Dettagli Recensione
Un monocromatico caos
Una piatta confusione. Questa è la prima impressione che ho provato nei confronti di questo libro, e la stessa perturbante sensazione mi ha accompagnato fino all'ultima pagina.
Sono innamorata del genere distopico fin da quando il professore d'inglese al liceo mi mise in mano "1984". Ho deciso di acquistare questo testo sulla vaga scia di quella passione e sono rimasta molto delusa da come si è andato sciupando il genere stesso. Diciamolo chiaro e tondo: questo non è un "romanzo" distopico, non è un fantasy e non è nemmeno un rosa... È un pastiche di non so cosa a forma di libro: prima si inizia con la distopia nel Giacimento, poi si inserisce la fantascienza con Capitol City e infine si terminano gli Hunger Games con la ragazzina confusa dalle proprie emozioni…
Pur non avendola compresa fino in fondo, non nego che l'idea di base del libro non sia interessante (anche se copiata da "Battle Royale" a quanto gira sul social reading), ma l'impressione che ho avuto alla fine è stata quella di una gran confusione di elementi che non ha portato a nulla di concreto.
Stilisticamente è scritto male. Certamente è scorrevole, si legge tranquillamente in mezza giornata o giù di lì, ma il vocabolario usato è minimo e i dialoghi sono molto brevi, essenziali e privi di qualsivoglia spessore. Pur non amando il narratore di prima persona, in questo libro è decisamente essenziale questo punto di vista, specialmente quando ci si trova all'interno dell'arena.
I personaggi hanno un retrogusto acerbo, sono un po' scontati, stereotipati anche se in penombra si scorge del potenziale per evolvere e formulare una personalità propria. In particolare mi riferisco alla protagonista: questa Katniss ha decisamente bisogno di sviluppare uno stato di coscienza maggiore perché da lei dipende quasi totalmente l'intero romanzo. Eccelle nel suo compito di regista nel riportare gli eventi ma decade totalmente come “persona pensante” quando nella vicenda, questi eventi dovrebbero essere sottolineati da un commento deciso o da affiancati da un pensiero. Voglio dire... Diamine ragazza! Vivi in una società di persone che trovano ludico il sacrificio umano! Fammi un commento di più di una riga contro questo sistema! Formula un pensiero con uno spessore maggiore di quello di un foglio di carta!
Poi per quanto riguarda la lettura dei temi posso ben affermare che sono esattamente allo stesso livello dei personaggi: ci sono ma sono ancora ad un livello embrionale, stanno aspettando di vedere pienamente la luce. Se dovete leggervi un libro sul senso di colpa e sulla flebile linea di confine tra carnefice e vittima, leggete la "La lettera scarlatta; se volete un libro che vi parli di come funziona una società totalitaria che ti fa credere che un'oltraggio sia la regola, sia del tutto accettabile, prendete in mano il vecchio caro "1984"... Perché cara Suzanne Collins, questo è in fondo un libro per ragazzi, non tutti hanno la maturità giusta per leggere oltre la storia che hai costruito. È quasi inutile tentare di mettere in sordina determinate tematiche: o le si affrontano in pieno o si scrive una bella sceneggiatura per la gioia del botteghino... Cosa che del resto questo libro ha suscitato. Quindi in definitiva, personalmente parlando, questo non è nemmeno un romanzo, è un testo che va ad aumentare l’odierno e crescente numero di sceneggiature per film tipicamente americani.
Ora grazie a tutto il mercato che si è creato dietro e a questi temi che ci sono anche nella loro assenza, non so se valga la pena dare una seconda chance e comprare il secondo libro, nella vaga e vana speranza che acquisti quel qualcosina che manca, oppure mandare tutto in malora e dedicarsi a qualcosa di maggior valore.
Indicazioni utili
- sì
- no
- 1984, G. Orwell
- La Fattoria degli Animali, G. Orwell
- Il Signore delle Mosche, W. Golding
- Il Mondo Nuovo, A. Huxley
- We, Y. Zamyatin