Dettagli Recensione

 
Divergent
 
Divergent 2015-01-20 06:41:47 Cherchez la Famme
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Cherchez la Famme Opinione inserita da Cherchez la Famme    20 Gennaio, 2015
Top 1000 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

originale e riflessivo senza essere pretenzioso

Dopo aver visto il primo film è arrivata anche la voglia di leggere il libro. Il genere mi piace, nonostante sia decisamente destinato più agli adolescenti.
Premetto che ho letto solo il primo volume e che mi riservo il diritto di cambiare le mie opinioni in seguito, rischio che con le saghe esiste eccome - con questa forse più che con altre -.
Parto subito col dire che Divergent mi è piaciuto e che ho divorato il libro in due giorni, sebbene questo non significhi che non ne abbia notato i difetti.

Sin dalla prima pagina veniamo catapultati in questa distopia, un futuro prossimo non ben definito in cui l'umanità, presumibilmente in seguito ad un qualche guerra mondiale, si è rifiugiata all'interno di una recinzione e divisa in 5 fazioni, che individuano altrettanti tipi di personalità:
- gli Abneganti, che si prodigano per il prossimo e praticano il sacrificio di sè
- gli Intrepidi, che affrontano e sconfiggono le loro paure allo scopo di difendere la città
- i Pacifisti, che coltivano la terra
- i Candidi, che vedono nella Verità l'unica via di uscita dai mali del mondo
- gli Eurditi, che perseguono la conoscenza in ogni campo

Per prima cosa, devo dire che, sebbene poco realistica, questa netta divisione tra persone che credono in diversi valori e che per essi lottano (nonostante lo scopo fosse inizialmente quello di debellare la guerra) credo sia una trovata non da poco, per quanto schematica. Non nuovissima, certo, ma almeno la Roth si è data la pena di reinventarla. Basta riflettere per qualche istante per capire quanto le fazioni della Roth siano plausibili anche nell'ottica dell'odierna società -e non solo all'interno della distopia-, per individuare gli ispiratori delle fazioni. E, infondo, la "fantascienza" non è altro che questo, un'esasperazione, un'estremizzazione di ciò che già esiste.

Nonostante partano da due diversi presupposti, capisco bene perchè si associ la saga di Divergent a quella di Hunger Games.
Però non basta pensare a questa associazione solo in virtù della distopia YA.
Le due saghe hanno la stessa atmosfera, trasmettono la medesima sensazione di vivere una vita le cui regole sono dettate da altri. E' vero, Tris può scegliere la fazione in cui vivere mentre i tributi non hanno la minima voce in capitolo circa il loro destino di andare al macello. E' tuttavia, anche quella di Tris, una scelta pre-ordinata, obbligata, tant è che per persone come lei, per cui non è possibile individuare la specifica fazione, ipoteticamente non c'è altra via se non quella di essere Esclusi dalla società, in quanto personalità non conforme ai dettami pre-stabiliti.
Roth e Collins, però, partono da due presupposti diversi: la prima dalla guerra, la seconda dal disastro naturale -che, seppellendo gran parte delle terre emerse, ha causato il sorgere di una dittatura istituita originariamente allo scopo di gestire meglio e più rigorosamente le risorse (ed è per questo che ad ogni Distretto è associata una specifica produzione).
Parimenti, due dei mali che oggi ci affliggono e per cui spesso temiamo la fine del mondo che conosciamo.

Apparte i presupposti e il genere assolutamente affine, i parallelismi tra le due saghe qui s'interrompono e si ricongiungono solo nel messaggio finale. La trama, e le due protagoniste soprattutto, sono completamente diverse.

Quello che ci viene raccontato, al di là dell'ambientazione della storia, è ciò che ognuno di noi ha vissuto a sedici anni, quel conoscere sè stessi al di fuori del nucleo familiare, quel prendere coscienza della propria indole e del proprio carattere, mano a mano che si cresce e che ci si confronta con la vita e con gli altri. E' questo che fa Tris, della quale viene descritto il percorso in modo semplice ma essenziale.
Tris sta crescendo e con lei cresce l'insofferenza a regole che non si conformano alla propria natura, le regole degli Abneganti; al contempo, si sente in colpa, stentando a lasciar andare il freno per non arrecare dispiacere ai propri genitori. Già consapevole, anche se in bilico tra vari sentimenti, di questa sua diversità, Tris decide di tentare l'ingresso nella fazione degli Intrepidi. Essendo cresciuta in un ambiente sterile, votato all'atruismo e da cui è bandita qualsiasi forma di vanità, da quella più semplice (guardarsi allo specchio, avere vestiti differenti) a quella più complessa (l'amor proprio), si può ben capire per quale motivo passi i giorni prima della fatitica scelta ad ammirare gli Intrepidi, che corrono, ridono e non sottostanno alle sue stesse regole. Dunque, quando il giorno della scelta è vicino, e il test attitudinale si verifica inconcludente, bollandola come Divergente, la sua scelta cade sulla vita che da sempre, intimamente, desidera per sè.
La vita che la aspetta, una volta varcata la soglia del mondo adulto - soglia da identificarsi con la scelta compiuta -, è più dura di quanto si aspettasse. Ci sono prove da superare e persone la cui cattiveria non si è annullata grazie al sistema delle fazioni, in soldoni fallimentare in quanto fondato dagli uomini e, dunque, già in partenza intrinsecamente nullo.
Mentre seguiamo lo sviluppo della stroria e la crescita di Tris, lo sbocciare dell'intrigo politico che ha per protagonista Jeanine, una Erudita con smanie di potere, ci racconta come l'ambizione e l'avarizia di certuni individui a scapito di altri portino comunque al conflitto e alla distruzione.
E' la natura umana il problema; cambiano i mezzi, le società si evolvono, eppure la storia -passata, presente e (nel caso del libro) futura- ci appare come un eterno ritorno senza speranza di redenzione.

E' questa la morale, affidata alle parole della mamma di Tris, nell'ultimo atto:
"Gli esseri umani non riescono ad essere buoni per molto tempo, senza che il male si insinui di nuovo tra loro e li riavveleni."

Suggeriva questo anche il finale di Hunger Games, in cui colei che aveva capeggiato la rivoluzione facendola sbocciare pian piano dal Distretto 13, una volta sul "trono" chiedeva il ristabilimento dei giochi per vendetta.
Come dicevo, l'idea alla base del romanzo c'è e va elogiata.

Dei difetti, o meglio, delle cose che non mi sono piaciute troppo, ci sono.
Lo stile della scrittura è scarno ed estremamente semplice, forse proprio perchè l'opera è destinata ad un pubblico giovane. Frasi molto brevi, un vocabolario di 50 parole sì e no. Insomma, non so se sia colpa della traduzione, ma stento a crederlo, dato che i traduttori sono tenuti ad attenersi allo stile originario il più possibile.

Altra nota dolente è la storia tra Tris e Quattro. Sono lieta che la Roth non tenda a focalizzarsi troppo su questo punto. E' pur vero, comunque, che le scene dedicate ai due sono estremamente melense, a tratti sinceramente poco credibili.
Tris è una protagonista che mi piace. Si presenta come impacciata e insicura, repressa nella sua fazione d'origine; passo dopo passo si scopre incredibilmente forte, intelligente, capace, persino attraente. Non si vergogna di queste scoperte e il racconto non è infiocchettato con false modestie e fronzoli di sorta. Mi sarebbe piaciuto, per una volta, che la protagonista femminile dominasse la scena senza l'inevitabile supporto dell'ennesima storia d'amore, sbocciata troppo presto e senza un minimo di suspance, solo per strizzare l'occhio alle ragazzine.
Smettiamola d'insegnare alle adolescenti a sentirsi incomplete senza il figone di turno.
In seconda istanza, avrei gradito maggiori particolari circa i precedenti della storia e, soprattutto, circa il lavoro degli intrepidi alla recinzione. L'unica frase in merito è affidata ai pensieri di Tris che osservando un camion di Pacifici attraversare le porte per dirigersi verso le fattorie, situate al di fuori della città, nota un Intrepido richiudere a chiave il passaggio, dall'esterno.
"Sembra che vogliano tenere noi dentro, invece che difenderci da ciò che c'è fuori".
Mi aspetto, comunque, che questi aspetti siano approfonditi nei successivi volumi.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
no
Trovi utile questa opinione? 
20
Segnala questa recensione ad un moderatore

Commenti

1 risultati - visualizzati 1 - 1
Ordina 
Per inserire la tua opinione devi essere registrato.

Ovviamente è una lettura che consiglio.
Ho sbagliato a spuntare quando ho inviato la recensione e ora, non so perchè, il sistema non mi permette di modificare.
1 risultati - visualizzati 1 - 1

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Identità sconosciuta
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Incastrati
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Tatà
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il mio assassino
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
La vita a volte capita
Valutazione Utenti
 
4.4 (2)
Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.1 (3)
La prova della mia innocenza
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Fiocco di neve
Chaos. La guerra
Chaos. Il nemico
I tre gatti
La montagna di libri più alta del mondo
Neverworld
Cenerentola libera tutti
Blackbird. I colori del cielo
La notte dei desideri
Thornhill
L'Ickabog
Corri ragazzo, corri
John della notte
Il cane che aveva perso il suo padrone
Ogni prima volta
Lucas. Una storia di amore e odio