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Una novella Jane Eyre
Libro per ragazzi, consigliato a partire dai dodici anni, a firma Siobhan Dowd, scrittrice inglese di origini irlandesi morta prematuramente nel 2007 e vincitrice del Premio Andersen 2012. Già attivista del Pen Club International ( contro la censura degli scrittori in numerosi paesi del mondo), prima di morire a causa di un tumore ha fondato la Siobhan Dowd Trust per consentire l’accesso alla lettura bambini svantaggiati.
La stessa Holly Hogan, protagonista e voce narrante del romanzo, è una ragazzina svantaggiata: è ospite di una struttura di accoglienza ed è sotto la tutela dei servizi sociali che riescono a inserirla in affido temporaneo presso una coppia di coniugi senza figli. La narrazione prende l’avvio quando la vicenda è in fase conclusiva; Holly, in fuga dalla nuova casa e con un identità celata da una parrucca e un paio di tacchi sì da farla apparire non un’acerba quattordicenne ma una maggiorenne, si ritrova chiusa in una macchina nella stiva di un traghetto che sta salpando alla volta dell’Irlanda. La permanenza nello spazio angusto è occasione per ripercorrere tutto il suo viaggio fin lì e per sistemare i conti con un passato che le permetterà, ora smitizzato, di accettare la sua condizione.
Tutta la narrazione, fondamentalmente il racconto di una fuga, viaggia sulle note di alcuni testi musicali e in particolare sulla bellissima “Sweet Dreams (Are Made of This)” degli Eurythmics il cui contenuto è qui riconducibile solo alla tematica del “dolce sogno” e non alla pratica sadomasochistica che non scalfì nel lontano 1983 il successo di questo brano. Altro filo conduttore è la storia di Jane Eyre, alcuni episodi del libro vengono rivisitati nel vissuto di Holly e del suo doppio Crystal a confermare le doti dell’eroina cartacea, indipendente, forte e tenace fin da bambina.
Il libro, molto episodico e frammentario nella struttura narrativa vive di una scrittura semplice e attuale anche grazie alla traduzione di Sante Bandirali, gioca sulla personalità di una ragazzina dal vissuto difficile ma dipingendo efficacemente modi di essere e di pensare tipici dei giovani adolescenti. Vi si ritrovano le critiche al mondo adulto, alla sua omologazione ai canoni della realtà, alla sua ipocrisia anche se, efficacemente la ragazzina nel suo scappare verso l’Irlanda, percorrendo le strade della Gran Bretagna , avrà modo di incontrare solo figure positive.
Il romanzo dunque è adatto a tutti i ragazzi perché permette loro di proiettare qualche loro atteggiamento, di vivere un’avventura che magari la più tranquilla delle loro esistenze non può contemplare, di capire il vissuto difficile di certi compagni di classe che non si riesce ad accettare perché si è già investiti di una triste morale accusatrice e perfezionista respirata nella famiglia “bene”dalla quale provengono e infine permette al più disgraziato di essi di sperare nel proprio futuro.
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Il libro è gradevole ma nulla più.
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