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Un consiglio? Non perdere tempo a leggerlo!
Per prima cosa devo dar atto alla Roth che 'finalmente' ha dato risposta a molte delle domande che avevo continuato a pormi nel corso dei due libri precedenti! Yeahhhhh!!! (urla di gioia e giubilo!!!) Era ora!
Ma… ora mi chiedo: ha senso rimandare così tanto le spiegazioni riguardanti un intero universo distopico che avrebbe bisogno di più chiarimenti per essere capito fino in fondo?
Devo dar atto all'autrice che, almeno l'inizio di questo libro, con le sue rivelazioni tardive, è un pochino (ino-ino) meglio del disastro che lo ha preceduto. Peccato che la parte intelligente del mio cervello continui a dirmi che tutta la trilogia è una cagata pazzesca!!!
Inoltre, che senso ha costruire un universo distopico per poi stravolgerlo completamento sul finale per poterlo spiegare?
Non amo gli spoiler, anche nel caso di stroncature come questa, quindi eviterò ogni accenno alla trama per non dare anticipazioni agli "Intrepidi" che con coraggio decidessero di affrontarne la lettura…
Qui finalmente la Roth esaudisce il mio desiderio di avere una narrazione con più punti di vista, fa uno sforzo e alla voce di Tris aggiunge quella di Quattro. Il problema è che i due stili narrativi, entrambi in prima persona, entrambi che si limitano ad elencare fatti e azioni senza sforzarsi di infondere alla narrazione un minimo di introspezione, non si distinguono, sono esattamente uguali, come se a raccontare fosse lo stesso narratore. Sono piatti, vuoti di contenuti e ho avuto continuamente bisogno di ricordare chi dei due stesse raccontando in quel momento; continuavo a pensare che tutto fosse raccontato da Tris come nei due capitoli precedenti.
Anzi, a pensarci bene, la Roth avrebbe fatto meglio a continuare come nei precedenti volumi perché, facendo parlare anche Quattro si scopre quanto sia insulso, privo di spessore; un eroe "de' noatri" spinto piu che altro dal narcisismo e dall'ego! È stupido e irritante e i suoi siparietti amorosi con Tris nei momenti meno opportuni (mentre è appena scoppiata una bomba, l'attacco del nemico, la fuga) sembrano appiccicati li solo ad uso e consumo del lettore medio adolescente! Che fastidio!!!
Finite le spiegazioni della prima parte si rientra nei ranghi e si ricomincia con gli "spara tutto", gli attentati, le missioni suicide, le azioni infinite che si ripetono tutte uguali in un loop che disorienta, lascia storditi e rende il resto del romanzo una noia totale.
Parlare di questa trilogia ormai è come sparare sulla croce rossa visto che non salvo niente a parte l'idea iniziale del primo libro, sfruttata male, continuata peggio e perfino stravolta.
I personaggi sono quanto di piu banale abbia mai incontrato e qui raggiungono l'apice della loro idiozia continuando ad agire facendo il contrario di quanto dicono di voler fare.
Un esempio? A Tris e Quattro (sic!) viene chiesto di sottoporsi ad un esame del DNA. Entrambi in cuor loro non vorrebbero eseguirlo, ma... indovinate? Alla fine lo fanno, e sono convinti, eh! Non c'è nessuno che li costringa con una pistola puntata alla tempia (una volta tanto!).
E questa cosa si ripete più volte, dicono di non voler fare una cosa e poi puntualmente la fanno, privi del benché minimo senso critico, personaggi banali e sciocchi nelle mani della loro autrice concentrata solo a compiacere i suoi lettori adolescenti che adorano la saga senza un vero motivo valido.
Non vi svelerò il finale. Sappiate solo che è così smieloso e scontato da provocare il diabete!
Dico solo: meno male che sono arrivata in fondo! Ora posso dedicarmi a qualche lettura più intensa e matura!
Bye Bye Veronica Roth! A mai più rileggerci!
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Commenti
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Purtroppo devo dirti che non sono per niente d'accordo con te, sul fatto di giudicare questa trilogia come "spazzatura letteraria".
Nonostante io sia una fan della saga, devo ammettere di aver preferito i due precedenti romanzi, perchè Allegiant ha stravolto un po' tutto, e su questo non posso darti torto.
La il punto su cui non sono d'accordo è quando giudichi Quattro un personaggio stupido, vuoto e insulso, un eroe fasullo che agisce solo per combattere le sue paure o per egocentrismo. Non credo sia così, penso invece che la Roth volesse proprio mettere in risalto il carattere bipolare di Quattro: insomma, un bambino sottomesso, un ragazzo insicuro...il cui unico obbiettivo è superare le paure che lo assillano da quando era piccolo. Non credo sia tanto "superficiale" come tematica, anzi, è molto introspettiva.
Detto questo, il mondo è bello perchè vario.
Ida