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Colpa delle stelle
 
Colpa delle stelle 2014-09-11 16:29:31 Nicolò Bonato
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Nicolò Bonato Opinione inserita da Nicolò Bonato    11 Settembre, 2014
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Un romanzo non rosa

Ho conosciuto questo libro tramite una canzone prodotta per l'adattamento cinematografico.
La canzone era piacevole, ma il trailer sembrava promettere la solita storia d'amore adolescenziale decisamente stucchevole e ripetitiva, così ho rapidamente accantonato l'idea di leggere il libro.

Poi ci ho ripensato, anche in seguito al consiglio di un amico, e per fortuna l'ho letto, in Inglese, cosa che mi sento di consigliare a tutti.

La cosa che mi ha stupito di più è stata scoprire l'autore del libro, John Green, una piccola celebrità di YouTube, insieme al fratello Hank.
Sono rimasto stupito appunto dal fatto che l'autore fosse un uomo, in più impegnato in qualcosa di piuttosto distante dalla produzione di melensi best-seller alla Nicholas Sparks.

Ho letto quindi con curiosità il libro e lo ho molto apprezzato.
La storia d'amore che fa da cardine al romanzo e che temo sia stata esagerata nel film, è in realtà la storia di un'amore che nasce un po'per necessità, la necessità di sentire vicino qualcuno che possa più o meno capire lo stato della protagonista, affetta da cancro.
Come da copione la ragazza detesta chiunque si abbandoni a qualunque forma di pietismo nei suoi confronti e trova in Augustus un compagno ideale.

Augustus Water è probabilmente il personaggio meglio caratterizzato del libro, sebbene la protagonista e narratrice in prima persona sia la sedicenne Hazel.
Augustus è un ragazzo che ha subito l'amputazione di una gamba in seguito ad un osteosarcoma; il diciassettenne ex giocatore di basket decide così di sopperire alla carenza di un arto riempiendo quel vuoto con un'espansione del suo istrionico ego, diventando di fatto un personaggio teatrale, inverosimile ma reso credibile proprio dalla vicinanza con personaggi estremamente credibili.

John Green aggira il tentativo di trattare con leggerezza la malattia delegando questo compito ad Augustus che diventa quindi non un'incarnazione di un'adolescenziale incoscienza e convinzione di immortalità, bensì di un ironia sottile benché sbandierata.

--Questi due ultimi brevi paragrafi svelano in qualche modo dei punti salienti del romanzo, in modo velato ma comunque comprensibile, ne sconsiglio quindi la lettura a chi vuole farsi sorprendere dal libro.--

Vorrei inoltre sottolineare un secondo tema del libro che mi sembra sia eccessivamente sottovalutato mentre io lo ritengo importante quanto la malattia e la storia d'amore, ovvero il viaggio alla ricerca dell'autore di “Un'imperiale afflizione”, libro che ha stregato Hazel portandola ad idealizzarne l'autore che ha deciso di isolarsi nei Paesi Bassi.

La ricerca e l'incontro con questo autore distruggerà le illusioni di Hazel, come anche quelle del lettore, facendoci definitivamente capire che questo non è un romanzo leggero ed idealista permettendoci di prevedere il tragico epilogo che avrà la vicenda, epilogo che non è possibile credere evitabile una volta capito lo stile leggero e allo stesso tempo serio dell'autore.

Un libro fortemente consigliato, fosse solo per capire perché qualcuno dovrebbe tenere in bocca una sigaretta senza aver mai fumato né aver avuto intenzione di farlo.

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Commenti

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Mian88
12 Settembre, 2014
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Complimenti Nicolò, proprio una bella analisi! Hai colto l'essenza del libro e sei riuscito a trasmettere l'insegnamento che è racchiuso tra le pagine di questa opera. Ottima la doppia riflessione finale sulla distruzione delle illusioni della ragazza e sulla sigaretta spenta da tenere in bocca senza mai aver fumato e senza aver mai avuto intenzione di farlo. Sono secondo me le parti cruciali del romanzo che dimostrano, come appunto hai detto, la non melensità e la non leggerezza del libro.
Buona giornata
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