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Colpa delle stelle
 
Colpa delle stelle 2014-10-08 19:53:53 ChiaraNirta
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ChiaraNirta Opinione inserita da ChiaraNirta    08 Ottobre, 2014
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L'infinito dai giorni contati

E' la storia di un Amore speciale. Un Amore che dovrebbe essere tragico e invece è vita. Questa è la storia di Augustus Waters (Augustus dal nome fiero e immortale come l'imperatore romano), e della dolcissima, impacciata ma arguta Hazel, Hazel Grace Lancaster. Hazel è una sedicenne ammalata di cancro alla tiroide dall'età di tredici anni, con varie "colonie tumorali" anche nei polmoni. Quando glielo diagnosticarono l'avevano data per spacciata, ma grazie a un farmaco in via di sperimentazione era riuscita a sopravvivere, una miracolata -anche se a tempo determinato-. Augustus aveva subìto un'amputazione alla gamba per via di un osteosarcoma, ovvero un tumore maligno che intacca le ossa. Però era riuscito a venirne fuori, non avendo avuto più ricadute per più di quattordici mesi, la sua probabilità di sopravvivenza raggiungeva già teoricamente l'otta per cento circa di possibilità. Prima di incontrare Gus, Hazel sopravviveva convivendo con una spola di andirivieni tra l'ospedale e un gruppo di sostegno abilitato a infondere fiducia ai ragazzi ammalati come lei, un gruppo che trovava ridicolo e opprimente, che frequentava malvolentieri. Eppure è lì che incontra Augustus, è lì che Gus (per accompagnare il suo amico Isaac) si reca il giorno che incontra una Hazel seccata di dovervi partecipare sotto richiesta -quasi forzata- dei genitori. Mentre Hazel fa per entrare imboccando le scale, si scontra sbadatamente con lui, poi è un attimo e paff! i loro occhi s'incontrano, e da quel momento non avrebbero più smesso di incontrarsi. Lei si sente avvampare, il cuore tamburella e non lo trattiene, il pallore della malattia che diventa rossore di passione e imbarazzo, le gambe tremule e la vita che scoppia poi tutta in un sol colpo, come se l'esistere triste e gravido d'inerzia del passato fosse stato solo l'anticamera d'attesa di quel rimbombo pauroso che le era esploso fin dentro ogni periferica del cervello. Uno sguardo, ecco cosa può contenere, ecco quanta vita può inglobare. Questo ci fa capire come la nozione di tempo sia soggettiva, quanto possa essere abolita o dilata, come a significare che la vita è fatta, alla fine, di tre o quattro attimi come quello, la vita che VALE, s'intende. La maestria di John Green, autore del romanzo, edito in Italia da Rizzoli, arriva a farci scoppiare il cuore d'emozione, ma non un'emozione violenta, il cuore sbotta riempendosi a mano a mano di emozioni svisceranti, molto lentamente, fino a sciogliersi nelle stesse pagine di questo meraviglioso capolavoro. Hazel è subito attratta da Gus e lui se ne innamora perdutamente a sua volta. Nonostante lei abbia paura. Lei che si definisce una "granata", pronta a esplodere da un momento all'altro. E allora ecco che subentra il terrore della morte, ma non un panico egoisticamente corretto che si prova verso se stessi, la paura di Hazel è così altruistica da commuoverci, da spintonare dall'interno fino a massacrarci di tenerezza, ha timore andandosene di ferire coloro che più ama e vuole risparmiare a Gus la tragica sofferenza della sua inevitabile morte. Il tempo di Hazel è molto determinato in fin dei conti. Ma Gus non cede, Gus ha diciassette anni e mezzo ma è già un uomo forte, la malattia l'ha indurito e l'Amore l'ha maturato, come se per i condannati a morte "troppo acerbi" per la Grande Mietitrice, ci fosse il privilegio di saltare le tappe proprie dell'età adolescenziale fino a quella adulta, perché non c'è abbastanza tempo per viverle al tempo giusto. E Gus non smette, Gus che insiste, Gus testardo che insiste e non lo tieni!, Gus che glielo dice "Cercare di evitarmi non diminuirà il mio affetto verso di te", perché Augustus sa quello che vuole e quello che vuole è lei e niente e nessuno potrà mettersi in mezzo, non la testardaggine di Hazel, né la morte, non ancora. E lei si scioglie, perché lo ama e non può sottrarsi all'Amore, all'Amore nessuno si sottrae, chi è così forte? Chi ha un coraggio così grande? L'Amore Quello Vero le gambe te le spezza, e ti porta via la testa e con essa i ragionamenti e tutte le tue intenzioni e i buoni propositi e le difese, abbandoni tutto per seguire l'Amore. E altra scelta non c'è anche per lei. I giorni trascorrono e Augustus Waters le prende il viso tra le mani e le fa capire che il tempo è prezioso e che anche se loro ne dovessero avere poco, be' quello basterebbe, perché come dice una frase del libro, la più rappresentativa: "La vita non dev'essere perfetta perché l'Amore sia straordinario". E Hazel riprende a vivere, con quei suoi occhi grandi che parlano e dicono tanto a chi sa leggerli, Hazel lo abbraccia e sente i muscoli di lui contrarsi e il cuore disfarsi, e quel profumo: il suo, quello del suo Gus che l'inebria e la protegge, così la malattia svanisce per un po'. Perché c'è Gus, Gus che sorride di sbieco con la sigaretta in bocca, la sigaretta che tiene di lato e dice a Hezel "Non ne ho mai accesa una in verità. E' una metafora: tengo fra i denti ciò che potrebbe uccidermi ma non glielo lascio fare". Hazel sorride, con quelle labbra sincere, quel viso pulito senza trucco e la cannula infilata nel naso perché i sui polmoni "fanno schifo" e respirare assomiglia a morire e il petto avvampa, ma è bella lo stesso, è bella con quei capelli corti, è bella quando va ad Amsterdam in compagnia di Gus per conoscere il suo scrittore preferito e la prima sera che arrivano vanno a cena fuori e Gus per la prima volta si dichiara apertamente e le dice con due occhi grandi così, comprensivi di quel sorriso che ti bombarda le difese e le gambe diventano un omogenizzato "Hazel Grace, io ti amo. E non importa se ci sarà l'oblio e tutte le nostre fatiche e pure quelle di tutti gli altri un giorno saranno solo polvere, Hazel Grace, io ti amo lo stesso." E mentre lo dice il cameriere serve loro dello champagne quando l'assaggiano pensano che quello sia il sapore delle stelle e fuori gli alberi fanno cadere i loro petali sul canale che costeggia il panorama fuori dal ristorante. Eppure lì ad Amsterdam accade qualcosa che cambia radicalmente le carte in tavola, ma io non vi dirò cosa. Narrare la fine di un libro è ucciderlo e io, credo che leggere sia più che altro Vita. Il piacere della scoperta che non sia mai negato nemmeno al più infido! Leggendo questo romanzo in una sola notte tutta ad un fiato posso dirvi però di aver pianto come poche volte mi era successo. Non tanto per la tristezza, no, quanto per la bellezza. Perché amici miei? Perché L'Amore vero è una cosa troppo grande, così immensa da farci sentire vivi anche quando siamo morti dentro, o come in questo caso, quando stiamo letteralmente per morire. Credere questo non è assolutamente un luogo comune da adolescente lontana dalla disillusione. L'Amore è una cosa grande grande, è infinito, così potente da sparpagliarci i brividi nelle vene, è onnipotenza senza vanagloria, è una pagina della nostra vita che dà senso a tutti i capitoli. E' il filo conduttore della grazia e della bellezza, dell'altruismo disinteressato verso l'alto. L'Amore vero non è guardare un tramonto perfetto ma riuscire a stare insieme quando la vita s'impegna a spezzarci le ossa, quando il caso trasforma in macerie i sogni che avevamo, ma noi abbiamo da parte l'Amore ed è quella la fonte da cui sugge forza l'assetato. L'Amore è quando ti svegli al mattino non svogliato ma felice di aver aperto gli occhi, è quando ti addormenti con in testa l'ansia e la speranza di quello che accadrà, qualunque cosa sia. Il papà di Hazel Grace è un papà che piange tanto e sempre, perché "c'è solo una cosa peggiore degli ammalati di cancro, essere genitori degli ammalati di cancro", ma è anche un papà intelligente perché ha capito che nel breve vivere di sua figlia l'Amore si è comunque prodigato a donarle in risarcimento "un piccolo infinito nei suoi giorni contati". Questa è la storia di Augustus Waters e "Hazel, Hazel Grace Lancaster!". Come finisce? Scopritelo! Se l'avete già scoperto per vie traverse? Rivivetelo! Non ve ne pentirete. "In questa vita non puoi scegliere le tue ferite, vecchio mio, ma puoi scegliere da chi farti ferire! Okay Hazel Grace?" "Alla Vita!, Hazel Grace!" -di Chiara Nirta-

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