Dettagli Recensione
Uno sguardo ricco di vita.
Da sempre mi interrogo sulla liceità degli zoo e sulle ragioni che molti adducono per asserirne la non configurabilità quale carceri poiché - per mia modesta opinione - tutta questa gran differenza non c’è, anzi, ogni requisito di questi integra quello che una struttura penitenziaria umana ha al suo interno per essere definita tale. Perdonate e concedetemi questa piccola premessa, che si è resa necessaria perché questo è lo scenario in cui prendono vita le parole dello scrittore.
Quella di Pennac è una storia semplice che nella sua genuinità coglie il lettore in fallo e lo spinge ad andare avanti, a scoprire le vicende pagina dopo pagina. Due sono i protagonisti di questa avventura, Lupo azzurro, un canide proveniente dalle terre del grande nord dell’Alaska e Africa, un giovane uomo capace di narrare storie con grande maestria.
L’astio verso la razza umana è la caratteristica principale di Lupo Azzurro, da ben 10 anni (e cioè dal giorno della sua cattura) si è impegnato a non interessarsi mai ad uno di loro; qualsiasi cosa potesse accadere la sua esistenza doveva restare distinta ed indipendente da quella dei suoi carcerieri. E per ben 3650 giorni è riuscito nel suo intento soltanto l’arrivo di questo strano personaggio ha interrotto la sua missione. Posizionandosi ogni giorno dinanzi alla gabbia dell’animale il determinato uomo è riuscito ad entrare in contatto con il predatore, a farsi notare ed infine – col semplice gesto di chiudere un occhio – a rendersi degno del suo interesse. Il lupo non poteva voltar faccia a chi ha avuto il coraggio di mettersi al suo pari. Inizia così il connubio di due vite distinte in quel che è uno scambio di immagini, parole, pensieri e fiducia.
“L’occhio del lupo” accoglie nei suoi passi amicizia, natura, fratellanza, favola ma anche privazione della libertà e prigioni di cemento. Si pone l’obiettivo di sensibilizzare il lettore, lo invita ad andare oltre le apparenze perché nella desuetudine, nel non consono non vi è niente di male ed anzi vi è un universo da scoprire. Dunque perché condannare una persona se vuol essere amico di un ghepardo, di una capra, di un dromedario? E’ diverso dal confacente ma non per questo condannabile e meno valevole. Sotto questo profilo il componimento mi ha ricordato “Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico” di Sepulveda che aveva ad oggetto le diseguaglianze in un sottofondo di amicizia e voglia di andare oltre le apparenze.
Grazie alla naturalità con cui è scritto si rende un libro abbordabile a tutti dunque non sottovalutatelo perché è catalogato quale “lettura per ragazzi”, merita.
Commenti
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |
Ordina
|
Questo libro mi era piaciuto tantissimo, piu' che i ragazzi dovrebbero leggerlo forse i genitori di bambini piccoli. Perche' se nessuno va allo zoo o al circo ( quello con gli animali) gli zoo e i circhi chiudono e il problema e' risolto.
:-)
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |