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Oltre, Altro, Altrove... Oltrove?
Alla ricerca, in biblioteca, di American Gods, ed essendo lo stesso in prestito, ho "ripiegato" su StarDust e Coraline, dopo aver letto "NeverWhere" (“Nessun Dove”) e “Cose Fragili” (l’ho già detto che amo Sherlock Holmes?) sempre di Neil Gaiman.
Curiosamente, StarDust è considerato una lettura per adulti, mentre Coraline è collocato nella narrativa per ragazzi (avrei detto esattamente il contrario).
Di StarDust vidi, tempo addietro, il film che è molto molto carino (diciamolo, ho in mente un paio di scene con De Niro e con gli spettri dei fratelli che se ci penso rido da sola).
Il libro non è da meno.
Come accade in tutti i Gaiman letti finora, c'è sempre un "oltre/altrove" molto vicino (può essere "Londra-sotto", Faerie, o il mondo "altro") a cui l'accesso è tutto sommato abbastanza semplice e i cui abitanti sono abbastanza simili a quelli "al di qua".
Ma non del tutto.
Qui abbiamo molti stilemi del romanzo/racconto di formazione: il protagonista poco più che adolescente (Tristran) che – noi sappiamo, ma lui no – non è così "normale".
Tristan lascia la terra natia per una "missione impossibile", per conquistare la bella (e vacua) amata deve portarle una stella cadente. Cercando il suo amore (e la stella caduta), Tristan trova sé stesso, si innamora (davvero), ed abbiamo pure l'agnizione finale (detto così sembra un po' Guerre Stellari), e una morte alla fine riconciliante e non "nemica".
Non c'è, come in NeverWhere e Coraline un "male" vero e proprio (e io trovo che l'Angelo di Islington sia un malvagio davvero notevole), perché anche le tre sorelle, e la carceriera in fondo non lo sono. E questa cosa mi è piaciuta.
Il romanzo è lieve, ma non banale; è stata una lettura molto piacevole che di certo consiglio.