelligenza.
E’ un libro semplice, senza velleità stilistiche, ma coinvolgente, sincero e capace di far trattenere il fiato. Destinato ai giovani, agli amanti del genere, ma in fondo a chiunque cerchi una lettura originale, d’azione e di sentimento, e – strano a dirsi considerato l’alto tasso di combattimento presente – curiosamente delicata.