Dettagli Recensione
Eureka
Quello che provo nell'essere il primo a scrivere un commento per questo libro è strano, rappresenta per me una responsabilità, come se le prime parole lasciate nel vento di un dolce tornado debbano essere spese in modo sagace e degno.
Ma, ad ogni modo, riporterò ciò che credo.
Teorema Catherine è, forse, l'opera più sottovalutata di John Green, o meno conosciuta, che dir si voglia.
La cosa emozionante è che ho appena terminato il libro ed ho detto a me stesso che non sarei riuscito a definirmi un lettore se non avessi scritto una recensione a riguardo.
Teorema Catherine è un intriso di genialità, formazione, coraggio e avventura, un connubio di idee, uno sposalizio di medioevo e rinascimento.
Il romanzo è incentrato sulla figura di Colin Singleton, un mezzo-genio, o, come sostiene lui, un ex-prodigio, che vive la sua vita nell'esasperata ricerca di quel momento eureka, che, come molti sanno, trova radice nel verbo greco eurisko, che significa trovare.
Vuole trovare la sua vita, la sua genialità, quel momento che non gli permetterà di cadere nell'oblio e sprofondare nella miscredenza di se stesso.
Intanto la sua vita scorre, e per quanto possa scorrere nel verso giusto ha una particolarità: tutte le sue ex ragazze si chiamano Catherine, ed è stato un Mollato per ben 19 volte; così, intraprendendo un viaggio on the road con il suo fedele amico Hassan, ed incappando a lavorare a Gutshot, tra varie peripezie, tenterà di stipulare un Teorema che preveda l'esito delle relazioni amorose.
Riuscirà Colin a scovare questo Teorema? Avrà esso riscontro nella vita reale? Sono domande che possono trovare risposta solo in 319 pagine di puro divertimento e compartecipazione vitale tra il lettore ed il referente, in tal caso, John Green.
"Voleva piangere, ma invece sentiva solo un dolore dietro il plesso solare. Piangere è aggiungere qualcosa: piangere è tu-più-le-lacrime. Ma la sensazione che Colin provava era l'esatto - e orribile - contrario del pianto. Era tu-meno-qualcosa. Continuava a pensare a una sola parola, sempre, e sentiva quel dolore bruciante proprio sotto la cassa toracica."