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SENZA IL DOLORE NON CONOSCEREMO LA GIOIA
Un romanzo che mi ha veramente sorpreso, dopo tutto il clamore che c’è stato dietro questo libro e anche dopo il film omonimo, avevo veramente poca voglia di affrontare questa lettura.
Poi, però, il caso ha voluto che una mia amica me lo prestasse, io ero titubante e lei mi ha detto testuali parole ”Tieni leggilo, non te ne pentirai” e io “non lo so sai” e lei “Lo vuoi?! Se no lo riporto a casa” e io ho pensato non si può rifiutare un libro no?
Così una sera l’ho iniziato e sono stata letteralmente rapita, una scrittura che arriva subito al lettore con un linguaggio semplice, diretto, molto caro a noi giovani lettori.
Non ci credo nemmeno io d’ aver letto un new adult decente, visto le migliaia di proposte di questo genere che non sono all’altezza delle aspettative.
E’ un romanzo che rimane dentro a chi lo legge, non perché si parla di un tema delicato come la malattia, ma perché ti sa coinvolgere e ti affezioni ai personaggi, non solo ai protagonisti ma anche a tutti gli altri.
Abbiamo Hazel Grace, 16 anni affetta dal cancro, e Gus un ragazzo che sembra aver superato il periodo più duro,ma che ha dovuto sacrificare una gamba.
In questa età così difficile due ragazzi si incontrano, si conoscono e si innamorano con un sentimento puro e sincero.
Il loro primo incontro avviene ad una riunione del gruppo di supporto, Hazel non crede che chiacchierare e confrontarsi con altre persone malate le sia d’aiuto per affrontare il suo dolore, ma su suggerimento della madre vi partecipa.
Hazel, affronta la vita, con il sorriso non scoraggiandosi mai e cercando di riuscire a vivere al meglio nonostante le molte limitazioni che incontra tutti i giorni.
E’ ossessionata da un libro che si intitola “Un’imperiale afflizione”, lo rilegge molte volte fino allo svenimento in quanto non si capacita del fatto che non ci sia una fine e che l’autore dopo dieci anni non abbia ancora pubblicato un seguito.
Hazel Grace si sente in colpa per il dolore che provoca sia nei confronti dei suoi genitori ma anche in quelli di Gus che a poco a poco si ritrova innamorata della ragazza.
Il successo del libro, secondo me, non è tanto dovuto al tema che viene trattato che è quello del cancro e della malattia di due adolescenti, ma credo sia perché è scritto in maniera delicata e soprattutto si attiene alla verità dei fatti. Mi spiego questo libro non ci racconta favole, storielle spensierate e felici ma ci fa capire com’è la realtà.
Hazel nonostante le difficoltà e il dolore che prova scherza sugli effetti collaterali che le provoca il decorso della sua malattia, vorrebbe essere una ragazza normale che va a scuola, esce con le amiche, va a ballare e che ha una relazione con un ragazzo.
Vuole una vita “normale” insomma, dove quando esce di casa tutti non si girano a guardarla, per giudicarla, per impietosirsi o semplicemente per curiosità, vorrebbe avere una speranza per il futuro.
Questo romanzo, ti pone davanti degli interrogativi, delle domande sulla vita, sulle relazione, sul poco tempo che abbiamo per amare e farsi amare dagli altri.
Un libro che ti fa pensare, che ti obbliga a fermarti a riflettere sulle cose che si accadano e che basta un attimo perché tutto cambi, un secondo, un soffio e ti ritrovi da solo o non ci sei più.
E’ triste vi chiederete? No è la realtà, e alcune volte i libri oltre a far sognare devono anche raccontare quello che succede nella vita di tutti i giorni, devono parlare di sofferenza e di dolore ma anche di speranza in qualcosa di migliore.
Un romanzo che consiglio a tutti quelli che vogliono leggere qualcosa di diverso dai soliti new adult e che vogliono immergersi in una storia difficile da dimenticare.
“ Il mondo non è un ufficio esaudimento desideri”.