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Il guaritore.
La sua voce sta diventando sempre più roca così come i suoi lineamenti stanno iniziando ad assumere i caratteri tipici dell'uomo adulto, questi sono i pensieri di Matty il discolo ragazzotto che avevamo conosciuto ed amato nel secondo romanzo della quadrilogia del donatore di Lois Lowry. Le vicende narrate sono ambientate a ben 8 anni di distanza dagli avvenimenti che avevano visto protagonista Jonas in The giver e a 6 da quelli che avevano permesso alla giovane Kira di prendere in mano le redini della sua vita una volta acquisita la consapevolezza del suo ruolo nella comunità.
La vita di Matty è nettamente cambiata, non solo non vive più con una madre che non desiderandolo è preda della violenta e dell'insensibilità per i bisogni di una piccola peste come lui per risiedere invece col Veggente, un uomo che seppur privo di vista è ricco di saggezza e provvisto degli occhi dell'anima, ma ha anche imparato a leggere e scrivere, conosce l'educazione ed il rispetto per gli altri, è altruista e sempre disposto ad aiutare chi lo circonda. Non stupisce dunque che tra i tanti proprio lui abbia quel dono, quello della guarigione.
Ma quella che sino ad allora era stata una vita calma e pacifica nel villaggio, saggiamente guidato dal capo che altri non è che il Jonas che avevamo conosciuto nel primo capitolo dell'opera, sta cambiando in modo sempre più evidente e lacerante. L'egoismo ha preso campo nel cuore degli abitanti di quella comunità nata e basatasi sull'amore per il prossimo e l'accoglienza del bisognoso; gli uomini sono animati dall'odio, dalla paura del diverso, dalla minaccia ipotetica ed infondata che lo “straniero” costituisce per le loro vite (dallo sfruttamento di risorse a loro fondamentali e che avrebbero dovuto custodire con maggiore diligenza, alla perdita di tempo arrecata dalle cure e dagli insegnamenti minimi che i residenti dovevano loro trasmettere dopo lunghi e devastanti viaggi di fame e atrocità e dopo l'aver abbandonato le loro terre d'origine governate da gerarchie e dispotismi incontrollati).
Paure, inganni, segreti, lotte di potere e falsità animano il cuore di queste persone, è come se avessero dato via la parte migliore di loro per dar adito agli aspetti più meschini e infidi del loro essere. Perché soggetti che fino a poco fa apprezzavano ed accoglievano a cuore aperto ogni individuo in difficoltà ora si chiudono senza remore davanti a chi, come loro anni addietro, ha bisogno di un luogo dove ricominciare a vivere? Tutto ruota intorno al mercato del baratto emblema e palcoscenico delle futilità a cui l'animo umano è solito cedere. Qualsiasi cosa può e viene ad essere barattata, anche a livello astratto, e le conseguenze che ne derivano sono inarrestabili visto e considerato che una volta posto in essere l'atto di scambio non è possibile recedere.
Vi è poi la natura che se da un lato è forte ed incontrollata capace di bloccare al passaggio all'essere umano e porre fine alla sua vita con il semplice movimento di un ramo dall'altro è debole ed impotente particolare che ci viene insegnato da una piccola rana e dal suo echeggiante cra cra. Ed infine la riunione: Kira e Jonas che dopo essersi sentiti si vedono dal vivo, il padre che aspetta trepidante la figlia perduta e poi ritrovata, il sacrificio dell'anima pura per riportare la pace e l'amore nei cuori avidi avvelenati.
Anche in questo romanzo la Lowry tocca le corde del lettore con cruda delicatezza, le parole scorrono rapide e cullano lo spirito, nella sua linearità e semplicità la prosa lascia il segno e conquista chi si dedica all'opera. Un libro che si fa divorare in meno di una giornata ma che merita di essere letto, forse il più bello dei quattro o se non altro uno dei più significativi.